MODALITÀ D’EMERGENZA - Non sono solamente i marchi europei a subire le conseguenze dell’attuale crisi dell’industria automobilistica. Infatti anche la Nissan ha annunciato che dovrà tagliare 9.000 posti di lavoro rinunciare al 20% della sua capacità produttiva, nel tentativo di invertire una tendenza che ha portato a una perdita netta nell’ultimo trimestre. Lo ha detto il ceo della casa giapponese Makoto Uchida (nella foto qui sotto), parlando di una “situazione estremamente difficile”, che ha imposto l’abbandono dei punti chiave del piano a medio termine dell’azienda e il passaggio alla “modalità d’emergenza”. Uchida ha anche rivisto al ribasso le previsioni di vendita e gli utili operativi per l’anno fiscale 2024, affermando che sia troppo presto per fare previsioni accurate. La Nissan ha anche deciso di vendere fino al 10% delle suo quote della Mitsubishi, per un incasso di circa 420 milioni di euro.
SCELTE SBAGLIATE - La Nissan sta patendo la concorrenza locale sul mercato cinese, ma un grosso problema potrebbe riguardare gli Stati Uniti, dove non ha una gamma completa di auto ibride, a differenza della concorrente Toyota che invece ha visto aumentare la domanda di questo tipo di veicoli. “Non avevamo previsto che i veicoli ibridi avrebbero avuto una diffusione così rapida”, ha ammesso Makodo Uchida in una conferenza stampa, aggiungendo che apportare alcune modifiche ai modelli principali è stato più complicato del previsto. Forse anche per questo il ceo ha annunciato che rinuncerà volontariamente al 50% del suo compenso mensile, esempio seguito anche dagli altri membri del comitato esecutivo.
PROBLEMI IN CINA E USA - Le nuove misure puntano a generare quasi 3 miliardi di euro di risparmi. “La questione è come farlo velocemente e adattarci alla realtà”, ha detto Uchida. A livello globale, le vendite della Nissan sono calate del 3,8% nella prima metà dell’anno fiscale, fermandosi a 1,59 milioni di veicoli: il calo maggiore è avvenuto in Cina, dove il marchio ha perso il 14,3%, ma anche negli USA le vendite sono scese di quasi il 3% (i due mercati rappresentano insieme quasi la metà delle consegne globali della Nissan).
LA HONDA NON RIDE - Intanto anche la Honda ha recentemente segnalato un calo del 15% dell’utile operativo nel secondo trimestre, principalmente dovuto alla diminuzione delle vendite in Cina: ciò ha causato una perdita del 5% del valore delle azioni della seconda casa automobilistica giappoese.