Fa onore al proprio nome
Che cos’ha in comune la nuova
Jeep Renegade con l’antenata dallo stesso nome? Secondo la casa americana, la capacità di muoversi sui fondi più difficili per vivere a stretto contatto con la natura. È proprio questa la caratteristica che la differenzia dalle tante altre crossover lunghe poco più di quattro metri (la Renegade misura 424 cm da un paraurti all’altro). Una capacità dovuta, tra le altre cose, all’altezza da terra, che varia dai 17,5 cm delle versioni a trazione anteriore ai 21 cm della più fuoristradistica Trailhawk oggetto del nostro test, passando per i 19,8 cm delle altre versioni 4x4. Altro dato di spicco, l’escursione delle sospensioni, intorno ai 20 centimetri…
Si distingue per lo stile
Anche le forme squadrate (parabrezza quasi verticale, tetto piatto) rendono omaggio al modello del passato, e fanno distinguere la nuova Jeep Renegade nel panorama delle concorrenti (che la casa individua in primo luogo nella Mini Countryman e nella Skoda Yeti). Lo stile è dominato da linee rette e inserti a “X”, che si rifanno alle nervature nelle taniche metalliche della benzina che venivano montate sulla coda delle fuoristrada dell’esercito Usa nella seconda guerra mondiale: li si ritrova all’interno dei fanali, ma anche in diversi dettagli dell’abitacolo.
Praticità con alti e bassi
L’interno della nuova Jeep Renegade alterna componenti di qualità elevata (come la plancia realizzata con plastiche morbide) a parti meno curate: i materiali delle portiere non sono altrettanto gradevoli al tatto e il rivestimento dell’intercapedine che permette la regolazione del volante ha un aspetto posticcio. Poco pratici i vani portaoggetti nelle porte (ci sta giusto una bottiglietta d’acqua da mezzo litro), e pure la maniglia esterna di apertura del portellone è criticabile: è troppo in basso e viaggiando, soprattutto lungo gli sterrati, raccoglie sporcizia. Comodo invece l’accesso all’abitacolo, grazie alle porte che si spalancano bene (fino a 80 gradi quelle posteriori) e discreta la capacità del baule. Quest’ultimo ha il pratico fondo posizionabile su due livelli, ma reclinando il divano non si forma una superficie piatta (c’è un gradino, e gli schienali restano in posizione inclinata).
La gamma
Nel nostro test ci siamo concentrati sulla versione più “Jeep”, ovvero la Trailhawk con motore 2.0 turbodiesel da 170 cavalli, trazione integrale 4WD Active Drive Low e cambio automatico a nove marce. È anche la più cara (32.800 euro), però, e la sua produzione avrà inizio solo a novembre. La gamma parte dalla versione a benzina (1.4 da 140 CV) con trazione anteriore e cambio manuale a sei marce: 23.500 euro per l’allestimento Longitude e 1.600 in più per la Limited. Anche in questo caso la produzione inizierà più avanti, a ottobre, mentre sono già state ordinate dalle concessionarie le 500 unità della versione Opening Edition destinate all’Italia: 28.000 euro per la 1.6 Multijet da 120 cavalli e trazione anteriore, e 2.800 in più per la 2.0 Mjet da 140 con sistema 4WD Active Drive. Quest’ultimo privilegia la spinta sulle ruote anteriori (per ottimizzare i consumi di carburante) e gestisce la trazione al retrotreno anche in funzione del tipo di terreno via via selezionato dal guidatore: sabbia, fango, neve (ma c’è anche la modalità automatica che fa decidere tutto a una centralina). La Trailhawk, che ha il sistema 4WD Active Drive Low, ha pure la funzione per fondi rocciosi, oltre alle marce ridotte, al controllo di velocità in discesa e a specifici rinforzi sotto il pianale.
Come va su strada…
Nel nostro test della Jeep Renegade, circa 80 km nei dintorni di Balocco (in provincia di Vercelli), abbiamo subito apprezzato la comoda posizione di guida (oltre allo spazio per i passeggeri) della nuova Jeep Renegade. La presenza del non fulmineo cambio automatico a nove rapporti smorza non poco la spinta del 2.0 turbodiesel da 170 cavalli, e se in curva soddisfa la buona tenuta di strada, ad andature autostradali si fanno sentire i fruscii aerodinamici dagli specchietti (già a 120 km/h) e il rumore di rotolamento dei pneumatici (da fango e neve, M+S).
…e in fuori strada
È lontano dall’asfalto che questa versione della nuova Jeep Renegade dà il meglio di sé. Notevole la capacità di superare ostacoli da vero fuori strada: ripide salite e discese, fondi molto accidentati e guadi. Facile da gestire il sistema di trazione integrale (nel dubbio, basta lasciar fare alla modalità automatica), e nei passaggi più difficili risultano utili le protezioni in metallo sotto il motore. Da questo punto di vista, quest’auto è una Jeep al 100%. E la larghezza contenuta della carrozzeria permette passaggi agevoli sugli sterrati stretti. Buona la visibilità dal parabrezza, nonostante i massicci montanti (il fatto che siano verticali aiuta); in “retro”, invece, dal lunotto si vede poco (va meglio con i grandi specchietti).
Secondo noi
Pregi
> Abitabilità. Lo spazio (soprattutto in altezza) è buono sia davanti sia sul divano.
> Fuori strada. Anche gli sterrati impegnativi non mettono in crisi questa “baby-Jeep”.
> Posizione di guida. Il sedile e il volante si regolano bene. E, seduti in alto, si domina la strada.
Difetti
> Visibilità dal lunotto. Il vetro posteriore è piccolo e alto da terra: un limite in retromarcia.
> Maniglia del portellone. È posta troppo in basso e tende a sporcarsi facilmente.
> Portaoggetti. Quelli nelle porte sono decisamente piccoli. E nessun vano è climatizzato.