A poco più di due anni dall’esposizione della Mini Electric Concept (al Salone di Francoforte del 2017) che ne anticipava alcune soluzioni, ecco la Mini Cooper SE, la versione a emissioni zero di una delle utilitarie più modaiole e desiderate. Dal prototipo eredita piccoli particolari che aiutano a distinguerla dalle “sorelle” con motore termico: come la feritoia che attraversa la mascherina quasi del tutto sigillata, e che si può avere in tinta con il resto o “evidenziata” in giallo fluo. Colore, quest’ultimo, ripreso nei fregi che rappresentano un interruttore elettrico (oltre che nel frontale, sono nelle fiancate e nel portellone) e disponibile a richiesta per le calotte dei retrovisori esterni. Hanno i bordi gialli anche gli originali cerchi “aerodinamici” a quattro razze asimmetriche, ispirati proprio a quelli della Electric Concept e offerti (gratis) in alternativa ad altri modelli di disegno più convenzionale. Il motivo dell’interruttore elettrico è presente pure nello sportello che cela la presa per la ricarica della Mini Cooper SE, collocata nella fiancata sopra il parafango posteriore destro. Ma sono dettagli, perché l’impronta della vettura non cambia rispetto a quella delle versioni a benzina: invariati gli ingombri (la lunghezza è di 385 cm) e gli elementi stilistici che hanno caratterizzato la Mini “dell’era moderna” sin dal debutto (avvenuto nell’ormai lontano 2001), quali il tetto dal profilo piatto che sembra appoggiato ai vetri laterali a filo con i montanti neri.
Il “cuore a elettroni” della Mini Cooper SE è strettamente imparentato con quello della “cugina” BMW i3. Ma a differenza di quanto si rileva per l’elettrica compatta della casa di Monaco (proprietaria del marchio britannico) in questo caso il motore è alloggiato (assieme all’elettronica di gestione) sotto il cofano e collegato alle ruote anteriori. La potenza è di 184 CV e le prestazioni dichiarate sono vivaci: secondo la casa bastano appena 7,3 secondi per scattare da 0 a 100 km/h, un valore a metà strada fra i 6,8 secondi (sempre ufficiali) della Cooper S, forte dei 192 CV erogati dal suo 2.0 turbo, e gli 8 secondi della Cooper 1.5 turbo da 136 CV. Nettamente inferiore a quella delle sorelle a benzina è, invece, la velocità di punta, qui limitata elettronicamente a 150 km/h. Come nella maggioranza delle vetture a batteria, la trasmissione è senza cambio: i motori elettrici possono, infatti, “tirare” un rapporto fisso dato che non hanno un regime minimo sotto il quale non funzionano e dispongono di una coppia motrice sostanziosa in un ampio campo di regimi.
La batteria della Mini Cooper SE è composta da 96 celle agli ioni di litio, con una capacità di 32,6 kW (28,9 dei quali realmente utilizzabili): non è fra le più generose, dato che alcune rivali arrivano a 50 kWh, e ha delle conseguenze sull’autonomia. Secondo la casa, un “pieno” di corrente basta per 270 km. In compenso, una batteria “piccola” è relativamente leggera e si inquina meno per produrla (e per smaltirla). I tempi di ricarica dipendono dal tipo di stazione utilizzata: per la casa, collegandosi a una colonnina rapida a corrente continua da 50 kW è possibile arrivare all’80% in 35 minuti (e in un’ora al 100%), mentre l’attesa è di 2 ore e 30’ per ottenere lo stesso risultato da una stazione pubblica a corrente alternata da 11 kW (come quelle che si stanno diffondendo nelle nostre città). In ogni modo, il costruttore rimarca come in circa 12 ore si possa fare rifornimento da una presa domestica (il cavo di ricarica standard, fornito di serie, è da 3,7 kW e utilizza una normale spina Schuko) per sfruttare la sosta notturna risparmiando sul costo dell’energia (che, collegandosi a colonnine pubbliche, di norma risulta ben più elevato). Disponibile come optional, infine, c’è la Mini Electric Wallbox, la centralina di ricarica trifase da installare nel proprio box: eroga 7,4 kW e consente la rigenerazione completa in 4 ore e 12’.
