La Seat Alhambra è la gemella della Volkswagen Sharan (qui il primo contatto della due litri a gasolio). La spagnola, però, punta su uno stile più dinamico (anche se, alla fine, cambia soltanto il muso) e su prezzi più aggressivi. Rispetto alla precedente generazione, cresce poi di ben 22 cm in lunghezza, toccando quota 485. La novità più significativa della Seat Alhambra è costituita dalle porte posteriori, ora non più incernierate al montante centrale ma scorrevoli; una modifica che ha fatto sparire i vetri posteriori apribili. In ogni caso, sono comode per entrare e uscire dall’auto anche nei parcheggi a pettine più stretti, e nemmeno pesanti da muovere come quelle di alcune concorrenti (benché la maniglia non sia proprio comoda da impugnare). Ma se siete pigri e le volete azionare elettricamente dovrete spendere 940 euro (prezzo che include l’apertura motorizzata del portellone) e passare alla ricca versione Style: costa 2.500 euro in più della Referente ed è anche l’unica che può avere a pagamento i cerchi in lega di 17’, i fari bi-xeno, gli interni in pelle e il navigatore.
In questo allestimento “base” della Seat Alhambra, i due posti supplementari si pagano a parte e non poco: 1.000 euro; ma scompaiono sotto il pavimento del bagagliaio con un semplice gesto della mano e non sono affatto “di fortuna”. Infatti, due adulti ci stanno piuttosto comodi, potendo contare su un adeguato spazio per testa e gambe: basta far scorrere un po’ in avanti i sedili della seconda fila. Questi ultimi, si possono anche ripiegare per formare un vano di carico piatto: un bel passo avanti rispetto alla vecchia Seat Alhambra dove le poltroncine dovevano essere rimosse e messe da qualche parte per poter sfruttare tutto lo spazio. Al tatto, i materiali appaiono di qualità, le finiture ben fatte e tutto questo si aggiunge a un design curato. Apprezzabili pure le buone regolazioni di volante e sedile di guida (lo schienale s’inclina millimetricamente, girando una “rotella”, e non a scatti). Meno convincente la visuale: gli specchietti (che nella calotta integrano la freccia, soluzione che la espone agli urti e li rende più costosi da riparare) sono piuttosto piccoli; inoltre, non si ha una buona percezione di dove finisca il muso. In manovra, quindi, meglio affidarsi ai sensori di parcheggio (445 euro).
Grazie alla doppia sovralimentazione (compressore volumetrico e turbo), questo piccolo 1.4 spinge con una discreta vivacità (la Seat Alhambra pesa quasi 1,7 tonnellate a vuoto) dai 1500 ai 6000 giri della zona rossa. Nel misto e in città, il “motorino” si difende con onore, mentre soffre un po’ in autostrada: sopra i 100 km/h le riprese si fanno “flemmatiche” anche scalando marcia. In accelerazione, invece, il 1.4 TSI tiene testa al “fratello maggiore” (è un due litri) a gasolio. Il cambio manuale a sei marce si rivela piuttosto legnoso e neanche molto preciso se usato velocemente, ma ha l’utile suggeritore di cambiata: seguendo le indicazioni che appaiono nello schermo centrale del cruscotto, ci si trova a viaggiare spesso attorno ai 1500 giri, con il motore pronto a riprendere senza scalare. Un bell’aiuto per abbattere i consumi della Seat Alhambra; mentre al semaforo provvede il sistema Start/Stop a spegnere il motore e a riavviarlo quando si preme la frizione per inserire la prima. Rispetto al due litri a gasolio, questo 1.4 a benzina ha una coppia massima inferiore (240 Nm contro 320) ma disponibile da appena 1500 giri fino a 4000: quindi l’erogazione è più omogenea. Da criticare, invece, la decisione di non abbinare il 1.4 al veloce cambio robotizzato a doppia frizione DSG: un matrimonio già celebrato per altri modelli del gruppo Volkswagen.
