La cinese BYD Atto 2 è una crossover elettrica è lunga 431 cm: 15 cm in meno della Atto 3, con la quale condivide la base meccanica. Caratterizzata da forme arrotondate, interni ben fatti e un abitacolo molto spazioso, c’è solo a batteria, con motore elettrico anteriore da 177 CV e autonomia media dichiarata di 312 km (un valore modesto). La Atto 2 arriverà in Italia entro fine febbraio 2025, con un prezzo di partenza per la versione “base” di 29.990 euro. Per la fine di quest’anno è attesa inoltre una seconda versione con batteria più grande per un’autonomia stimata di 420 km e prezzo di 35.790 euro).
La BYD Atto 2 ha un frontale arrotondato, con sottili fari full led e una protezione in plastica prominente nel paraurti, dove si trovano due prese d’aria. Le fiancate hanno vistosi elementi in plastica e sono impreziosite dalle maniglie a filo della carrozzeria (che sono eleganti e migliorano l’aerodinamica). Il lunotto è quasi verticale, con il grande lunotto sormontato da uno spoiler (appiattito nella parte centrale) che le regala un tocco di sportività. Una striscia di led corre lungo tutto il portellone alle cui estremità si forma un originale “intreccio” luminoso.
L’abitacolo della BYD Atto 2 è realizzato con cura, e il look è più vicino ai gusti del mercato europeo, con finiture riuscite. La plastica morbida riveste la parte alta della plancia, mentre l’ecopelle si ritrova in abbondanza nelle portiere, nel tunnel centrale e nei sedili (con poggiatesta integrato nella struttura della poltrona e fianchetti pronunciati).
Il cruscotto digitale di 8,8” è chiaro, ma poco personalizzabile. Valido il sistema multimediale che, in questa più ricca Boost conta su uno schermo di 12,8” (è di 10,1” nella Active) molto rapido nel rispondere e con icone intuitive. Lo si può far ruotare su se stesso di 90°, ma mettendolo in posizione verticale il numero dei comandi “scorciatoia” si riduce; diventa così più macchinoso navigare fra i molti sottomenù che comprendono quello del “clima” (automatico bizona con l’efficiente pompa di calore di serie). La temperatura si imposta solo dal display, mentre nel tunnel centrale ci sono i comandi per sbrinare il parabrezza e spegnere la ventilazione.
Ben posizionata la piastra per la ricarica a induzione dello smartphone da 15W (non disponibile nella Active); più difficili da raggiungere le prese Usb (due tipo C e una tipo A) e quella a 12 V, posizionate nella parte inferiore del tunnel (che è su due livelli). Insolita, infine, la posizione della telecamera che monitora l’attenzione del guidatore. Non è inserita nel cruscotto digitale, ma posizionata nel montante anteriore sinistro: impugnando il volante, capita di “oscurarla” (e si attiva l’allarme senza che ce ne sia bisogno).
L’abitabilità è il punto forte dalla BYD Atto 2. Lo spazio abbonda sia davanti sia dietro. Sul divano (piuttosto morbido) si accomodano senza problemi tre adulti di media corporatura e il pavimento piatto non crea ingombri per i piedi di chi siede al centro; presenti anche due prese di ricarica per i cellulari: una Usb-A e una Usb-C. A rendere più ariosi gli interni ci sono gli ampi finestrini e il tetto in vetro (con tendina oscurante).
Il bagagliaio ha una bocca d’accesso ampia, ma la soglia di carico è distante da terra (abbiamo misurato 76 cm) e il portellone (non motorizzato nemmeno su richiesta) quando si apre resta basso: chi supera i 175 cm rischia di urtarlo con la testa. Il vano ha una forma regolare e un doppiofondo ben sfruttabile, ma la capacità non è da record: 400 litri con divano in uso, che diventano 1.340 se si reclina lo schienale. Inoltre, manca un secondo vano sotto il cofano anteriore (come in molte altre elettriche).
