È cresciuta ma di poco
La suv giapponese è arrivata alla quarta generazione: tutta nuova, è più lunga di 3,5 cm, più alta di un paio e più larga di quattro. Anche il passo è aumentato di 2,5 cm, a vantaggio delle gambe di chi siede sul divano. La linea, invece, non è stata stravolta: le fiancate sono sempre alte e lisce e le superfici vetrate ampie. Il parabrezza, poi, è stato avanzato di quasi 14 cm ed è meno “in piedi”. Rispetto alla Subaru Forester che esce di listino, i fari sono più “cattivi” (grazie anche alle luci diurne a led a forma di “C”) e i fanali hanno una forma più mossa. Già visti i motori 2 litri benzina e turbodiesel (da 150 CV il primo e 147 il secondo, che ora dichiarano consumi inferiori) e i cambi (manuale a sei marce oppure, optional a 2.300 euro per il primo, CVT a variazione continua di rapporto). La novità è il due litri turbo a iniezione diretta: ha ben 240 cavalli e non condivide un bullone con l'altro 2.0 a benzina. Abbinato esclusivamente al cambio CVT, è proposto col solo allestimento Dynamic, che si distingue per la dotazione più generosa e per i paraurti più aggressivi. Grazie anche ai suoi sette airbag di serie, la vettura ha meritato il massimo dei voti nei più recenti crash test Euro NCAP. La Subaru Forester da noi guidata non ha praticamente rivali: altre suv a benzina sono altrettanto potenti, ma molto meno adatte al fuori strada, meno generose nella dotazione e più care (l’Audi Q5 2.0 TFSI da 224 CV con cambio automatico Tiptronic parte da 46.650 euro, la BMW X3 xDrive28i da 245 CV “sfonda” il muro dei 50.000), oppure sono molto più lunghe e a sette posti (la Fiat Freemont 3.6 V6 Lounge AWD automatica, a 35.450 euro).
Benvenuti a bordo
Entrare e uscire dall'abitacolo di questa nuova Subaru Forester è comodo: le portiere sono ampie e hanno un grande angolo di apertura, la soglia di ingresso è stata abbassata e lo scalino fra quest'ultima e il pavimento è ridotto. Inoltre, estese guarnizioni sottoporta evitano che il fango si depositi sui longheroni e vada a sporcare i pantaloni. Davanti lo spazio è ampio ma è soprattutto dietro che si “largheggia”: anche con le poltrone totalmente arretrate, chi sfiora i 190 cm di statura ha ancora una decina di centimetri liberi per le ginocchia e una spanna d’aria sopra la testa. Il tunnel centrale, poi, è passato da 15 a 8 cm di altezza, rendendo più comodo il posto centrale sul divano (che, però, ha uno schienale piuttosto pronunciato). Anche il baule è aumentato, passando da 450 a 483 litri (sugli altri allestimenti, privi di portellone motorizzato, sono 490). Inoltre al suo interno sono presenti due leve che, tirate, fanno ripiegare lo schienale del divano; anche se non si ottiene un piano uniforme (rimane un segmento leggermente inclinato), non c'è più lo scalino che si formava sulla “vecchia” Subaru Forester. Peccato, però, che così dai 1660 litri della precedente generazione ora ci si fermi a 1573 (compresi i vani sotto il piano, al posto della ruota di scorta, grandi quanto un paio di scatole da scarpe).
Visuale ok
Il sedile di guida ha le registrazioni elettriche (assenti invece su quello destro, che non ha neppure quella manuale per l’altezza) e, grazie anche alle estese regolazioni del volante, trovare la corretta posizione è facile. Seduti in alto, si domina la strada e la visibilità è molto buona in ogni direzione. Merito dell'estesa superficie vetrata e dei montanti sottili: la Subaru Forester dà subito confidenza e gli ingombri sono facilmente percepibili (in ogni caso, di serie c'è una telecamera per la retromarcia). Il cruscotto ha un aspetto tradizionale, quasi spoglio; la plancia è lineare. Ogni comando è intuitivo e facile da trovare, ma di originalità neppure l'ombra: inoltre, non bastano una plancia rivestita in materiale morbido o gli interni in pelle (estesa anche a parte delle porte) per conferire all'abitacolo un aspetto lussuoso. Molte plastiche, infatti, sembrano prelevate da un'utilitaria e non mancano dettagli stonati: i meccanismi del tetto apribile in vetro sono a vista, manca l'illuminazione degli specchietti sulle alette parasole, dietro mancano le bocchette dell'aria e la copertura dell'estensione del piantone dello sterzo, in tessuto tagliato male, lascia intravedere la meccanica. Senza contare che, su questo allestimento (il più ricco), l’impianto audio di alta qualità esclude il navigatore (di serie sulla meno ricca versione Exclusive, riservata però agli altri motori).
