DECISIONE TARDIVA - Italia, land of? Quattro, viene da dire, non
Panda. Già, perché se la chiusa di due distinti
spot, quello dell'Audi e quello della
Fiat (
più in basso), è lo stesso, solo quello della casa tedesca è ammissibile: parola del giurì dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria. Con una pronuncia non proprio a tempo di record (lo spot risale a fine settembre:
qui la news) ha bloccato la diffusione del filmato, peraltro non più in onda da qualche tempo.
DENIGRATORIO - La motivazione del giurì verte sul fatto che lo spot della Fiat imita la pubblicità dell’Audi, (l'arcinota “Italia, land of quattro”), sfruttandone la notorietà e denigrandone il prodotto. La pubblicità dell'Audi ha un "plot" semplice: si parte da alcuni stereotipi sull'Italia, giocati in positivo, dal sole al bel canto, e si conclude con la frase: “Al di fuori dei luoghi comuni, c’è un mondo da scoprire”. Infine, la chiusa incriminata: “Italia, land of quattro”. Vero, peraltro: le vendite delle versioni a trazione integrale delle Audi, da noi, sono sostenutissime.
IRONIA E SARCASMO - Per la Fiat, che ha affidato il parlato alla voce di Piero Chiambretti, la vera avventura è quella di trovare parcheggio, come dimostra la parte finale dello spot, con una Panda Cross letteralmente incuneata tra due 500L. L'ironia è tagliente, e qualcuno pare non abbia proprio gradito. Il giurì dell’Iap ha stabilito che la comunicazione commerciale della casa italiana è “in contrasto con gli artt. 13 e 14 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale”, che stabiliscono come “deve essere evitata qualsiasi imitazione servile della comunicazione commerciale” e “qualsiasi sfruttamento del nome, del marchio, della notorietà e dell’immagine aziendale altrui”, terminando con il divieto di “ogni denigrazione delle attività, imprese o prodotti altrui, anche se non nominati”. Questa la decisione nel merito, indiscutibile dai profani: quella nel tempo, per contro, appare oggettivamente poco tempestiva.