*Più tasse locali, diverse a seconda del paese d'immatricolazione
Futuro su strada
Con l’avvio, negli scorsi mesi, della commercializzazione della Toyota Mirai in Giappone e negli Stati Uniti, attraverso la tecnologia delle fuel cell (le celle a combustibile, che forniscono energia a un motore elettrico) in questi due paesi l’alimentazione a idrogeno è passata dai laboratori di ricerca alle strade di tutti i giorni. Ora, le vendite della Mirai (tradotto dal giapponese, il suo nome significa Futuro) iniziano anche in Europa: per il momento, però, non ancora in Italia, a causa di una serie di problemi legislativi relativi alla realizzazione delle stazioni di rifornimento di idrogeno.
Linee ispirate a gocce d’acqua
Che la Toyota Mirai nasconda qualcosa di diverso lo si nota al primo sguardo: il frontale, con le due grandi bocche laterali, sembra sottolineare il fatto che, per “vivere”, la Mirai abbia bisogno di “mangiare” aria. E così è, visto che l’ossigeno catturato dall’atmosfera si combina nelle pile chimiche di bordo con l’idrogeno stivato in due bombole, per produrre l’energia elettrica che alimenta il motore producendo come unico scarto semplice acqua (circa 12 litri ogni 100 km). E proprio il tema dell’acqua è riproposto in motivi “a goccia” che segnano le fiancate della fuel cell nipponica. Il posteriore, dalle forme più particolari, è invece studiato per ottimizzare l’aerodinamica del veicolo. Il sottoscocca è completamente piatto e presenta solo un piccolo ugello posteriore da cui scaricare l’acqua prodotta e ancora immagazzinata a bordo (l’operazione può essere comandata anche premendo semplicemente un tasto nella plancia): il liquido che esce è puro, ma passa attraverso tubazioni non appositamente realizzate per usi alimentari.
Abitacolo senza guizzi
L’interno della Toyota Mirai un po’ delude, al primo impatto: da una vettura tecnologicamente così avanzata ci si aspetterebbero effetti speciali… Invece, niente maxischermi, ma una plancia che presenta un “semplice” display a sfioramento; la strumentazione digitale, nella parte superiore centrale, è chiara e ben leggibile, ma non certo sfiziosa. I tasti e i pulsanti sono comuni ad altre Toyota. Le onde nella plancia, che a loro volta ricordano l’acqua, poi, sono caotiche nel loro incrociarsi, e i vani nella consolle centrale sono piccoli. Bocciata, quindi? Tutt’altro: è guidando la Mirai che si apprezzano la razionalità del suo abitacolo e la disposizione semplice ma intuitiva dei comandi. Le poltrone sono comode e riscaldabili, anche quelle posteriori; sotto il grande bracciolo centrale si nasconde un pratico sistema di ricarica a induzione per il cellulare. Il sistema di regolazione a sfioramento della climatizzazione permette, poi, di impostare la temperatura della zona di destra o di sinistra facendo scivolare il dito lungo uno dei due piccoli canali longitudinali che si trovano ai lati del cambio. I rivestimenti di parte della plancia sono soffici e i materiali, in generale, di qualità. Le tasche delle portiere sono ampie e profonde. Per quel che riguarda lo spazio, davanti è abbondante. Dietro, invece, solo chi è alto un metro e 90 centimetri o più non si troverà bene: per salire a bordo dovrà piegare la testa e, poi, rischierà di toccare contro il soffitto della vettura. Inoltre, il fatto di non potere infilare i piedi sotto le poltrone anteriori non piacerà a chi ha le gambe più lunghe della media. In larghezza, invece, i due posti separati offrono tanto spazio. Nota negativa, piuttosto, per il bagagliaio: per una vettura lunga 489 cm, 361 litri non sono molti (se si viaggia in quattro c’è spazio solo per le borse per un weekend, o poco più).
