Come motore, l’auto monta il 2.5 TDI 180 CV. Questo propulsore era per la casa tedesca, il suo “mostro sacro”, come potrebbero essere ad esempio il 1.3 mjet per la fiat, il 1.5 dci per la Renault, o il 1.7 CDTI Opel. E’ un motore la cui prima versione risale agli inizi degli anni ‘80, che non ha nulla a che vedere con i moderni turbodiesel common rail. Si tratta di un V6 pesante, ma raffinato: fa un rumore possente e rabbioso, che incute rispetto, ma nel complesso un po’ trattoresco. La coppia di tutto rispetto per l’epoca (370 Nm) disponibile fin dai bassisimi regimi, smuove i 1800 kg dell’auto senza problemi. Il motore spinge molto forte, ma in modo ruvido e poco fluido (non è un common rail) fino a 3500 giri, oltre i quali grida e basta. Il cambio automatico Tiptronic è lento rispetto ai moderni doppia frizione, ed è fatto prevalentemente per la guida tranquilla, anche se in modalità sport cambia drasticamente, rendendo la macchina decisamente reattiva e permettendo di togliersi delle belle soddisfazioni. Sotto tono i freni: nulla da dire nell’uso normale, ma quando il ritmo si alza un po’ per frenare bene bisogna pestare forte sul pedale, in compenso sono i più modulabili che abbia mai provato fino ad ora. Alti rispetto alle moderne concorrenti i consumi, che si attestano in media sugli 11 Km/l, ma per chi la usa poco come noi, è un problema tutto sommato sostenibile.
IN CITTÀ: Nonostante la mole e le generose dimensioni, l’auto è paradossalmente molto agile. La coppia disponibile fin da subito (poco assecondata però dal cambio lento) permette partenze briose al semaforo e nelle salite. A patto che vi sia spazio a sufficienza, grazie alla ottima visibilità in ogni punto, non è affatto difficile sgusciare nel traffico del centro e fare slalom tra bici e motorini. Parcheggiare è inoltre molto facile, assecondati da un diametro di sterzata ridotto e dai sensori di parcheggio. Per citare un esempio di vita quotidiana, tra le manovre che faccio abitualmente, ce n’è una che mi risulta più facile con questa macchinona, che con la pandina di famiglia. Dulcis in fundo, buche e marciapiedi non fanno nessuna paura, perché le sospensioni sono regolabili in altezza, e all’occorrenza l’auto diventa alta come un suv.
FUORI CITTA’ si viaggia nel silenzio, grazie alla buona insonorizzazione dell’abitacolo e al motore che ronza a bassi regimi. Le sospensioni sono il giusto compromesso tra confort e guida sportiva. Quando è bassa l’auto si corica poco in curva e grazie alla trazione integrale permanente e ad uno sterzo preciso si viaggia sui binari, in qualsiasi condizione con il posteriore dell’auto che segue sempre l’avantreno. La montagna è in assoluto il suo territorio ideale, dove divora letteralmente salite e tornanti. Grazie alle sue particolari sospensioni, alle protezioni del sottoscocca e ai robusti cerchi in lega doppi, l’auto può inoltre affrontare sterrati di una certa entità, anche se sinceramente non ho mai avuto modo di metterla pesantemente alla prova sotto questo profilo. Nella sua versione con cambio manuale, tra gli optional c’erano anche le marce ridotte.
IN AUTOSTRADA l’auto soffre per la mancanza della sesta marcia, che penalizza i consumi e il confort di marcia. Il motore fa parecchio rumore, che viene però attutito dall’ottima insonorizzazione dell’abitacolo e dal comfort generale di alto livello. Se non fosse per questo difetto, l’auto sarebbe un perfetto incrociatore da autostrada. La stabilità, visto quanto espresso in precedenza è sempre ottima, anche nei curvoni veloci e si possono affrontare senza problemi anche trasferte molto lunghe.