Rinnovamento totale
Solo il nome è rimasto lo stesso: rispetto al modello che sostituisce, questa
Mazda 6 è tutta nuova (la base è quella della suv
Mazda CX-5, così come i motori), più lunga di 11 centimetri e più leggera di una trentina di kg. Anche le linee sono inedite: via i fari a mandorla e gli inserti appuntiti, per far posto a forme più scolpite e uno sguardo più “severo”. Solo i passaruota anteriori, bombati e quasi separati dal cofano, mantengono un legame visivo con il passato. Questa
Mazda, comunque, rimane una classica berlina e non cede alla moda della “contaminazione” con altri generi di vetture. Quattro i motori: a benzina ci sono il 2.0 da 165 CV e il 2.5 da 192. Quest'ultimo è abbinato unicamente al rapido cambio automatico a sei rapporti, al pari del raffinato 2.2 D a gasolio da 175 cavalli (già Euro 6). Lo stesso biturbodiesel, ma con potenza ridotta a 150 CV, è offerto di serie con il cambio manuale. La versione famigliare (di cui troverete il Primo Contatto sul numero di alVolante in edicola a metà febbraio) sarà proposta allo stesso prezzo della berlina (per entrambe le consegne inizieranno ad aprile); curiosamente, è più corta di sei centimetri (anche a causa del passo, inferiore di otto centimetri).
Una bella dotazione
Tre gli allestimenti della Mazda 6: tutti hanno di serie l’Esp, sei airbag, la radio cd con lettore mp3, i cerchi in lega. Rispetto alla “base” Essence (27.900 euro col 2.2 D), la Evolve da noi guidata è ben più ricca: costa 2.600 euro in più ma aggiunge i fendinebbia, i retrovisori elettrici, i sensori di parcheggio anteriori e posteriori, i sedili anteriori riscaldabili e l'accensione automatica di luci e tergicristallo. Non mancano poi il navigatore satellitare, il vivavoce Bluetooth, il cruise control e il climatizzatore automatico bizona con bocchette posteriori. Per la sicurezza, di serie c'è anche il sistema di frenata automatica a bassa velocità Smart City Brake Support (SCBS) e il Rear Vehicle Monitoring System (RVM): avverte della presenza di veicoli nell'angolo cieco degli specchietti laterali e, se si cambia corsia, attiva automaticamente gli indicatori di direzione. Tre soli gli optional per questa versione: il cambio automatico (1.900 euro), la vernice metallizzata (600 euro, 750 il colore rosso) e il pacchetto Vision Assist (1.250 euro), che comprende luci diurne a led, fari anteriori bi-xeno adattativi (AFS), il sistema di avviso di cambio involontario di corsia (LDWS) e quello di commutazione automatica luci abbaglianti/anabbaglianti (HBCS). Questo pacchetto è poi di serie per la ricca Exceed (32.600 euro col 2.2 D), che ha anche le luci diurne a led, i cerchi in lega di 19'', il cruise control con radar di distanza, la telecamera di retromarcia e l'antifurto.
Dettagli non sempre curati
A bordo di questa Mazda 6, a un primo sguardo pare di essere essere dentro a una vettura tedesca di qualche anno fa: la plancia si sviluppa in orizzontale e presenta un inserto lucido che la attraversa e che può essere scelto in vari colori. La consolle centrale, in morbida plastica scura, ha forme rigorose e i comandi del clima alla giusta altezza. In cima troviamo il navigatore, che fa il suo lavoro ma ha lo schermo piccolo (5,8 pollici), una grafica poco moderna e non è ben integrato nella plancia. Inoltre, non ripete le indicazioni nel cruscotto; in compenso, il navigatore, il computer di bordo e l'impianto audio si possono comandare con una pratica rotella sul tunnel. Qua e là, comunque, a particolari curati (come i pannelli delle porte, elaborati e rivestiti in materiali morbidi), se ne affiancano altri fatti un po' in economia, come certe plastiche sul tunnel, alcuni pulsanti o il cassetto, non rivestito, davanti al passeggero. E, pur offrendo le luci per illuminare l’area in cui, uscendo dall’auto, si poggiano i piedi, le portiere mancano della discesa automatica dei vetri anteriori. In compenso, lo spazio abbonda sia davanti sia dietro: sul divano, i centimetri per le gambe non mancano (da 14 a 41, a seconda della posizione delle poltrone) e neppure chi è molto alto "tocca " con la testa. In compenso, chi siede al centro dovrà fare i conti con il tunnel sul pavimento (alto 17 centimetri e largo 24). Ampio (489 litri) e di forma regolare il baule; però, anche se l'auto è più lunga di nove centimetri rispetto al modello precedente, ora ci sono 30 litri in meno per i bagagli. In compenso, basta tirare due leve sotto la cappelliera (di fattura un po' economica) perché lo schienale del divano scenda e si formi un piano di carico piatto lungo fino a 220 centimetri.