La Mini Cooper SE denuncia 1365 kg sulla bilancia, non molti per una vettura che, come tutte le elettriche, è penalizzata dal peso della batteria: a titolo di paragone, sono 145 kg in più rispetto al valore della Cooper S a benzina con cambio automatico. Come in ogni altra elettrica, la “pila” è nel pianale. Per compensare l’ingombro degli accumulatori e ottenere un’adeguata luce a terra senza intaccare lo spazio interno, il corpo vettura si trova 1,8 cm più in alto rispetto a quello delle altre versioni, ma nonostante questo il baricentro è di 3 cm più basso di quello della Cooper S (nel caso della quale la “massa critica” è dovuta principalmente al motore e al cambio). La Mini Cooper SE ha le stesse sospensioni delle altre Mini: con schema MacPherson all’avantreno e multilink (scelta raffinata per una “piccola”) al retrotreno. Specifiche le quattro modalità di guida: alla Mid (standard) e alla Sport si aggiungono la Green e la Green+, queste ultime improntate alla massima efficienza e comfort (agiscono pure sullo sterzo, rendendolo più leggero). Quanto al sistema di recupero dell’energia cinetica nei rallentamenti (che viene utilizzata per ricaricare le batterie), è possibile impostarlo su due livelli.
La Mini Cooper SE è già prenotabile e sarà in consegna dall’inizio di marzo; il listino parte dai 33.900 euro dell’allestimento “S” al netto degli incentivi statali (che raggiungono i 6.000 euro qualora si rottami un veicolo da Euro 1 a Euro 4); nella cifra sono inclusi 8 anni di garanzia sulla componentistica elettrica. Già dalla S sono di serie i cerchi in lega di 16” e i fari full led; per avere le ruote di 17” incluse nel prezzo si deve, però, passare alla “M” (36.900 euro), che aggiunge – fra l’altro – i sensori di distanza posteriori e la retrocamera, oltre ad alcuni elementi interni più “lussuosi”, come il rivestimento del soffitto color antracite. Salendo di ulteriori 3.000 euro si accede alla “L”, che ha di serie pure i cerchi di 17” a quattro razze e disegno asimmetrico Corona Spoke, e, sempre oltre quanto previsto dagli allestimenti inferiori, i fari a led adattativi, i sensori di parcheggio anche davanti e le finiture Interior Style per l’abitacolo. Infine, per 41.500 euro c’è la top di gamma “XL”, con il tetto panoramico in vetro e gli esclusivi interni Yours. La frenata automatica di emergenza (con il cruise control adattativo) sono di serie dall’allestimento M, ma niente mantenimento in corsia e controllo dell’angolo cieco degli specchitti.
Accomodandosi nel posto guida della Mini Cooper SE - la posizione è ribassata e distesa, quasi sportiveggiante, come nelle altre versioni, e la poltrona ben sagomata - si nota l’esclusivo cruscotto digitale di questa variante elettrica: collocato sul piantone, è uno schermo di 5,5” a colori, che include gli indicatori (con grafica analogica) della potenza impegnata (o recuperata in rilascio e in frenata) e della carica della batteria. Peccato che mostri immagini meno vivaci dello schermo dell’infotainment e che sia privo di palpebra antiriflesso. Il display, che quando l’auto è collegata alla rete si riconfigura e fornisce informazioni relative alla ricarica, ha i lati corti stondati che richiamano altri elementi della plancia, primo fra tutti il grande “orologio” centrale nel quale è incastonato il touch-screen del sistema multimediale con navigatore: questo è di 6,5” per gli allestimenti S e M, e di 8,8” nel caso dei più costosi L e XL (che dispongono pure dell’impianto hi-fi Harman Kardon e di ricarica senza fili per gli smartphone predisposti); il dispositivo supporta pure le funzioni eDrive Services, inclusi i suggerimenti per estendere l’autonomia e l’indicazione della posizione delle stazioni di ricarica più vicine.
Appena sotto lo schermo centrale ci sono i comandi del “clima” bizona, che, per la funzione di riscaldamento, utilizza una pompa di calore (come i climatizzatori domestici) invece di un piccolo radiatore; l’impianto può essere anche attivato a distanza tramite smartphone utilizzando la Mini Connected Remote App, così da climatizzare l’abitacolo prima di salire a bordo. Come abbiamo accennato, la posizione delle batterie non pregiudica l’abitabilità della Mini Cooper SE, che è quella delle altre versioni: anche in questo caso, quindi, dei quattro posti omologati sono davvero comodi soltanto i due anteriori, mentre dietro lo spazio per la testa e per le gambe scarseggia. Equivalente a quello delle Mini a benzina anche il bagagliaio, che con 211 litri con il divano in uso risulta fra i meno generosi della categoria (si può ampliare a 731 litri reclinando lo schienale diviso in due sezioni asimmetriche). Eleganti, e soprattutto originali, le soluzioni estetiche adottate per i diversi elementi, e all’altezza della tradizione Mini la qualità percepita: i materiali utilizzati per i rivestimenti sono degni di vetture di categoria superiore, come la cura riservata ai dettagli.
