PROPOSTA RITIRATA - Non andrà in porto la fusione fra la FCA e il Gruppo Renault. Dopo giorni di febbrili trattative, il costruttore italo-statunitense ha ritirato con effetto immediato la proposta di fusione avanzata lunedì 27 maggio, spiegando in una nota che “non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo”. La FCA aveva proposto alla Renault di fondersi e creare una nuova società detenuta al 50/50 da entrambe, con l’obiettivo di sviluppare nuove sinergie, ottenere forti risparmi e diventare il terzo produttore al mondo di automobili, con la possibilità di diventare il primo in caso di accordo con le Nissan e Mitsubishi (già partner della Renault, con la quale hanno un’Alleanza).
RICHIESTE IMPEGNATIVE - Stando alle indiscrezioni, però, le trattative sarebbero state complicate dalle richieste del Governo francese, che detiene il 15,01% del Gruppo Renault ed è il suo principale azionista: pare infatti che lo Stato abbia messo fra le condizioni per arrivare all’accordo la scelta di una città francese come sede operativa della nuova azienda, garanzie sull’occupazione per almeno quattro anni e un posto nel consiglio di amministrazione fra i nove previsti. La Nissan inoltre pare fosse ostile all’operazione, secondo quanto riferito nelle ultime ore dal quotidiano Wall Street Journal, tanto è vero che la Renault temeva che l’accordo con la FCA potesse avere implicazioni sull’Alleanza Renault Nissan Mitsubishi.
MALE I TITOLI - Il fallimento delle trattative ha avuto pesanti strascichi in Borsa, perché all’apertura dei mercati la FCA perdeva il 3,71% e la Renault il 6,80%. Male anche le Nissan e Mitsubishi: alla chiusura della borsa di Tokyo, dove sono quotati, i due costruttori hanno ceduto l’1,7% e il 5,86%.