Scommessa vinta
Realizzare una famigliare partendo da un’utilitaria non è facile: il rischio è un’auto poco proporzionata. Con l’erede della Clio Sportour, la
Renault ha centrato il bersaglio: la nuova
Clio Sporter è una wagon filante, equilibrata, con un pizzico di aggressività. E senza compromessi per la capacità del baule: con il divano su lo spazio resta quello del vecchio modello, ma quando lo si abbassa cresce di 103 litri.
Per venti centimetri in più
La Renault Clio Sporter riprende il frontale dalla berlina: arrotondato e con grandi fari appuntiti collegati da una sottile striscia nera, che ingloba il marchio della casa. Anche il passo resta invariato, ma già le porte posteriori sono nuove (pur mantenendo la maniglia “celata” nel montante) e sul tetto si nota l’aggiunta delle barre longitudinali. A seguire, una coda più lunga di 20 centimetri (l’auto ne misura 427 in tutto), con un terzo finestrino laterale ben raccordato con il lunotto, parecchio inclinato e sormontato da un ampio spoiler. I parafanghi, molto sporgenti, formano “spalle” possenti, che danno l’idea di una vettura ben piantata a terra, mentre i fanali, orizzontali, si estendono parecchio sulla fiancata e sul portellone. La targa è posizionata subito sopra un “labbro” nero lucido, che fa il paio con quelli nella parte inferiore delle porte.
Tanta tecnologia e un po’ di economia
L’abitacolo della Renault Clio Sporter non presenta grosse novità. Lo spazio è buono, ma non eccezionale: adeguato per quattro adulti di media statura (rispetto alla berlina, chi siede dietro ha 1,5 centimetri in più sopra la testa). La posizione di guida è comoda e piuttosto distesa, mentre i rivestimenti (quattro tinte a scelta, per plancia e sedili) sono decisamente vivaci. Tuttavia, anche un ambiente così gradevole, moderno e “colorato” non riesce a far passare in secondo piano la scarsa qualità delle plastiche: sono tutte rigide, non sempre lavorate con precisione e anche “leggerine”; soprattutto in alcuni particolari (come la parte superiore dei pannelli delle porte e il cassetto di fronte al passeggero) danno l’idea di un’auto realizzata in economia. Il tachimetro digitale e il contagiri a lancetta sono ben visibili, ma altrettanto non si può dire per le cifre del computer di bordo, molto piccole; al cruscotto si affianca, nella consolle centrale, l’ampio schermo a sfioramento di 7” dello Smart Nav, il sistema che include navigatore e radio; non mancano i comandi riportati al volante, il vivavoce Bluetooth e le prese Usb e Aux, ma è assente il lettore per i cd, ancora gradito a molti automobilisti. Per 590 euro, poi, si può avere l’R-Link: un sistema multimediale con connessione internet che consente di scaricare e utilizzare decine di app di ogni genere, per rispondere alle email, accedere a Twitter, alle previsioni del tempo, e così via.
La praticità non le fa difetto
Ma è il bagagliaio della Renault Clio Sporter la vera ragion d’essere di questa versione wagon. Lo spazio è piuttosto buono per il tipo di vettura, e decisamente migliore rispetto a quello offerto dalla berlina: considerando anche il sottofondo da 85 litri (che si può unire al vano principale togliendo il piano divisorio), la Sporter ha una capacità di 443 litri a divano su (invece dei 300 della berlina), mentre reclinandolo si arriva a 1.380 litri, al posto di 1.146. Grosso passo in avanti anche per la praticità: il portellone è più ampio, la soglia di accesso a soli 60 centimetri da terra (10 di meno) e a filo con il piano di carico; tutte cose che facilitano parecchio le operazioni di carico e scarico. Oltre al divano, poi, si può reclinare lo schienale del sedile destro, arrivando a due metri e mezzo di lunghezza utile. Buone anche le finiture, e non mancano un paio di ganci appendiborse.
