Tanti turbodiesel
Tempo di ritocchi per la
Ford Focus: a cambiare maggiormente è il frontale, con la nuova mascherina in posizione rialzata e i fari più sottili (anche bixeno, che adattano il fascio di luce alle condizioni della strada, a 1.000 euro). Più di dettaglio gli interventi alla zona posteriore, dove si nota più che altro il nuovo paraurti. Ampia la scelta di motori già dal lancio (il "porte aperte" è fissato per il 22 e 23 novembre). La parte del leone la faranno i turbodiesel: il nuovo 1.5 TDCi (da 95, 105 e 120 CV) e il già noto 2.0 TDCi da 150. A benzina, la scelta sarà fra due unità a tre cilindri 1.0 Ecoboost (turbo e con iniezione diretta), con 101 o 125 cavalli, e il quattro cilindri 1.5 Ecoboost da 150 (una versione da 182 cavalli di questo motore, di cui era equipaggiata la vettura che abbiamo provato a Malaga e sulle scorrevoli strade vicine, potrebbe però arrivare più avanti). A Gpl è, infine, confermato il quattro cilindri 1.6 da 120 CV. Al contrario di quanto comunicato in precendenza, invece, non saranno disponibili i “millesei” TDCi da 95 o 116 CV, non aggiornabili alle norme Euro 6. I prezzi partiranno da 18.750 euro per la meno potente delle Focus a benzina. Tre gli allestimenti per il “grande pubblico”: Plus, Titanium e Titanium X (allo stesso prezzo del secondo c'è anche il Business, che è però sostanzialmente riservato a flotte e professionisti).
Interni e sicurezza
Lo spazio per passeggeri e bagagli sulla Ford Focus non è variato di un centimetro: davanti si sta comodi (solo i più alti potranno trovarsi con le ginocchia a contatto con la massiccia consolle), mentre dietro qualche centimetro in più per le gambe non guasterebbe. Tutta nuova è invece la plancia, ora in plastica scura satinata (più gradevole al tatto, anche se non molto resistente ai graffi) e con inserti color alluminio opaco. I passi avanti a livello di qualità percepita ci sono, ma la migliore concorrenza è ancora lontana: la plastica sui pannelli porta è dura, il cassetto portaggetti mal rifinito, lo schermo del "clima" minuscolo e poco definito, l'illuminazione della strumentazione di un tenue celeste piuttosto datato. Pratici, piuttosto, il nuovo vano dietro la leva del cambio (dotato di due listelli che fungono da portabibite, scorrevoli per adattarsi a tutte le taglie di bottiglie e lattine) e i pulsanti per "clima" e audio, grandi e ben individuabili. Di alto livello la sicurezza: oltre ai conosciuti comandi vocali, alla chiamata automatica d'emergenza e alla chiave MyKey (permette di impostare limiti come quello di velocità ed è pensata per i guidatori meno esperti, come i neopatentati), ora non mancano la frenata automatica d'emergenza fino a 50 km/h, l'avviso di rischio di tamponamento a velocità maggiori, il sistema che avvisa il guidatore di un possibile colpo di sonno, quello che riconosce i segnali e li riproduce sullo schermo multifunzione a colori del cruscotto e quello che segnala il sopraggiungere di vetture quando si esce in "retro" da un parcheggio (molti di questi sistemi sono contenuti nel pacchetto Driver Assistance, a 1.250 euro).
Ma il navigatore, proprio no
La Ford Focus che abbiamo guidato era dotata di navigatore satellitare: non troppo costoso (1.000 euro), ma neppure convincente. Oltre a "perdersi" spesso e a dare indicazioni errate (come invitare a prendere una superstrada contromano o scambiare un box per una via, errori probabilmente imputabili a mappe non aggiornate), il dispositivo non è rapido nell'inserimento delle parole né moderno nella grafica. Inoltre, in più di un'occasione le indicazioni mostrate sullo schermo principale erano diverse da quelle visibili nello schermo multifunzione del cruscotto… Come se non bastasse, quelle vocali erano spesso e volentieri superflue (a volte venivano indicate tutte le curve di una strada senza incroci), tanto da rendere, in alcune occasioni, impossibile ascoltare una canzone. Ciliegina sulla torta, lo zoom regolabile su appena su tre livelli preimpostati (200 metri, 1 km e 10 km), oltre a quello automatico.
Non “punisce” la schiena
A dispetto dei 182 cavalli, il 1.5 Ecoboost non è un motore sportivo: ha un'erogazione lineare (un po' fiacca sotto i 2000 giri, ma poi guadagna giri con brio e ha un bell'allungo), è silenzioso e non vibra. Inoltre, la generosa coppia mette una pezza alla lunghezza delle marce, pensate per risparmiare carburante: a 130 km/h, in sesta, i giri sono meno di 2500, eppure non serve scalare per fare un sorpasso in sicurezza. Nel traffico e in manovra, si apprezza la leggerezza dello sterzo, che diventa più solido in velocità; meno riuscito l'innesto della frizione, un po' brusco. Pollice su anche per le sospensioni: le asperità più marcate sono filtrate con efficacia (merito della nuova taratura delle sospensioni e degli ammortizzatori più sofisticati, oltre che delle gomme 215/50 R17, dalla spalla “ragionevole”). Convincente anche la risposta dello sterzo, che permette di dirigere l'auto con precisione anche nella guida più spigliata: si nota anche una maggiore prontezza nei primi gradi di sterzata.
Secondo noi
PREGI
> Comfort. Le sospensioni assorbono con efficacia le asperità della strada e il rumore del motore rimane sempre fuori dall'abitacolo.
> Motore. Ha un buon tiro senza essere scorbutico.
> Sistemi di sicurezza. La lista dei dispositivi attivi è molto lunga e molti non sono offerti dalla concorrenza.
> Sterzo. Preciso in curva e leggero in manovra.
DIFETTI
> Abitabilità posteriore. Non era uno dei punti forti della precedente Focus: ma nulla è cambiato.
> Dettagli. Certe plastiche sono facilmente rigabili e non trasmettono una sensazione di qualità, mentre lo schermo del "clima" è davvero piccolo e poco definito.
> Navigatore. Non è particolarmente rapido né moderno nella grafica, spesso "si perde" e in più di un'occasione nel cruscotto indicava una direzione mentre lo schermo nella consolle un'altra. Inoltre, fornisce troppe indicazioni vocali superflue.