L'hanno cambiata tutta
Il debutto della
Renault Twingo nelle concessionarie italiane è previsto per il prossimo 20 settembre, ma noi di alVolante abbiamo già avuto l'opportunità di provarla. Questa nuova citycar segna un taglio netto con i modelli che l'hanno preceduta, sia nelle proporzioni (è lunga 360 cm, 9 meno del modello che sostituisce, anche se il passo è cresciuto di 13 grazie alle ruote portate alle estremità della carrozzeria,) sia nella struttura meccanica: adesso il motore e la trazione sono entrambi posteriori (con tutte le differenze del caso, come nella “storica” Fiat 500…), cosa che la differenzia da tutte le altre citycar. O quasi: la Twingo nasce dallo stesso progetto e sulla stessa base strutturale della nuova Smart nella versione a quattro porte Forfour, che debutterà poche settimane dopo.
Guadagna due porte
Prima Renault Twingo con cinque porte (invece di tre), la nuova piccola francese ha un frontale cortissimo (sotto il piccolo cofano scorrevole ci sono solo i serbatoi dei liquidi dei freni e del raffreddamento del motore, oltre che del lavavetro) e una coda piuttosto spiovente; vista di fianco ricorda un po' la Fiat 500 (quella di oggi). Grintoso il frontale, con i due “baffi” neri che partono dai fari e mettono in evidenza il grande marchio cromato centrale, mentre la coda ha il portellone completamente in vetro, con i fanali alle estremità, e le feritoie per il motore nei paraurti. L'auto che abbiamo guidato è una 0.9 TCe Energy Sport, la più costosa, con anche i cerchi in lega di 16” (con gomme anteriori più strette delle posteriori, caratteristica comune a tutta la gamma) e le strisce laterali nere.
Ben disegnato
L'abitacolo della Renault Twingo è accogliente, moderno e “vivace”. Entrare è facile (le porte hanno un angolo d’apertura molto ampio); le plastiche (“leggerine” in certi punti e soggette a rigarsi), pur non essendo di una qualità superiore alla media, si mostrano ben lavorate e gradevoli, alla vista e al tatto. Riusciti, in particolare, gli ampi inserti colorati nella plancia e nelle portiere, e il volante sportivo, con la “corposa” corona di piccolo diametro appiattita nella parte bassa. La posizione di guida trae vantaggio dalla possibilità di regolare il sedile e il volante anche in altezza, oltre che dalla generosa escursione in lunghezza della poltrona; peccato solo che il poggiapiedi sinistro sia molto arretrato, e che costringa a stare con il ginocchio un po' troppo piegato. Il cruscotto, semplice, si legge bene, ma ci sarebbe piaciuto, almeno in questa versione un po' “pepata”, avere anche un contagiri a lancetta (e magari un termometro del liquido del motore). A compensare questa carenza di strumenti provvede (in parte) il sistema R&Go, che dialoga via Bluetooth con un qualunque smartphone, facile da posizionare bene in vista su un supporto al centro della plancia. Lo schermo del telefonino può mostrare le mappe scaricate dall'R&Go per navigare anche offline; visualizza rubrica e messaggi, e le informazioni sui brani musicali che si stanno ascoltando nell'impianto dell'auto. In più, il display può mostrare anche informazioni riguardanti la vettura (come, per l'appunto, i giri del motore o i dati del consumo). La nostra vettura montava anche il “clima” automatico: è (a 300 euro) nel pacchetto con i tergicristallo ad accensione automatica (di serie c'è un impianto manuale). Il dispositivo funziona bene, e i comandi sono raggruppati in una plancetta ben disegnata e rifinita, ma lascia perplessi l'impossibilità di chiudere le bocchette nella parte superiore della plancia.
Pratica, ma...
