La Renault Symbioz è una crossover derivata dalla Captur, rispetto alla quale è più lunga di 17 cm (per un totale di 441 cm); ne trae vantaggio il bagagliaio, che è molto più ampio. Del tutto simile alla “sorella” più piccola fino alle porte anteriori (anche il passo, cioè la distanza fra i centri delle ruote, rimane di 263,8 cm), ha una parte posteriore più lunga e slanciata, con fanali triangolari invece che a “C”.
L’abitacolo della Renault Symbioz è identico a quello della Captur: piuttosto curato, ha abbondante spazio per quattro persone (ma mancano le maniglie al soffitto) e anche il quinto posto è abbastanza accogliente, benché il divano non sia larghissimo. Gli schermi sono due: il cruscotto digitale di 10,3” è ben leggibile e offre parecchie possibilità di personalizzazione; al centro della plancia, c’è il display a sviluppo verticale di 10,4”, dal quale si gestisce il reattivo sistema multimediale basato su Android Automotive. Oltre che reclinabile, il divano può scorrere (di 16 cm); tenendolo in posizione, la capacità varia fra 492 e 624 litri, migliorando lo spazio di 140 litri rispetto alla Captur. La soglia alta (78 cm) complica il carico di oggetti pesanti: meglio scegliere il portellone elettrico (di serie sull’Iconic e optional per le altre), che si apre passando il piede sotto al paraurti.
Mentre la Captur c’è a benzina, elettrificata (ibrida leggera o “full”) o a Gpl, la Renault Symbioz è solo full hybrid. Il quattro cilindri 1.6 è abbinato a due motori elettrici (uno è di trazione) e al cambio robotizzato. Il sistema non è pensato per essere sportivo (sfruttandolo a fondo si nota qualche indecisione), ma viaggiando ad andature turistiche se ne apprezzano la fluidità e la silenziosità. Le sospensioni filtrano piuttosto bene le sconnessioni, anche con i cerchi più grandi di 19”, e la precisone fra le curve è buona.