La spider compatta con la stella a tre punte conserva la soluzione del tetto rigido con apertura elettrica. Vanta un’ottima tenuta di strada e ha uno sterzo preciso: su strada è divertente da guidare, anche se il cambio non è l’ideale nell’uso sportivo. Ben sfruttabili i 184 CV del 1.8 turbo.
Posizione di guida | (1 vote) |
Cruscotto | (1 vote) |
Visibilità | (1 vote) |
Comfort | (1 vote) |
Motore | (1 vote) |
Ripresa | (1 vote) |
Cambio | (1 vote) |
Frenata | (1 vote) |
Sterzo | (1 vote) |
Tenuta di strada | (1 vote) |
Dotazione | (1 vote) |
Qualità/prezzo | (1 vote) |
Anche l’ultima generazione della spider compatta Mercedes ripropone il tetto metallico che scompare elettricamente sotto il cofano posteriore, ma rispetto alle precedenti accentua la sua sportività, e non soltanto nell’aspetto: nei percorsi tortuosi sfoggia notevole agilità ed elevata tenuta di strada. Fluido nell’erogazione e piuttosto brillante il 1.8 turbo che, però, è abbinato a un cambio manuale perfettibile nella manovrabilità. La Premium, con navigatore, interni in pelle e fari bixeno, è ben più ricca e costosa della Sport. Eppure non mette al riparo da integrazioni a pagamento...
Rispetto alle due che l’hanno preceduta, la nuova generazione della “piccola” spider Mercedes con il tetto rigido ripiegabile è stata ammodernata nell’estetica: ora ha un frontale squadrato e linee più taglienti, ispirate a quelle della SLS. L’allestimento Premium dell’esemplare in prova accentua la sportività con elaborati paraurti e minigonne marchiati AMG (il reparto sportivo della casa tedesca) e con il rivestimento in alluminio dei due roll-bar dietro gli schienali. Questa versione è spinta da un 1.8 turbo a iniezione diretta di benzina da 184 CV (parecchi, ma c’è chi offre di meglio), che si fa apprezzare per l’erogazione fluida e regolare e per i consumi ragionevoli. La ripresa, però, è penalizzata dalla lunghezza della sesta marcia, e neppure la manovrabilità del cambio è quella che ci si aspetta in una sportiva: la leva offre innesti contrastati e non propriamente rapidi.
Fra le curve, comunque, la SLK non delude: maneggevolezza e tenuta di strada sono elevate, anche se il comfort sullo sconnesso risente delle sospensioni rigide. All’altezza delle aspettative anche lo sterzo, tanto rapido e progressivo quanto preciso nella risposta; a richiesta quest’ultimo si può avere anche con rapporto variabile (diventa più diretto man mano che aumenta il grado di rotazione del volante).
Il prezzo è salato, ma ciononostante per avere il “clima” automatico si deve sborsare una cifra extra (di serie c’è quello manuale), e lo stesso vale per i sensori di parcheggio (anteriori e posteriori). Puntando sull’allestimento Sport si risparmiano diverse migliaia di euro ma si deve rinunciare ad accessori qualificanti che nella Premium sono di serie, come gli interni in pelle, il navigatore e i fari bixeno.
L’abitacolo è rifinito a dovere e arricchito con numerose “citazioni” della SLS, ma di serie c’è il “clima” manuale e per averlo automatico si deve sborsare una cifra extra. Lo spazio in larghezza è tagliato di misura per i due occupanti, separati dall’alto tunnel, ma l’agio per le gambe e la testa non manca. Discutibile, però, l’assenza di un ripiano per riporre qualche oggetto o un soprabito: nel caso, non resta che usare il bagagliaio, che non è collegato all’abitacolo ma, comunque, è sufficientemente capiente per una sportiva.
Plancia e comandi
L’aria “di SLS” si respira anche nel lussuoso abitacolo, perché nel ponte di comando le somiglianze non mancano: identiche le quattro bocchette del clima disposte lungo la fascia centrale, simili il volante con la corona schiacciata inferiormente e i classici strumenti analogici con cornice argentea. In cima alla consolle troneggia lo schermo di 5,8 pollici del navigatore (che mostra anche le funzioni della radio e del vivavoce Bluetooth: il tutto si gestisce da un pomello nel tunnel), mentre non fa altrettanto bella figura il semplice climatizzatore manuale (quello automatico si paga a parte). I più sportivi gradiranno la ben dimensionata pedaliera in acciaio inox, giustamente provvista di gommini antiscivolo.