Anche qua, però, a ben guardare qualche risparmio salta all'occhio, come un po' troppo metallo e qualche cavo a vista.
Ma quanto allunga il 2.2
Guidata sulle strade attorno a Lisbona, la Mazda 6 ha sfoderato un bel caratterino: nonostante i “soli” 150 cavalli, i 9 secondi dichiarati per passare da 0 a 100 e i 211 km/h di velocità massima sembrano alla sua portata. Inoltre, anche se un po' rumoroso a freddo, una volta in temperatura il 2.2 tira fuori una "voce" gradevole quando si insiste col gas, quasi da motore a benzina. Pur non disdegnando le riprese ai bassi regimi, questo quattro cilindri riesce ad allungare fino a ben 5500 giri. Ottimistici, invece, i 23,8 km/l di consumo medio (addirittura 25,6 in una prossima versione, che vedremo nel corso del 2013) nonostante il sistema Stop&Start di serie e l'uso di un condensatore per immagazzinare l'energia recuperata in frenata o rilascio. A dispetto della mole, comunque, questa berlina è a suo agio nelle curve (dove, però, si deve fare i conti con il montante sinistro un po' spesso e che intralcia la visuale nelle svolte più strette). Merito dello sterzo, forse un poco leggero ma preciso, e dell'assetto azzeccato: in curva la Mazda 6 non dondola troppo e, anche se guidata in maniera un po' arrembante, rimane sempre intuitiva e non tende ad "andare dritta" nelle curve (nonostante l'auto provata montasse i cerchi più piccoli della gamma). Promossi anche i freni (ben modulabili) e il cambio, che ha innesti precisi e una corsa della leva abbastanza contenuta. Meno bene, invece, la marcia in autostrada: a 130 km/h indicati, col motore che gira silenzioso a 2250 giri in sesta marcia, si avvertono infatti fruscii aerodinamici e un certo rumore di rotolamento delle gomme.
Secondo noi
PREGI
> Abitabilità. Quattro adulti hanno sufficiente agio. Dietro, poi, lo spazio per le gambe non manca e anche chi siede al centro del divano non è scomodo.
> Dotazione. Di serie c'è ben più del necessario, anche per la sicurezza (Smart City Brake Support e Rear Vehicle Monitoring System). Di fatto, manca solo la vernice metallizzata.
> Piacere di guida. La Mazda 6 ha uno sterzo preciso, è stabile nelle curve e ha una leva del cambio dalla corsa breve e con innesti rapidi. Il biturbodiesel spinge bene ai bassi regimi e allunga oltre 5000 giri.
DIFETTI
> Rumorosità. In autostrada, i fruscii aerodinamici e il rumore di rotolamento della gomme sono ben avvertibili.
> Navigatore. Poco integrato nella plancia, ha lo schermo piccolo e la grafica è datata. Pur essendo sensibile al tocco, è troppo lontano da chi guida per comandarlo agevolmente: meglio usare la “rotella” sul tunnel.
> Dettagli. Certe sbavature, come le finiture della cappelliera e del baule, alcune plastiche o i vetri laterali senza la discesa automatica, fanno poco onore a un'auto da 30.000 euro.