Secondo la casa, il motore posteriore rende la Renault Twingo molto più spaziosa di prima. Noi abbiamo riscontrato che quattro adulti di media statura possono viaggiare senza grossi sacrifici. È anche vero, però, che più di una concorrente consente di portare fino a cinque persone, e che il comfort di chi sta dietro migliorerebbe se i vetri fossero discendenti invece che apribili a compasso; mancano, poi, le maniglie di appiglio sul tetto. Il vero limite, però, è il bagagliaio, piccolo (185-219 litri) e poco sfruttabile data l'altezza di soli 34 cm fino al tendalino; inoltre, per via del motore posto sotto il piano, gli oggetti trasportati tendono a scaldarsi, e non c'è spazio per la ruota di scorta. C'è da dire, comunque, che a divano abbassato la capacità è proporzionalmente migliore (980 litri), e che il sedile destro può abbassarsi in avanti, consentendo di effettuare trasporti “maxi” per la categoria, o addirittura di dormire comodamente in auto (la lunghezza così disponibile supera i 230 cm). Notevole, infine, la disponibilità di vani e tasche nell'abitacolo; c'è un ampio pozzetto anche subito davanti al divano, vicino alle prese Aux e Usb della radio e a quella della corrente (che avremmo preferito, però, nella plancia, per tenere sotto controllo lo strumento collegato).
Quasi sportiva
La Renault Twingo 0.9 TCe Energy S&S Sport ha un motore tre cilindri turbo a benzina da 90 cavalli (derivato “alla lontana” da quello montato sulla Clio e sulla Captur) che, su un'auto così piccola e leggera, va benissimo. Poco rumoroso, non fa mai sentire la tipica voce “zoppa” e sgradevole dei tre cilindri, e trasmette qualche lieve vibrazione solo quando si accelera a fondo a basso regime. Inoltre ha una spinta decisa, oltre che progressiva, e può portare rapidamente la Twingo a velocità elevate. Buono il giudizio sul cambio, dagli innesti precisi (anche se non proprio morbidi), mentre lo sterzo stupisce per il diametro di svolta: 8,6 metri, secondo la casa, un valore record (e in effetti, nei parcheggi e nelle inversioni, la Twingo è agilissima). Su strada aperta e in velocità richiede qualche correzione e non è sempre “fluido” nella risposta, ma nel complesso è un comando più che adeguato. Quanto alla tenuta di strada, ci è parso che l'aderenza sia abbastanza buona, e, soprattutto, che il comportamento sia molto affidabile e intuitivo. Questa Sport si inclina poco di lato in curva, ma è anche “duretta” sullo sconnesso, mentre oltre i 90 orari un po' di rumore (soprattutto dell'aria che fluisce sulla carrozzeria) si fa sentire. Infine, i consumi. Alla fine del test, condotto senza troppo badare all'economia di marcia, il computer di bordo indicava circa 15 km/litro: non male, anche se molto lontani dai 23,3 “ufficiali”.
A 9.650 euro, e ben dotata
Delle nuove Twingo c'è già il listino, che parte dai 9.950 euro della versione Sce 70 (quella spinta da un tre cilindri “mille” a benzina con 71 cavalli) nell'allestimento “base” Wave (che include chiusura centralizzata, Esp e quattro airbag). Ma per avere un pizzico di comfort conviene la Sce 70 Live (11.550 euro), che aggiunge il “clima”, gli alzavetro elettrici, la radio R&Go e il volante regolabile in altezza. Chi, poi, volesse una brillante 0.9 TCe a un prezzo più basso della Sport della nostra prova, potrà scegliere una Energy “base”, con cerchi in lega di 15” e interni meno caratterizzati; il listino è di 13.500 euro. Per tutte, comunque, sono previsti sconti sostanziosi già in fase di lancio.
Secondo noi
PREGI
> Agilità. Dimensioni contenute, diametro di volta molto ridotto e sterzo diretto la rendono ideale nel traffico.
> Connettività. Già di serie c'è la possibilità di sfruttare il proprio smartphone per avere il navigatore e altre interessanti funzioni.
> Motore. Brillante e fluido nel funzionamento, è silenzioso e non vibra.
DIFETTI
> Bagagliaio. A divano su è piccolo e poco sfruttabile, e gli oggetti contenuti tendono a riscaldarsi.
> Quinto posto. A differenza di altre citycar, la Twingo non può portare più di quattro persone.
> Ruota di scorta. Chi la ritiene indispensabile dovrà rassegnarsi a tenerne una nell'abitacolo.