Dopo l’impegnativa manovra di sedersi all’interno (è comunque meno complicato che entrare in una vettura di F1) e familiarizzato con la posizione sdraiata e quasi “a terra”, per accendere il motore bisogna girare la chiave e premere il pulsante di avviamento. A questo punto i 4 cilindri del motore di 1.8 litri si attivano, sì non ho sbagliato di scrivere, il motore di questa vettura “da competizione” è di soli 1796 cm3 e capace di erogare una potenza incredibile… ben 260CV! Il motore è un Toyota (lo stesso della vecchia Celica) con testa Yamaha ed elaborazione Lotus: eccezionale nella spinta quanto rumoroso.
Se non si dispone di un’adeguata fono assorbenza non resta che avere sempre con sé un paio di tappi per le orecchie perché il rombo è veramente assordante; la vettura del mio amico fortunatamente dispone di un’adeguata fono assorbenza. Lo sterzo è diretto e non è dotato di alcun sistema di alleggerimento né idraulico né elettrico ma il peso contenuto della vettura (890 kg.) consente anche ha chi non è un palestrato di riuscire a far sterzare i larghi pneumatici semi-slick Yokohama. Non disponendo di una pista, la Exige Cup260 è comunque apprezzabilissima sulle strade di tutti i giorni, meglio se non eccessivamente ricche di buche o sconnessioni anche se le sue sospensioni, regolabili a piacimento nella compressione, altezza ed estensione ma comunque rigide e tarate per ammortizzare i contraccolpi dei cordoli di pista, assorbono bene le asperità del terreno e le ottime strutture ed imbottiture dei sedili contribuiscono ad attutire i colpi in maniera egregia tanto che posso dire che la Lotus Exige Cup260 risulta essere addirittura più comoda di altre piccole vetture sportive.
Il comportamento su strada è superlativo: grazie ai perfetti equilibri di telaio, sospensioni e pneumatici, la Exige Cup260 sembra letteralmente spalmarsi sulla strada dando al pilota l’impressione di leggergli nel pensiero quasi anticipando l’inserimento in curva. La trazione è posteriore ed il vistoso alettone (ad inclinazione fissa) fornisce un apporto in peso di 42 kg a 160 km/h. Andando ad andatura “turistica” sembra di farsi guidare dall’auto, quasi sapesse la strada che intendiamo fare ed il suo comportamento è più che sicuro sempre. L’accelerazione “da pista”, favorita dal compressore volumetrico sempre attivo, è bruciante (0-100 Km/h in 4,1 sec.), quasi motociclistica (solo Ferrari, Lamborghini, e Porsche 911 Turbo riescono a far meglio ed è alla pari con l’Audi R8 Spyder), sulle strade di tutti i giorni non la si può purtroppo apprezzare nella sua totalità, come pure la velocità massima di 245 Km/h ma si possono, con ovvia prudenza, effettuare sorpassi fulminei certi anche del suo potentissimo impianto frenante anche se bisogna essere consci che l’ABS è tarato su parametri da pista ed interviene all’ultimo istante.
La Exige Cup260 è estremamente maneggevole; il cambio è a 6 marce e la coppia a 6000 giri anche se alla fine, forse per qualcuno dirò un’eresia ma è il caso di dire che, viaggiando nel traffico, eccetto la prima, una marcia vale l’altra; di fatto si può passare da una marcia all’altra senza bisogno di effettuare la doppietta per il timore che il motore abbia da soffrire o per la paura di andar fuori giri. Grazie alla sua elasticità, il cambio è sempre pronto a soddisfare le richieste del pilota senza costringerlo a metter mano spesso alla leva. Il cambio è perfetto nella gestione mentre la manovrabilità risulta lievemente dura ma i rapporti sono vicini e, durante la cambiata, si è accompagnati dal “suono” del movimento dei leveraggi che risulta fin di compagnia dal momento che la vettura non dispone nemmeno in opzione, dell’impianto stereo anche perché data la rumorosità del motore non sarebbe possibile sentire una sola nota di musica. In qualsiasi marcia ci si trovi, la ripresa è sempre rapida e la vettura scatta fulminea come un felino.
Cos’altro dire? Sì, i “difetti” di questa vettura.
Primo: la raccomandazione di chi la vende che in caso di pioggia è opportuno andare molto piano oppure uscire con un’altra auto in quanto i pneumatici semi-slick non consentono i margini di sicurezza che si hanno sull’asfalto asciutto.
Secondo: un eventuale passeggero siederà con scomodità data la presenza del grosso estintore non rimovibile. La seduta sarà di poco più comoda rimuovendo il guscio di plastica copri-estintore. Meglio considerare la Exige Cup260 una monoposto.
Terzo: per contenere i pesi ed ottenere le licenze FIA, la Exige Cup260 è dotata di una speciale batteria da competizione la quale, dopo quattro giorni di inutilizzo della vettura, necessita di essere ricaricata con un apposito accessorio che viene fornito all’acquisto. Viene consigliato, quando rientrati, di collegare la batteria della vettura ad una presa di corrente attraverso lo speciale accessorio che provvede a mantenere a livello di carica ottimale la batteria consentendo di poter utilizzare in qualsiasi momento la vettura, un po’ come avviene per i telefoni cellulari o i computer portatili.
Quarto: si può trasformare la vettura in una spyder rimuovendo con cautela il tettuccio in carbonio ma l’operazione non è rapida e necessita di una chiave a brugola, di molta pazienza e perizia per non danneggiare il tettuccio.
Quinto: data la destinazione corsaiola della vettura, non sono presenti le alette parasole ma comunque è possibile artigianalmente installarle.
Sesto: la vettura non è dotata di paraurti ad assorbimento graduale né anteriori né posteriori. Sull’anteriore bisogna fare attenzione a non danneggiare lo spoiler in carbonio comunque è possibile (e consigliabile) montare un kit di sensori di parcheggio.
Settimo: bisogna farsi l’abitudine all’assenza dello specchio retrovisore interno dal momento che non è presente una finestratura posteriore, e si dovrà far affidamento ai due specchi esterni.
Ottavo: la garanzia su questa vettura è di un solo anno anche se con chilometraggio illimitato e fino alla scadenza (pena la decadenza) non è consigliato l’utilizzo del sistema Lunch Control. Il suo utilizzo viene accuratamente verificato ad ogni tagliando.