Il 1.2 aspirato da 73 cavalli fa quello che può, si dimostra reattivo solo ai 4500 giri al minuto in su. Ma la vera pecca è la coppia, 107 Nm a circa 4000 giri. Questo si traduce in ripresa molto scarsa e sorpassi molto lenti. Al di sotto dei 3000 giri invece risulta davvero lenta.
I consumi non sono male, ma nemmeno buoni. Ci sono rivali che con la stessa cilindrata e caratteristiche simili riescono a bere di meno. In città siamo sui 6.5 km/l e in extraurbano intorno ai 5 km/l. In autostrada invece si rivela meno parca: ai 130 km/h il computer di bordo segna 7,5-8 km/l. La colpa è da dare anche alle marce troppo corte: in quinta ai 130 km/h il contagiri segna poco più di 4000 rpm. Se ci fosse una sesta marcia o la quinta più lunga i consumi scenderebbero. Si apprezza invece la robustezza del 1.2 (è davvero indistruttibile, mi capita spesso di arrivare fino alla zona rossa del contagiri).
Il cambio invece è molto preciso e dà soddisfazione inserire le marce.
La frizione è concepita per un uso cittadino, quindi è molto morbida e aiuta la gamba sinistra del conducente.
Freni adeguati alla mole dell’auto e visibilità piuttosto scarsa al posteriore, data la presenza di montanti molto larghi, ma sufficiente all’anteriore.
Ho apprezzato particolarmente la tenuta di strada. La Clio non teme le curve affrontate ad alta velocità. E appena le gomme iniziano a strisciare intervengono subito i sistemi di emergenza. A tutto questo lo sterzo reagisce bene, risultando piuttosto preciso.
Molto comodo il cruise control (non adattivo) e ben disegnato il quadro strumenti, manca solo l’indicazione della temperatura dell’acqua, sostituita da una spia blu che si spegne appena la temperatura arriva al valore corretto.