Scegliendo la Seat Alhambra nell’allestimento Reference non c’è il rischio di farsi prendere la mano dagli accessori. Infatti, come accennato, i più “sfiziosi” sono riservati alla Style. In compenso, si può arricchire la vettura con il regolatore di velocità (240 euro) e le guide sul tetto nere (200 euro). Chi ha figli piccoli apprezzerà i due posti della seconda fila con seduta rialzabile per i bambini (200 euro cadauno), mentre chi userà questa grande monovolume per i traslochi farà bene a mettere mano al portafogli per il Cargo Pack (245 euro per la rete divisoria, quella del bagagliaio e il sistema di gestione dei bagagli), magari in abbinamento alle sospensioni autolivellanti, che mantengono costante l’assetto anche a pieno carico (495 euro). Per la sicurezza, comunque, la Reference ha di serie tutto quanto ci si aspetta da un’auto da famiglia: sette airbag (quello frontale destro è disattivabile per montare il seggiolino dei bimbi), l’irrinunciabile Esp, l’indicatore di pressione dei pneumatici e l’avvisatore di mancato allacciamento delle cinture anteriori. Non mancano il climatizzatore a tre zone, la radio, il computer di bordo e gli specchietti riscaldabili e regolabili elettricamente.
PREGI
> Porte scorrevoli. Visti i 190 cm di larghezza, nei parcheggi stretti sono il miglior modo per uscire con agio.
> Sette posti. I due sedili supplementari non sono regalati. Ma risultano comodi e si estraggono facilmente dal fondo del baule.
> Motore. Da meno di 2000 giri ai 6000 è sempre vivace e solo in autostrada mostra i suoi limiti.
DIFETTI
> Cambio. Quello manuale non solo è l’unica scelta, ma è un po’ legnoso da azionare. Si avverte la mancanza del robotizzato DSG a doppia frizione.
> Optional. Molti accessori importanti non sono disponibili per la Referente: bisogna passare alla più costosa Style. E i preziosi sensori di parcheggio si pagano.
> Vetri fissi. Si abbassano soltanto i finestrini anteriori: indispensabile ricorrere in ogni momento all’aria condizionata. Almeno quelli posteriori apribili a compasso potevano montarli.
Cilindrata cm3 | 1.968 |
No cilindri e disposizione | 4 in linea |
Potenza massima kW (CV)/giri | 110 (150)/5800 |
Coppia max Nm/giri | 240/1500-4000 |
Emissione di CO2 grammi/km | 167 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 6 + retromarcia |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi autoventilanti |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 485/190/172 |
Passo cm | 292 |
Peso in ordine di marcia kg | 1696 (versione a 7 posti) |
Capacità bagagliaio litri | 267/2430 (versione a 7 posti) |
Pneumatici (di serie) | 205/60 R16 |
La Seat Alhambra è disponibile con due motori: il 1.4 TSI a benzina da 150 CV e il 2.0 TDI declinato in due livelli di potenza, 140 e 170 CV. Il pratico cambio robotizzato a doppia frizione è disponibile solo per i diesel, sulla 170 CV è di serie. | |||||||||
Versione | Prezzo | Alim | cm3 | CV/kW | km/h | 0-100 | km/l | CO2 | kg |
1.4 TSI Reference | 28.500 | B | 1390 | 150/110 | 197 | 10,7 | 13,8 | 167 | 1723 |
1.4 TSI Style | 31.000 | B | 1390 | 150/110 | 197 | 10,7 | 13,8 | 167 | 1723 |
2.0 TDI Reference | 30.500 | D | 1968 | 140/103 | 194 | 10,9 | 18,2 | 143 | 1774 |
2.0 TDI Reference DSG | 32.400 | D | 1968 | 140/103 | 191 | 10,9 | 17,5 | 149 | 1803 |
2.0 TDI Style | 33.000 | D | 1968 | 140/103 | 194 | 10,9 | 18,2 | 143 | 1774 |
2.0 TDI Style DSG | 34.900 | D | 1968 | 140/103 | 191 | 10,9 | 17,5 | 149 | 1803 |
2.0 TDI Style DSG | 36.100 | D | 1968 | 170/125 | 204 | 9,8 | 16,9 | 154 | 1776 |
Prezzo minimo | Prezzo medio | ||
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Seat Alhambra usate 2019 | 34.600 | 36.100 | 2 annunci |
Seat Alhambra usate 2020 | 26.349 | 27.060 | 8 annunci |