Bombole a prova di proiettile
La principale fonte energetica che alimenta il motore elettrico della Toyota Mirai è rappresentata dalle pile chimiche, rifornite costantemente dall’ossigeno preso dall’atmosfera e dall’idrogeno contenuto nei serbatoi: si tratta di 370 celle da 1 Volt l’una, collegate in serie. L’elettricità che producono viene in parte utilizzata dall’unità motrice, e in parte assorbita dai sistemi di bordo, ma può essere sfruttata anche per ricaricare una seconda batteria (al nichel-metallidruro) che fornisce energia nelle partenze da fermo del veicolo e supporta le fuel cell nelle accelerazioni più forti. Come nelle ibride tradizionali, questo secondo accumulatore immagazzina l’energia recuperata in fase di decelerazione e nelle frenate. Per motivi di sicurezza e per abbassare il baricentro dell’auto, i due compatti serbatoi di idrogeno sono sistemati sotto le due poltrone posteriori e tra le ruote dietro: le bombole, della capacità complessiva di circa 5 kg, garantiscono 500 km di autonomia e sono realizzate dalla stessa Toyota con un materiale speciale a base di fibra di carbonio (la loro sicurezza è stata testata, oltre che con prove di urto e di incendio, anche bersagliandole di proiettili). Rifornire la Mirai è semplicissimo: si utilizza un bocchettone simile a quello dei distributori di metano e, per il pieno, bastano 3 minuti.
Briosa e confortevole
Su strada, questa Toyota Mirai è piacevole da guidare quanto una vettura elettrica. Silenziosissima alle basse e medie andature, anche ai 130 km/h autostradali mantiene un elevato comfort acustico, paragonabile a quello di una berline premium a benzina: si avvertono un certo rumore dovuto al rotolamento dei pneumatici e qualche fruscìo aerodinamico, ma per chiacchierare non occorre alzare la voce. Non disturba neppure il leggero ronzio di sottofondo prodotto dal compressore d’aria che rifornisce le fuel cell, più evidente quando si chiede massima potenza. Agile in città, con uno scatto che all’occorrenza si fa brillante, l’auto svicola bene nel traffico nonostante la lunghezza. La visibilità è abbastanza buona anche se, in determinate condizioni di luce, alcuni riflessi sul parabrezza possono dare fastidio. Stabile nei lunghi curvoni autostradali, anche se con uno sterzo migliorabile per servoassistenza, la Mirai arriva abbastanza presto alle velocità prossime ai 178 km/h massimi, possibili sulle autostrade tedesche dove abbiamo testato l’auto in anteprima. I 154 CV spingono con fluidità e progressione costante; premendo il tasto “power”, poi la vettura acquista ulteriore brillantezza e risulta persino divertente. I consumi? Al termine dei 162 km del test, percorsi fra scatti nervosi nel traffico cittadino e sprint autostradali, il computer di bordo ha segnato un valore di 1,2 kg/100 km, distante ma non troppo da quello medio (0,76 kg/100 km) omologato.
Leasing “furbo”
La Toyota Mirai ha un prezzo europeo di 66.000 euro più tasse locali; la Toyota preferisce però proporla con una formula di leasing tutto compreso, con un costo della rata che oscilla, a seconda del paese, intorno ai 1.000 euro al mese. Il contratto prevede 4 anni di utilizzo e la successiva restituzione del mezzo, con garanzia Toyota, pneumatici e spese di manutenzione ordinaria inclusi. Da aggiungere solo il costo del carburante, che in Germania è venduto a 9,5 euro al kg. Per ora, in Italia la Toyota non propone la Mirai alla sua clientela: se la si vuole, è possibile acquistarla in Germania. Per usarla senza problemi di rifornimento e di autonomia, però, meglio non allontanarsi dal Trentino Alto Adige: la Mirai, infatti, immagazzina nelle sue bombole l’idrogeno a 700 bar, mentre l’attuale legge nazionale limita a 350 bar la pressione di erogazione di questo combustibile dalla colonnina di rifornimento, il che comporterebbe un incompleto riempimento delle bombole e una riduzione dell’autonomia della vettura. Fa eccezione, però, il distributore attivo nella città di Bolzano: che, grazie a una deroga varata dalla provincia, permette appunto il pieno a 700 bar, la pressione necessaria per assicurare il completo riempimento dei serbatoi.
Secondo noi
Pregi
> Comfort - Come molte elettriche è silenziosa e confortevole alle basse andature, ma le orecchie di chi è a bordo ringraziano anche alle medie e alte velocità.
> Immagine - Guidare il futuro è uno sfizio appagante, e se l’auto è intestata all’azienda ci guadagna pure la percezione presso il pubblico.
> Rispetto ambientale - Non inquina: emette vapore acqueo.
Difetti
> Bagagliaio - Il vano è piccolo: serbatoi e “power unit” portano via tanto spazio.
> Interni - Dall’auto più tecnologica in commercio ci si aspetterebbero soluzioni per l’abitacolo da lasciare a bocca aperta, ma qui trionfa l’understatement.
> Rifornimento - Tranne che in Alto Adige, fare il pieno d'idrogeno in Italia al momento è praticamente impossibile.