Abbiamo potuto guidare la Mini Cooper SE solo nel traffico cittadino e in autostrada, verificando soprattutto la bontà della risposta del motore, il comfort e la souplesse di marcia; giudizio sospeso sulla guidabilità fra le curve ad andatura spedita. Certo, la Mini a tre porte (unica configurazione al momento disponibile per la versione elettrica) risponde con prontezza ai comandi e nei curvoni dimostra di essere bene attaccata a terra e di non rollare troppo. In rettilineo, a oltre 100 orari, richiede però di impugnare saldamente il volante per andare perfettamente dritta, e il rumore relativo al rotolamento delle gomme sull’asfalto è piuttosto evidente.
La Mini Cooper SE sguscia agile nel traffico, aiutata dalla grande prontezza di risposta all’acceleratore. Per il motore non ci sono che lodi: vivace anche nella modalità di guida più “tranquilla” (la Green), allunga deciso (la progressione si appanna lievemente solo dopo i 100 km/h). Tutto avviene in silenzio, tanto che per segnalare l’approssimarsi della vettura è previsto un altoparlante che a bassa andatura emette un opportuno suono “salvapedoni”. La frenata dipende da come si imposta il sistema di recupero dell’energia cinetica, regolabile su due livelli di intensità. Nessuno, però, ci è parso davvero riuscito. Con quello più “leggero”, per fermarsi in fretta occorre premere con forza il pedale; l’altro fa quasi soprassalire tanto è deciso nell’intervento. Occorre dosare al millimetro i movimenti del piede sull’acceleratore per evitare brusche “inchiodate”.
Restiamo dubbiosi sulla scelta di una batteria piccola, perché la Mini Cooper SE non è esclusivamente una citycar da diporto urbano, ma una berlinetta di impostazione sportiva che sarebbe gradito potere guidare senza essere assillati dall’“ansia da ricarica” anche su una bella strada di montagna… Per dire, durante il nostro test abbiamo percorso 105 km in gran parte in città a 40-50 orari e circa un terzo in autostrada nel rispetto dei rigorosi limiti (eravamo negli Stati Uniti) di 90-105 km/h: al termine, la batteria era al 44% della carica, mentre l’indicazione dell’autonomia residua (seppure influenzata dall’ultimo tratto percorso in autostrada) era di appena 64 km. Davvero poco, specie se si considera che la marcia in città rappresenta l’impiego più favorevole per una vettura elettrica, dove il sistema di recupero dell’energia lavora con grande frequenza.
Perché sì
> Finiture. Si tratta di una piccola di lusso, e la cura dei dettagli lo dimostra. Di qualità i rivestimenti, sia per quanto riguarda i sedili, sia la plancia e gli altri elementi a vista.
> Guida. La risposta del volante è svelta e le reazioni pronte: insomma, la tre porte inglese si guida con piacere, e le sospensioni non sono eccessivamente rigide.
> Linea. Giustamente, non è stata stravolta, ma sapientemente arricchita di particolari che consentono di riconoscere questa variante elettrica dalle altre.
Perché no
> Abitabilità posteriore. Si sta comodi solo davanti e l’omologazione è per quattro posti totali, come nelle altre versioni. Piccolo anche il bagagliaio.
> Autonomia. Il raggio d’azione riscontrato nel nostro test rende difficilmente raggiungibili i già non eclatanti 270 km di autonomia massima dichiarata.
> Frenata rigenerativa. Ci sono due posizioni, a scelta: nella prima, l’auto frena bene solo premendo forte il pedale. Nella seconda, basta sollevare il piede dall’acceleratore per “inchiodare”.
Motore | |
Tipologia | elettrico sincrono |
Potenza massima kW (CV)/giri | 135 (184)/7000 |
Coppia max Nm/giri | 270/100-1000 |
Trazione | anteriore |
Batteria | |
Tipologia | ioni di litio |
Capacità kWh | 32,6 |
Tensione Volt | 350,4 |
Tempo di ricarica | 4 h 12' (a 7,4 kW) |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi |
Le prestazioni dichiarate | |
Velocità massima (km/h) | 150 |
Accelerazione 0-100 km/h (s) | 7,3 |
Autonomia (km) | 270 |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 385/173/143 |
Passo cm | 250 |
Peso in ordine di marcia kg | 1365 |
Capacità bagagliaio litri | 211/731 |
Pneumatici (di serie) | 195/55 R17 |