Sicura su ogni fondo
Il potente due litri boxer si avvia premendo un tasto e, fin dai primi metri, si mette in luce per silenziosità e assenza di vibrazioni. La spinta, comunque, è corposa e i 221 km/h di velocità massima ufficiali sembrano alla sua portata, come i 7,5 secondi necessari per passare da 0 a 100 km/h. Meno credibili i consumi omologati, che parlano di 11,8 km/l: nel nostro sali e scendi per le colline veronesi, il computer di bordo ha sempre indicato percorrenze abbondantemente sotto i 10 km/l. Il cambio CVT è ben accordato al 2.0 e, a meno di non affondare di colpo sul pedale del gas, non tiene il motore su di giri in maniera fastidiosa come altre unità provate in passato. Inoltre, è possibile selezionare manualmente le marce (benché solo virtuali), col sistema che reagisce abbastanza velocemente ai comandi sulle palette dietro al volante. Su quest'ultimo sono poi presenti due pulsanti che attivano le modalità Sport e Sport Sharp: “incattiviscono” l'erogazione del motore e lo tengono più alto di giri per privilegiare le prestazioni. Senza essere una sportiva, la Subaru Forester può contare su uno sterzo piuttosto preciso e su sospensioni ben “ferme”: se da un lato la tenuta in curva è alta e l'auto non dondola, dall'altro le asperità dell'asfalto non vengono assorbite molto efficacemente. La trazione integrale è infine una vecchia conoscenza delle Subaru: la coppia arriva sempre a tutte e quattro le ruote (normalmente per il 60% all'anteriore e per il 40% dietro; 50/50 sulle vetture con cambio manuale), e viene “spostata” alle singole ruote in base a parametri quali la loro aderenza, l’angolo di sterzata, la velocità e l’accelerazione laterale. Dato che, poi, il sistema provvede anche a compensare il sovrasterzo e il sottosterzo (cioè quando l'auto in curva “scappa via di coda” o “va via diritta”) modificando la distribuzione della coppia motrice, la Subaru Forester risolta sempre molto intuitiva e anche le rotonde più strette e con fondo viscido si possono affrontare veloci sentendosi come sui binari. In fuori strada, poi, si può contare sul sistema X-Mode, attivabile con un pulsante fino a 40 km/h: l'elettronica interviene automaticamente per ottimizzare la trazione sui fondi difficili e, sui pendii più ripidi, controlla automaticamente la velocità senza richiedere interventi né sul freno né sull'acceleratore: anche senza marce ridotte, la macchina ha capacità fuoristradistiche superiori a quelle di molte suv più “stradali”.
Secondo noi
PREGI
> Abitabilità. Lo spazio a bordo è molto, anche dietro e sopra la testa.
> Sicurezza. Gli airbag sono sette e ha meritato cinque stelle nei crash test Euro NCAP. La trazione integrale “sempre in presa” aiuta molto anche sui fondi più viscidi.
> Visibilità. La Forester è una delle rare suv moderne a offrire una visibilità molto buona: i montanti sono sottili, i vetri ampi ed è intuitivo percepire gli ingombri.
DIFETTI
> Comfort. Sulle asperità più marcate dell'asfalto l'assorbimento delle sospensioni non è adeguato a una suv dedicata alla famiglia.
> Dettagli. Su un'auto da quasi 45.000 euro non ci saremmo aspettati di trovare plastiche poco curate e meccanismi del tetto a vista.
> Navigatore. Su questo allestimento, che è il più ricco della gamma, non è previsto e non è disponibile neppure come optional.