Abitabilità
L’impostazione è sportiva, con i due occupanti che siedono “incastonati” fra il prominente tunnel centrale e le portiere, ma in ogni caso lo spazio in lunghezza non delude e anche i più alti riescono a trovare agio per le gambe; più che sufficiente anche l’aria sopra la testa, pur se a tetto chiuso l’accessibilità risulta poco agevole. A parte il cassetto di fronte al passeggero - che non è piccolo (6,4 litri), prevede l’illuminazione ed è protetto da serratura a chiave - lo spazio per riporre qualche oggetto è limitato: manca un ripiano per una giacca e neppure è prevista una botola di collegamento col vano di carico.
Bagagliaio
Il baule non è grande, ma le rivali offrono meno dei 335 litri della SLK e, comunque, l’occorrente per una vacanza in due può essere stivato senza problemi: meglio, però, usare borsoni morbidi e trolley, più adatti a sfruttare meglio il volume a disposizione (la forma interna è poco regolare). A tetto aperto si perdono 23 cm di altezza e 110 litri di capacità, ma soprattutto si assottiglia molto l’imboccatura. Utili gli elastici nel fondo, che permettono di assicurare qualche oggetto oppure il frangivento.
Compatta e provvista d’un raggio di svolta contenuto, la SLK si difende bene anche in città, sebbene le sospensioni rigide non favoriscano il comfort sui fondi dissestati: l’assetto rivela i suoi pregi fra le curve, dove agilità e tenuta di strada sono da vera sportiva. Piacevolmente vigoroso il motore, che si apprezza anche per i consumi ragionevoli e per la silenziosità, che non lasciano a desiderare neppure ad andatura autostradale; la manovrabilità del cambio, però, non è all’altezza del resto.
In città
Con una lunghezza limitata a 413 cm e un raggio di svolta contenutissimo (10,3 metri per un’inversione a U: un valore da utilitaria) la SLK potrebbe essere una cittadina perfetta se non fosse… per le sospensioni: hanno una taratura sportiva e fanno sentire buche e pavé. Inoltre, la visibilità posteriore è scarsa e, soprattutto col tetto chiuso, valutare gli ingombri della coda è difficile. E i sensori posteriori, offerti in pacchetto con quelli davanti, sono cari.
Fuori città
I frangivento solidali ai roll-bar (volendo, integrabili con una retina che copre tutta la larghezza dell’abitacolo) funzionano a dovere e permettono di godersi la guida a cielo aperto anche ad andature relativamente elevate. Il massimo del piacere, naturalmente, si raggiunge nei percorsi tortuosi: agilità e precisione dello sterzo sono ai massimi livelli. Eventuali accenni di sovrasterzo (ossia la tendenza della coda ad allargare la traiettoria) si verificano soltanto quando ci si avvicina – magari in piena accelerazione – ai limiti di aderenza, ma vengono prontamente gestiti dall’Esp.
In autostrada
Capace di una spinta tanto energica quanto fluida quando si affonda il piede sull’acceleratore, il 1.8 turbo riesce anche a essere “burroso” in autostrada: a 130 orari lavora a soli 2600 giri senza farsi sentire, come pure è ottimale (ovviamente a tetto chiuso) l’isolamento dal rumore dell’aria. La rapportatura distesa del cambio – che peraltro è perfettibile nella manovrabilità – fa sì che le riprese, pur rapide, non siano da record; in compenso giova al contenimento dei consumi: una media autostradale di 11,4 km/l non è niente male, per un’auto così potente.
La dotazione di sicurezza è adeguata al prezzo della vettura e include anche i fari bixeno; volendo, la si può arricchire con accessori “tecnologici”, fra i quali il cruise control attivo e il sistema anticollisione. L’Euro NCAP non ha ancora esaminato l’attuale SLK, che rispetto alla precedente – alla quale all’epoca fu assegnato un punteggio di quattro stelle su cinque – vanta pure l’introduzione degli airbag laterali.
