Lamborghini: 60 anni di supercar

Se la 350 GT aveva rappresentato il biglietto da visita perfetto con cui fare il proprio ingresso nel dorato mondo delle supercar, nel 1966 con la Lamborghini Miura la casa emiliana supera ogni attesa. Disegnata da Marcello Gandini per la carrozzeria torinese Bertone, la nuova berlinetta di Sant’Agata Bolognese stupisce ancora oggi per la sua linea mozzafiato. Annoverata tra le auto più belle e affascinanti di tutti i tempi, eredita dalla 400 GT (il modello che nel 1966 aveva preso il posto della 350 GT) le sospensioni e il motore 3.9 V12 da 350 CV.

Difficile restituire una misura della carica dirompente con cui la Lamborghini Countach all’alba degli anni ’70 ha cambiato per sempre il nostro modo di intendere il concetto di supercar. Nato, come la Miura, dalla visionaria matita di Marcello Gandini, il nuovo bolide ha una forma a cuneo in cui superfici piatte e spigoli vivi si alternano in perfetta armonia tra loro. Nasce così un codice stilistico destinato a influenzare tutte le future super sportive a motore centrale della casa del toro. La Countach è anche il modello più longevo nella storia della Lamborghini: è rimasta in produzione dal 1971 al 1990, totalizzando più di 2000 esemplari e annoverando versioni via via sempre più orientate alla ricerca della velocità, grazie a motori V12 con potenze fino a 455 CV.

Questa rocciosa 4x4, che a prima vista nulla sembra avere a che fare con la filosofia che anima la Lamborghini, in realtà ne rappresenta la passione per le sfide difficili, nonché il costante desiderio di “alzare l’asticella”. Tra le tante supercar nate sotto il segno del toro, la Lamborghini LM 002 è senza dubbio la più “folle”: realizzata in appena 301 esemplari tra il 1986 e il 1993, non poggia, come i tradizionali veicoli fuoristrada, su un telaio a longheroni e traverse, bensì su una struttura tubolare in acciaio molto simile a quella Countach, vettura dalla quale eredita anche il motore 5.2 V12 da 455 CV.

Degna erede della Countach, dal 1990 all’alba del terzo millennio la Lamborghini Diablo ha costituito la punta di diamante della casa del Toro. Bassa, larga e possente, la silhouette rimane fedele a quella a cuneo dell’antenata, pur presentando linee leggermente più morbide. Forniti da un dodici cilindri a V di 60º, appena dietro l’abitacolo a due posti secchi scalpitano ben 492 CV. Nel corso degli anni la gamma si amplia con la versione VT, che con il suo sistema di trazione integrale ad accoppiamento viscoso è la prima supercar di “normale” produzione a quattro ruote motrici. Dopo undici anni e quasi 3000 esemplari venduti, la carriera della Diablo si chiude nel 2001 con la serie Special Edition: 42 esemplari mossi da un 6.0 V12 da 550 CV. 

Naturale evoluzione della Diablo, che sostituisce ai vertici della gamma nel 2002, la Lamborghini Murciélago sfoggia un look più moderno e proiettato al futuro. Tra gli spunti più originali figurano senza dubbio le prese d’aria mobili, nascoste ai lati del vano motore e che, come ali, si sollevano alle alte velocità per dare fiato al V12. Quest’ultimo ha una cilindrata di 6,2 litri e fornisce una potenza di 580 CV. Nel 2006 la cilindrata cresce fino a 6,5 litri sulla versione LP 640, raggiungendo una potenza di 640 CV. Ancora più potenti sono le varianti a quattro ruote motrici LP 650-4 (650 CV, solo con carrozzeria Roadster) e LP 670-4 SV (670 CV). La produzione si ferma l’11 maggio 2010 con l’esemplare numero 4099, una Murciélago LP 670-4 Super Veloce rifinita in un accesissimo Arancio Atlas.

Con più di 14.000 esemplari prodotti tra il 2003 e il 2013, la Lamborghini Gallardo è la prima “baby” supercar di grande successo della casa emiliana e raccoglie idealmente l’eredità di tutte le precedenti “piccole” Lambo che, come la Jalpa degli anni ’80 e il prototipo Calà del decennio successivo, avevano avuto scarsa fortuna. La linea, bassa e spigolosa, evidenzia una chiara parentela con le sorelle più grandi e potenti, mentre i motori V10 hanno cilindrate di 5 e 5,2 litri e potenze che variano tra i 500 e i 570 CV.

La Lamborghini Aventador, che nel 2011 ha raccolto il testimone della Murciélago, è rimasta sulla breccia per undici anni, accompagnando alla pensione, con l’edizione speciale Ultimae e le one-off Invencible e Auténtica, il tradizionale motore a dodici cilindri privo di ogni sistema di elettrificazione. Con i 700 CV forniti dal suo 6.5 V12 aspirato, al debutto la Aventador è la Lamborghini stradale più potente mai costruita. Ma la nuova ammiraglia di Sant’Agata Bolognese vanta un altro importante primato, che la rende molto più leggera della progenitrice: è la prima supercar della casa del toro con la scocca in carbonio.

Lanciata nel 2014 e tuttora in produzione, la Lamborghini Huracan ha preso il posto della Gallardo alla base della gamma della casa del toro. Più muscolosa e aggressiva nel look, rispetto alla diretta antenata è ancora più potente e veloce. Il motore resta il V10 del modello precedente, che condivide numerosi componenti con quello montato sulla più potente delle Audi R8, con potenze che nel corso degli anni sono passate dai 580 CV della versione d’attacco LP 580-2 ai 640 CV delle più recenti varianti STO e Tecnica. Di questa supercar, dallo scorso anno la Lamborghini offre anche una grintosa versione “tuttoterreno”, la Huracán Sterrato. 

Erede spirituale della mitica LM 002 degli anni ’80 e ’90, la Lamborghini Urus non è, a differenza dell’antenata, una fuoristrada pura. Si tratta comunque di un modello dal grande significato storico, per la casa di Sant’Agata Bolognese, che prima di lanciare questa velocissima ammiraglia a ruote rialzate, nel 2018, mai si era avventurata nel territorio delle suv. La base meccanica è quella delle cugine Audi Q7 e Porsche Cayenne, ma il carattere è decisamente più grintoso e sportivo. Nonostante una “luce” da terra ben più ampia rispetto alle sorelle che le consente di avventurarsi anche su percorsi non asfaltati, il look rimane molto “Lambo”. È mossa un V8 biturbo da 666 CV.