TROPPA CO2 - Come i responsabili della casa giapponese hanno confermato alla stampa in questi giorni, il destino europeo della Suzuki Jimny rimarrà confinato a un numero di esemplari contingentato per l’intero 2020. Con l’Italia, come abbiamo scritto recentemente (qui la news), che ha già esaurito i “suoi” 2.000 esemplari disponibili. Un sold out che trova spiegazione nelle emissioni di CO2 piuttosto elevate (da 154 a 170 g/km) della piccola fuoristrada, che nel nostro Paese e nel resto d'Europa sta riscuotendo un grande successo.
SPADA DI DAMOCLE - Il problema sono le nuove regole sulle emissioni di CO2, che entrano in vigore nel 2020 e impongono ai costruttori 95 g/km calcolati sulla media di tutti i modelli effettivamente venduti durante l’anno. Per chi sfora le multe sono salate: 95 euro per ogni grammo di CO2 oltre il limite, moltiplicato per il numero di auto vendute nei mercati europei nel 2020 (meno un 5% di “sconto”, che nel 2021 non ci sarà più). Logico, quindi, che i costruttori rivedano i loro listini in funzione di questo aspetto. Quello della Suzuki Jimny non sarà l’unico caso quest’anno; quasi certamente assisteremo ad altri improvvisi stop alle vendite di determinati modelli che non consentono al costruttore di rispettare i limiti.
UN CALCOLO COMPLESSO - Calcolare l’obiettivo di emissioni medie per ciascun costruttore è piuttosto complesso. Per prima cosa le regole dicono che si deve tenere conto del peso medio dei veicoli: quindi costruttori con una gamma caratterizzata da grosse auto di lusso possono avere dei valori medi più elevati di 95 g/km. Poi, le case che dimostrano di aver introdotto tecnologie innovative per la riduzione delle emissioni hanno ulteriori bonus (fino a 7 g/km all’anno da aggiungere alla media di 95). Inoltre, c’è il meccanismo dei “super crediti” che consente di considerare ogni auto con emissioni inferiori a 50 g/km, venduta nel 2020, come se fossero due, con un massimo di ulteriori 7,5 g/km da aggiungere ai 95 di media. Ulteriori deroghe sono previste per i costruttori che vendono meno di 300.000 veicoli all’anno.
CHE MULTE! - Per fare un esempio di quanto la faccenda della CO2 sia seria e preoccupi i gruppi automobilistici, nella tabella qui sotto, realizzata dalla società di consulenza PA Consulting, ci sono le stime degli obiettivi che ogni gruppo automobilistico dovrebbe raggiungere in base alla composizione della sua gamma e le previsioni di sforamento con le conseguenti multe. Dalla tabella manca la Suzuki, il cui dato non è riportato da PA Consulting, che conferma un target molto ambizioso: appena 90,3 g/km per la gamma nel suo complesso.
DATI RIFERITI AL 2021
Costruttore | Target | Previsione | Multa ipotizzata |
Toyota | 94.9 g/km | 95.1 g/km | €18 milioni |
Peugeot Citroen (PSA) | 91.6 g/km | 95.6 g/km | € 938 miioni |
Renault-Nissan-Mitsubishi | 92.9 g/km | 97.8 g/km | € 1,05 miliardi |
Hyundai-Kia | 93.4 g/km | 101.1 g/km | € 797 milioni |
Volkswagen | 96.6 g/km | 109.3 g/km | € 4,5 miliardi |
BMW | 102.5 g/km | 110.1 g/km | € 757 milioni |
Ford | 96.6 g/km | 112.8 g/km | € 1,45 miliardi |
Daimler | 103.1 g/km | 114.1 g/km | € 997 milioni |
Honda | 94.0 g/km | 119.2 g/km | € 322 milioni |
Fiat-Chrysler (FCA) | 92.8 g/km | 119.8 g/km | € 2,46 miliardi |
Volvo | 108.5 g/km | 121 g/km | € 382 milioni |
Mazda | 94.9 g/km | 123.6 g/km | € 877 milioni |
Jaguar-Land-Rover | 130.6 g/km | 135 g/km | € 93 milioni |