La SLK di nuova generazione non è stata ancora sottoposta ai crash test dell’Euro NCAP: gli ultimi risultati disponibili si riferiscono alla versione lanciata nel 2002, che aveva riportato un punteggio di quattro stelle (su un massimo di cinque). Dall’attuale è lecito attendersi di meglio, dato che oltre a una scocca riprogettata con i parametri attuali sono stati introdotti gli airbag per la testa, precedentemente assenti: sono integrati in quelli laterali, soluzione imposta dalla presenza dell’hard-top con apertura elettrica. Oltre ai controlli elettronici di trazione e stabilità sono di serie i fendinebbia, i fari bixeno (assenti nella versione Sport), i sensori di pressione delle gomme e il cruise control. Quest’ultimo può essere integrato (a pagamento) con il radar che lo rende “attivo”, ossia capace di mantenere automaticamente la distanza di sicurezza dal veicolo che precede; inoltre, si può aggiungere il dispositivo Pre-safe Brake: grazie al Brake Assist Plus avvisa del pericolo di collisione e, per evitare o mitigare le conseguenze di un impatto, frena automaticamente l’auto (se necessario fino all’arresto completo). Fra gli optional non manca il differenziale posteriore autobloccante: è un dispositivo standard soltanto nelle potenti AMG Performance, che migliora la trazione e il comportamento della vettura nella guida al limite.
Nella sostanza la Premium non si discosta dalla più economica – si fa per dire – Sport, ma offre una dotazione più ricca e, soprattutto, ha un assetto più sportivo che ne esalta le qualità dinamiche: pur senza disporre di una potenza da record, fra le curve non fa rimpiangere le coupé di specchiata estrazione corsaiola offrendo, in più, il piacere della guida a cielo aperto. In definitiva la SLK è un giocattolo elegante e ben fatto, ma anche poco pratico e piutosto costoso, ancor più se si aggiunge qualche accessorio.
Vero che la Sport permette di tenersi in tasca svariate migliaia di euro senza rinunciare né al fascino né alla sostanza, ma a dispetto della denominazione è meno “sportiva” della Premium, che monta molle, ammortizzatori e barre antirollio più rigidi e che ha pure l’assetto ribassato di un centimetro: vuol dire meno comodità sullo sconnesso. ma pure maggiore efficacia fra le curve. Considerato che si tratta di una vettura sportiva (e poco pratica), può valerne la pena. Il rapporto prezzo/dotazione, però, lascia a desiderare: d’accordo che la qualità costruttiva appaia indiscutibile e che di serie ci siano interni in pelle, fari allo xeno e navigatore, ma il “clima” automatico si paga a parte, i sensori di parcheggio sono un’aggiunta da mettere in conto, senza contare che è difficile non lasciarsi tentare dalle bocchette che avvolgono il collo con un getto di aria calda (e che obbligano ad acquistare anche i sedili riscaldabili elettricamente), dal cambio automatico a otto rapporti o dal tetto ripiegabile tutto in vetro che può essere oscurato al tocco di un pulsante…
Finiture
Dalla scelta dei materiali all’attenzione riservata alla cura degli assemblaggi, questa Mercedes non presta davvero il fianco a critiche: pur essendo il modello d’accesso alle scoperte di Stoccarda, non fa certo mancare il lusso.
Frenata
L’impianto ha le caratteristiche che ci si aspetta di trovare in una sportiva di rango: la risposta alla pressione del pedale è pronta, e la notevole potenza non tende a ridursi neppure nell’impiego intenso.
Sterzo
L’esemplare in prova era provvisto del comando a rapporto variabile: è un optional consigliabile perché in cambio di un esborso ragionevole offre prontezza e progressività, nonché quella rapidità di riallineamento che ci si aspetta nella guida sportiva.
Tenuta di strada
Le raffinate sospensioni (davanti con schema MacPherson a doppio braccio oscillante, dietro multilink con cinque bracci), e le gomme larghe e ribassate installate su cerchi di 18 pollici, determinano limiti di aderenza elevati, assieme a notevole rapidità nei cambi di direzione.
Cambio
Se sulla rapportatura lunga si può chiudere un occhio (perché aiuta a consumare e a inquinare meno), altrettanto non vale per la manovrabilità: l’innesto delle sei marce è contrastato e il movimento della leva poco fluido.
Praticità
Molte concorrenti sono provviste di una botola che collega l’abitacolo al baule: nella SLK non c’è, eppure farebbe comodo per ovviare all’assenza di ripostigli, e consentire di riporre una borsetta o una giacca nel baule senza dovervi accedere dall’esterno.
Prezzo
Anche accontentandosi del motorie base, la SLK si paga davvero cara: d’accordo che va messo in conto il blasone del marchio Mercedes ma, almeno, si poteva fare qualcosa di più in termini di dotazione.