Al momento, la BYD Atto 2 c’è solo con la trazione anteriore e 177 CV. La batteria da 45,1 kWh che lo alimenta è al litio-ferro-fosfato (LFP). Rispetto a quelle al nichel-manganese-cobalto (NMC), le LFP vantano una particolare sicurezza rispetto al rischio-incendio, costano meno e promettono di durare più a lungo; per contro, a parità d’ingombro incamerano meno energia e non raggiungono la stessa potenza di ricarica. E infatti, la Atto 2 nei “rifornimenti” in corrente continua non supera i 65 kW; anche nel migliore dei casi, il 10-80% richiede poco meno di 40 minuti. Alle prese in corrente alternata, invece, si sfruttano al massimo 11 kW. La Atto 2 dispone inoltre del sistema Vehicle 2 Load (V2L) che consente di alimentare dispositivi elettronici esterni come una bici a pedalata assistita (da collegare al bocchettone di ricarica con un adattatore), sfruttando la batteria dell’auto.
In città la BYD Atto 2 è maneggevole, con lo sterzo leggero che facilita le manovre. Convince anche la visibilità, con specchi laterali grandi, un ampio lunotto e le telecamere a 360° che affiancano i sensori anteriori e posteriori di parcheggio. I 177 CV garantiscono una discreta reattività, che migliora selezionando la modalità di guida Sport; buono, comunque, il tempo ufficiale nello “0-100”: 7,9 secondi. In autostrada l’abitacolo resta sempre ben isolato dai fruscii aerodinamici e dal rumore di rotolamento delle ruote. Ad aumentare la sensazione comfort ci pensa poi una buona taratura delle sospensioni, con un “molleggio” che digerisce senza grossi problemi le imperfezioni della strada; per contro, nelle curve prese un po’ velocemente emerge un certo rollio.
Nulla crossover cinese non sono presenti le palette dietro al volante per gestire la frenata rigenerativa; la si può variare solo su due livelli, da una levetta nel tunnel centrale. Passando dalla meno intensa a quella più incisiva non si nota, però, molta differenza e non si può avere la guida “monopedale” (con il pedale del freno riservato alle situazioni di emergenza). Una volta usciti dal centro e imboccata l’autostrada, l’autonomia scende rapidamente: viaggiando a 130 km/h abbiamo “visto” un consumo istantaneo intorno ai 5,6 km/kWh. Alla fine del test, svoltosi fra città, autostrada e un po’ di provinciale, abbiamo stimato una percorrenza di circa 270 km.
Al momento la nuova BYD Atto 2 è disponibile solo nelle versioni Active e Boost, che sono entrambe ben equipaggiate. Di serie per tutte c’è la guida semiautonoma, l’efficiente pompa di calore, gli interni in simil pelle, la poco diffusa apertura delle portiere tramite smartphone, il sistema vehicle to load e il tetto in vetro. La più ricca Boost aggiunge i sedili anteriori e il volante riscaldabili, la piastra di ricarica a induzione per lo smartphone e l’impianto audio a 8 altoparlanti (invece di 6). I prezzi per la “base” Active partono da 29.990 euro, mentre la Boost costa 31.990 euro. A fine anno arriverà una terza versione (la Comfort) con batteria più grande e un prezzo di 35.790 euro.
Motore anteriore | |
Tipologia | elettrico trifase |
Potenza massima kW (CV) | 130 (204) |
Coppia max Nm | 290 |
Batteria | |
Tipologia | litio ferro fosfato (LFP) |
Capacità kWh | 45,1 |
Tensione volt | n.d. |
Potenza max ricarica dalle colonnine | |
in corrente alternata | 11 kW |
in corrente continua | 65 kW |
Tempo di ricarica | 6 ore circa (a 11 kW) |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi |
Le prestazioni dichiarate | |
Velocità massima (km/h) | 160 |
Accelerazione 0-100 km/h (s) | 7,9 |
Autonomia (km) | 312 (ciclo WLTP) |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 431/183/168 |
Passo cm | 262 |
Posti | 5 |
Peso in ordine di marcia kg | 1980 |
Capacità bagagliaio litri | 400/1340 |
Pneumatici (di serie) | 215/50 R 17 |