Una guida che rilassa (orecchie escluse)
Su strada la Renault Clio Sporter 1.5 dCi Energy riconferma il comportamento della berlina, rispetto alla quale pesa 50 kg in più: è piacevole e facile da guidare per la risposta omogenea e fluida dello sterzo, del cambio e del motore, che spinge senza ritardi e con pochissime vibrazioni fin da 1000 giri, e se necessario supera senza problemi i 4000. Altro suo pregio è la ridotta sete di gasolio: su un tracciato misto, affrontato premendo il tasto Eco sul tunnel (che “taglia” lievemente la spinta del motore per favorire i consumi), il computer di bordo ha registrato 18-19 km/litro; verificheremo questo valore in una prova su alVolante, ma riteniamo che sia vicino alla realtà. Quanto alle prestazioni, a una prima stima ci paiono credibili sia i 178 km/h di velocità massima, sia il buono scatto (0-100 in 11,6 secondi) dichiarati. La Clio Sporter che abbiamo guidato montava le gomme di serie, di 16” (i cerchi di 17”, sempre in lega, costano 200 euro); tenuta di strada e stabilità sono di buon livello, anche se il rollio in curva è piuttosto evidente, mentre è ottimo il comfort sullo sconnesso. Peccato, però, che in velocità nell’abitacolo non regni il silenzio; i fruscii aerodinamici sono meno evidenti che nella berlina, ma permane una certa rombosità di sottofondo. Inoltre, la visibilità non è il massimo: in curva, il montante sinistro del parabrezza disturba parecchio la visuale, mentre il lunotto è piccolo (i sensori di parcheggio sono nel pacchetto Premium Plus, che consigliamo: per 450 euro, include anche il “clima” automatico, i retrovisori esterni ripiegabili con un tasto e gli alzavetro posteriori elettrici).
La vedremo a fine marzo
La Renault Clio Sporter, che costa 850 euro più della corrispondente versione berlina, si può già ordinare; i primi esemplari si vedranno nelle concessionarie italiane il 23-24 marzo. Alla base della gamma ci sono le Wave, con il 1.2 a benzina e il 1.5 a gasolio, entrambi da 75 cavalli; la prima costa 14.350 euro, la seconda 16.000. La dotazione di serie include il “clima” manuale, l’Esp, il regolatore di velocità, le barre sul tetto, la chiave in forma di tessera elettronica e i retrovisori regolabili elettricamente; la radio, invece, si paga 400 euro, nel pacchetto Wave insieme ai fendinebbia. Gli stessi motori equipaggiano le Live, che per 1.100 euro in più hanno i cerchi di 16” invece che di 15” (ma sempre in lamiera), il sedile del guidatore regolabile anche in altezza, i fari per la nebbia e, soprattutto, lo Smart Nav. Infine, ci sono le più ricche Energy, disponibili per ora con due motori da 90 cavalli: il tre cilindri 0.9 turbo a benzina e il 1.5 dCi dell’auto del nostro test. Qui, la dotazione si arricchisce dei cerchi in lega, del sistema di apertura delle porte a mani libere e del volante rivestito in pelle. L’unica pecca importante, considerando che si tratta di un’auto da famiglia, è l’assenza di airbag per chi siede dietro, non ottenibili neppure a pagamento; a proteggere guidatore e passeggero anteriore, invece, pensano i cuscini frontali e quelli laterali, che “coprono” testa e torace. A breve arriverà la 1.2 turbo a benzina con 120 CV; con quest’ultimo motore e con il 1.5 dCi da 90 CV si potrà avere anche il cambio automatico a doppia frizione EDC (a 1.400 euro in più).
Secondo noi
PREGI
> Guida. La progressività di comportamento in curva, la risposta dolce e omogenea dello sterzo e la buona manovrabilità del cambio consentono di muoversi in scioltezza.
> Linea. Elegante e slanciata, non comporta compromessi per quanto riguarda la praticità e lo spazio del bagagliaio.
> Motore. Lo si apprezza per la spinta sempre pronta e progressiva e per i consumi limitati.
DIFETTI
> Plastiche. Sono di qualità economica e dall’aspetto non molto robusto.
> Rombosità. In velocità, il rumore delle gomme e dell’aria che scorre sulla carrozzeria è piuttosto evidente.
> Visibilità. Il montante sinistro del parabrezza disturba nelle curve, e il lunotto è piccolo.