Visibilità
Soprattutto con il tetto chiuso, dietro si vede pochissimo, perciò nelle manovre in retromarcia occorre una certa circospezione (oppure i sensori); e non è semplice nemmeno fare l’occhio agli ingombri del lungo muso.
VELOCITÀ MASSIMA | Rilevata | Dichiarata | |
in 5a a 5800 giri | 239,3 km/h | 240 km/h | |
ACCELERAZIONE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
0-100 km/h | 7,4 | 7,3 secondi | |
0-400 metri | 15,1 | 147,5 km/h | non dichiarata |
0-1000 metri | 27,5 | 191,0 km/h | |
RIPRESA | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
1 km da 40 km/h in 5a | 33,9 | 169,2 km/h | non dichiarata |
1 km da 60 km/h in 6a | 32,4 | 156,4 km/h | non dichiarata |
da 40 a 70 km/h in 5a | 8,4 | ||
da 80 a 120 km/h in 6a | 12,0 | non dichiarata | |
CONSUMO | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 9,3 km/litro | 10,8 km/litro | |
Fuori città | 14,7 km/litro | 18,9 km/litro | |
In autostrada | 11,8 km/litro | non dichiarato | |
Medio | 11,9 km/litro | 14,7 km/litro | |
FRENATA | Rilevata | Dichiarata | |
da 100 km/h | 34,4 metri | non dichiarata | |
da 130 km/h | 59,2 metri | non dichiarata | |
ALTRI VALORI | Rilevati | Dichiarati | |
A 130 km/h effettivi il tachimetro indica | 133 km/h | non dichiarata | |
Diametro di sterzata tra due marciapiede | 10,3 metri | 10,5 |
Cilindrata cm3 | 1.796 |
No cilindri e disposizione | 4 |
Potenza massima kW (CV)/giri | 135 (184)/5250 |
Coppia max Nm/giri | 250/1800-4600 |
Emissione di CO2 grammi/km | 149 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 6 (manuale) + retromarcia |
Trazione | Posteriore |
Freni anteriori | Dischi autoventilanti |
Freni posteriori | Dischi |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 413/181/130 |
Passo cm | 243 |
Peso in ordine di marcia kg | 1360 |
Capacità bagagliaio litri | 225/335 |
Pneumatici (di serie) | 225/40-245/35 R18 |
VELOCITÀ MASSIMA | Rilevata | Dichiarata | |
in 5a a 5800 giri | 239,3 km/h | 240 km/h | |
ACCELERAZIONE | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
0-100 km/h | 7,4 | 7,3 secondi | |
0-400 metri | 15,1 | 147,5 km/h | non dichiarata |
0-1000 metri | 27,5 | 191,0 km/h | |
RIPRESA | Secondi | Velocità di uscita | Dichiarata |
1 km da 40 km/h in 5a | 33,9 | 169,2 km/h | non dichiarata |
1 km da 60 km/h in 6a | 32,4 | 156,4 km/h | non dichiarata |
da 40 a 70 km/h in 5a | 8,4 | ||
da 80 a 120 km/h in 6a | 12,0 | non dichiarata | |
CONSUMO | Rilevato | Dichiarato | |
In città | 9,3 km/litro | 10,8 km/litro | |
Fuori città | 14,7 km/litro | 18,9 km/litro | |
In autostrada | 11,8 km/litro | non dichiarato | |
Medio | 11,9 km/litro | 14,7 km/litro | |
FRENATA | Rilevata | Dichiarata | |
da 100 km/h | 34,4 metri | non dichiarata | |
da 130 km/h | 59,2 metri | non dichiarata | |
ALTRI VALORI | Rilevati | Dichiarati | |
A 130 km/h effettivi il tachimetro indica | 133 km/h | non dichiarata | |
Diametro di sterzata tra due marciapiede | 10,3 metri | 10,5 |
Cilindrata cm3 | 1.796 |
No cilindri e disposizione | 4 |
Potenza massima kW (CV)/giri | 135 (184)/5250 |
Coppia max Nm/giri | 250/1800-4600 |
Emissione di CO2 grammi/km | 149 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 6 (manuale) + retromarcia |
Trazione | Posteriore |
Freni anteriori | Dischi autoventilanti |
Freni posteriori | Dischi |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 413/181/130 |
Passo cm | 243 |
Peso in ordine di marcia kg | 1360 |
Capacità bagagliaio litri | 225/335 |
Pneumatici (di serie) | 225/40-245/35 R18 |