Porsche Macan: tutta da guidare

Pur con molte primavere sulle spalle (è in vendita dal 2013) la Porsche Macan conserva un aspetto fresco e sportivo, grazie ai tratti inconfondibili dei modelli del marchio tedesco come il frontale arrotondato, i fari circolari e, in generale, le superfici levigate. La parte posteriore raccolta, poi, dona compattezza alla più piccola delle suv Porsche che, comunque, con i suoi 473 centimetri di lunghezza tanto corta non è. Le novità si limitano al paraurti anteriore, arricchito di inserti neri (più estesi per la GTS del test) e, dietro, a un più vistoso inserto sempre nero, che ingloba i quattro tubi di scarico.

Più consistenti le novità per i motori della Porsche Macan, tutti a benzina e dalla potenza incrementata. Il 2.0 turbo a quattro cilindri dei modelli “base” e T passa da 245 a 265 cavalli. Rivisto il 2.9 V6 biturbo, proposto con 380 CV per il modello S (26 CV più di prima) o 441 CV per la più potente GTS del test (in precedenza si “fermava” a 381 CV): ha la stessa potenza della Turbo, che rimpiazza. Per tutti, cambio a doppia frizione a 7 marce e trazione integrale.

Sempre rifinito di tutto punto e piuttosto tradizionale, l’abitacolo della Porsche Macan si conferma accogliente e più adatto a quattro persone: una quinta al centro del divano è svantaggiata dalla forma della seduta (conformata per privilegiare chi siede ai lati) e dall’invadente rigonfiamento nel pavimento. Modificato il volante che, con il pacchetto Sport Chrono (1.019 euro) offre sotto la razza destra la rotella per impostare le quattro modalità di guida (Normal, Sport, Sport Plus e Individual) e il tasto che, per 20 secondi, dà il massimo della potenza per scatti brucianti. Resta la classica strumentazione a tre elementi circolari, con il contagiri al centro e il tachimetro sulla sinistra, entrambi analogici. Sulla sinistra, un ben definito schermo fornisce molte informazioni, riproducendo anche le mappe del navigatore.

Queste ultime sono bene in vista anche nel grande schermo di 10,9” al centro della consolle per l’impianto multimediale. Nuovo il tunnel che, abbandonata la poco pratica parata di tasti tutti uguali fra loro della precedente versione della Porsche Macan, si affida a un’elegante superficie tattile per la gestione dei servizi di bordo. Nel premerli, i tasti virtuali forniscono una sensazione fisica con un “clic” e l’accensione di un led. Peccato che su una superficie nero lucido sia facile lasciare antiestetiche ditate. Adeguata la capienza del baule (458 litri, che crescono a 1503 a divano giù), facilmente accessibile dall’ampio portellone ad apertura elettrica.

A prescindere dalla modalità di guida selezionata, il 2.9 biturbo della Porsche Macan GTS spinge con veemente prontezza a qualsiasi regime e a 1900 giri offre già ben 550 Nm di coppia massima. All’altezza della situazione il cambio a doppia frizione con “palette” dietro il volante: è istantaneo nei passaggi di marcia (scalate comprese) e mai brusco. Nonostante il peso elevato (1960 kg), l’efficacia delle sospensioni pneumatiche a controllo elettronico proposte di serie per la GTS (oltre alla durezza degli ammortizzatori, variano anche l’altezza da terra della vettura) e la precisione dello sterzo che “fa sentire” la strada, la Porsche Macan è pronta nei cambi di direzione (contenuto il rollio) e anche confortevole (ben filtrate le buche). Elevato, il grip offerto dalle 4x4 (il sistema fornisce sempre più coppia alle ruote dietro per una guida più sportiva) e dai generosi pneumatici  di 21” (di serie), con misura differenziata 265/40 davanti e 295/35 dietro.

Meno convincente la risposta dei freni della Porsche Macan GTS, dotati di dischi in ghisa con un trattamento in carburo di tungsteno sulla superficie di appoggio della pastiglia (dovrebbe ridurre il pulviscolo generato nei rallentamenti): il pedale ha una corsa piuttosto lunga e le pinzata diventa veramente mordace solo alla fine, complicando la modulabilità della frenata. Da sportiva il consumo: 7 km/l la media registrata dal computer di bordo nel test in autostrada e su strade di montagna affrontate con una guida brillante. A proposito di viaggi in autostrada, la Porsche Macan è risultata ben insonorizzata, ma si sente la mancanza di ausili di ultima generazione, fra cui il centraggio di corsia che permette la guida semiautonoma di livello 2.

La rinnovata Porche Macan è già in vendita con tempi di consegna lunghi, di circa cinque mesi (dovuti alla generalizzata difficoltà di approvvigionamento di componenti, quali i microchip) e con prezzi compresi fra 69.950 euro per la 2.0 e 96.316 euro della GTS che abbiamo guidato. Di serie per tutte il clima trizona, il navigatore, il portellone elettrico e una scarna dotazione di aiuti alla guida, che include l’avviso di cambio corsia. Considerato il livello del modello, sorprende dove aggiungere un extra per dispositivi come Apple CarPlay (305 euro), il cruise control adattativo (878 euro) e il monitoraggio dell’angolo cieco dei retrovisori (598 euro). Se desiderate ancora di più nella dinamica di guida, a 1.525 euro ci sono il differenziale posteriore autobloccante a controllo elettronico e il torque vectoring che, gestendo la ripartizione della trazione fra i gli assi e con pinzate mirate dei freni nel curve, stabilizza e dà più dinamismo alla Porsche Macan.

Pregi
> Comandi. Quelli secondari nel tunnel sono più pratici.
> Comfort. Pur sportiva, questa suv è ben insonorizzata e isolata dalle sconnessioni dell’asfalto.
> Guida. Reattiva e precisa, questa Porsche è appagante.

Difetti
> Aiuti alla guida. La dotazione ne include un numero limitato e mancano quelli per la guida semiautonoma di livello 2.
> Freni. Il pedale non è ben modulabile.
> Quinto posto. Risulta sacrificato.