Fiat Grande Punto 1.2 5 porte
serie 1 (199) restyle in produzione dal 2009 al 2011
Pubblicato il 15 agosto 2015
alVolante di una Ford Galaxy 2.0 TDCi 140 CV Business
Qualità prezzo | |
Dotazione | |
Posizione di guida | |
Cruscotto | |
Visibilità | |
Confort | |
Motore | |
Ripresa | |
Cambio | |
Frenata | |
Sterzo | |
Tenuta strada | |
Media:
Perché l'ho comprata o provata
In questo Ferragosto di noia lavorativa approfitto per continuare a recensire le auto “aziendali”… In “Ditta” ne abbiamo tre, due frullini 1.2 a benzina per di più appesantite dalla trasformazione specifica ed una col noto 1.3 diesel in versione classica. Tenterò questa prova parallela tra entrambe le alimentazioni, visto che gli allestimenti sono gli stessi, eccezion fatta per lo Stop & Start delle benzina, accorgimento che ritengo utile principalmente se ti si spegne il motore più che per l’intenzione per cui è stato ideato dato che tutti i colleghi lo disattivano puntualmente…
Gli interni
La G. Punto è chiaramente un’auto senza pretese lussuose e la differenza con la “sorella più grande” Bravo (anche quella nel parco “aziendale”…) di vede. Il cruscotto è essenziale: tachimetro, contagiri e tra loro indicatori carburante e temperatura motore. Sulla sinistra del volante i comandi fendi/retronebbia ed alcuni del trip-computer (agli gli altri si accede da uno scomodo pulsante integrato nel comando dei tergicristalli) e sotto un vanetto che non avendo profondità ma base piatta risulta praticamente inutile a riporvi qualsiasi oggetto, meglio i due porta-lattina poco sopra il cambio. La consolle centrale è sovrastata da comandi essenziali (apri-baule, S&S, Hazard, termolunotto), poi sotto il vano radio ed i comandi del clima manuale. La plancia è completata dal classico cassettino portaoggetti.
Alla guida
Qui la differenziazione di alimentazione è marcata: il 1.2 è un “polmoncino”, soprattutto se non si è soli in auto e col clima inserito ci si azzarda a fare un sorpasso o semplicemente a risalire dalla città sull’altipiano. Mi sono sempre chiesto perché i progettisti, come per altre vetture, non abbiano pensato ad un cambio a 6 marce: in autostrada a velocità di crociera “frulla” a 4.000 giri, con conseguente disagio acustico ed economico (ma tanto paga Pantalone). Pertanto propulsore senza velleità sportiveggiante e da condurre con la pazienza dovuta al fatto che tanto “è l’auto di lavoro” e, per la bisogna, basta ed avanza. Diverso discorso per il diesel, che trova la quadra tra spinta e consumi rendendo almeno decente la guida.
La comprerei o ricomprerei?
Mamma mia no! Almeno per il benzina, propulsore che FCA di recente ha annunciato che resterà l’unico in listino, scelta per me inspiegabile. Poi, come vetturetta da ogni giorno, come già detto, è essenziale ed onesta: un conoscente con 3 figli (ha la gpl) ci gira per lavoro e ferie tutta l’Italia e non si lamenta. Il modello in generale è in predicato di essere senza eredi diretti: vedremo cosa approvvigionerà in futuro la “Ditta” e se tali veicoli saranno migliori.
Fiat Grande Punto 1.2 5 porte