C-HR sta per Coupé High Rider, coupé a guida rialzata, e basta uno sguardo per capire perché: le linee originali e sinuose sono “spalmate” su una carrozzeria lunga 436 cm dal tetto arcuato, con grandi ruote e passaruota bordati di nero. Costruita in Turchia sulla piattaforma modulare della nuova Prius, la Toyota C-HR ne eredita la meccanica, compreso il motore 1.8 a benzina che lavora in sinergia con uno elettrico nella versione ibrida da 122 CV (il primo contatto su alVolante in edicola dal 10 dicembre). L’unico altro motore è il 1.2 turbo a iniezione diretta di benzina da 116 cavalli, in Italia abbinato solo al cambio automatico a variazione continua di rapporto e disponibile anche con trazione 4x4 (nel nostro paese è una scelta obbligata, se si vogliono le versioni più ricche come la Lounge che abbiamo guidato). Già nelle concessionarie, ha prezzi che partono da 25.700 euro (28.400 per la ibrida).
Con i “tormentati” fari che si uniscono alla mascherina, i passaruota in bella evidenza e i fanali a forma di ala, che sembrano appena appoggiati alla carrozzeria, la Toyota C-HR fa di tutto per non essere banale. Sono “strane” persino le maniglie posteriori: mimetizzate nell’angolo alto della porta e disposte in orizzontale (una scelta non molto ergonomica). Il lunotto quasi orizzontale dà grinta alle forme, ma non permette di vedere molto di quello che avviene dietro la vettura. Inoltre, riduce la capienza del baule: appena 377 litri, che arrivano a soli 1160 abbassando il divano (alcune delle rivali arrivano ad oltre 500 con i cinque posti in uso, magari con anche l’apertura motorizzata del portellone, doppifondi e dispositivi per fermare il carico, tutte cose neppure previste nella Toyota). In compenso, l’andamento del tetto non compromette l’abitabilità: dietro, lo spazio sopra la testa e per le gambe è sufficiente anche per uno spilungone. Il taglio dei vetri, però, riduce di molto la luminosità: sul divano, sembra di essere in un bunker… Al posto di guida, rialzato ma non come su certe crossover, si apprezza la buona visibilità in avanti (i montanti sono sottili), ma le regolazioni del volante non sono generose: i più alti guidano con il volante fra le gambe.
Al pari della carrozzeria, l’abitacolo della Toyota C-HR si presenta moderno e dalle forme originali: la plancia asimmetrica è dominata dallo schermo di 8’’, a sfioramento, che sembra emergere dalla fascia centrale. Curiosamente, il navigatore è di serie solo sulla Business e non sulle versioni più ricche: si paga 900 euro (1.100 quello più evoluto). Anche gli interni in pelle sono optional: 1.500 euro per la Style e 1.250 per l’Active, mentre la Lounge ha di serie quelli in cuoio e tessuto, con una trama a diamante ripetuta sui pannelli porta (belli da vedere e da toccare, in un riuscito mix di plastiche morbide e rigide ben lavorate con inserti azzurri). Molti i dettagli in plastica nera lucida (che, quando la luce batte sopra diretta rivelano essere tempestati di microscopici brillantini) e le finiture non deludono; sotto le linee “fantascientifiche”, i comandi e la loro disposizione si rivelano molto convenzionali, e per questo facili da individuare. Anche il cruscotto, illuminato di blu, è molto completo sebbene banale: due elementi a lancetta con, al centro, uno schermo multifuzione a colori, che ripete anche le indicazioni del navigatore e mostra le informazioni dell'impianto multimediale. Costoso (si paga 1.800 euro) ma ricco, il pacchetto Tech aggiunge fari e fanali a led, sistema di monitoraggio dell’angolo cieco e dei veicoli che arrivano perpendicolarmente durante le “retro” e assistente di mantenimento della corsia. L'impianto hi-fi della specialista JBL non è regalato (800 euro), ma ha un bel suono.
Anche la Toyota C-HR meno costosa, comunque, ha di serie sette airbag (compreso quello per le ginocchia del guidatore), il sistema che riconosce e ripropone nel cruscotto i segnali stradali, quello di avviso di uscita involontaria dalla propria corsia, tergicristallo e abbaglianti automatici, cruise control adattativi, avviso di possibile tamponamento con riconoscimento dei pedoni e frenata automatica d’emergenza (a bassa velocità), “clima” bizona, radio digitale Dab, chiave elettronica e l'utile telecamera di retromarcia. La Style aggiunge la vernice metallizzata bicolore, i sedili rivestiti parzialmente in pelle con regolazione lombare elettrica e i cerchi di 18’’ anziché 17”, mentre la Lounge ha in più anche i sensori di distanza anteriori (che sulle altre partono da 400 euro) con il sistema di parcheggio semi-automatico.
Se per l’Italia la casa stima che la maggioranza delle preferenze sarà per la ibrida, la 1.2 turbo non è una scelta di ripiego: il quattro cilindri è moderno (l’intercooler è raffreddato ad acqua e posto vicino alla testa per ridurre i ritardi di risposta), silenzioso e spinge con regolarità. A dispetto della linea aggressiva, la Toyota C-HR è una crossover che fa del comfort la sua dote principale. Anche con i cerchi di 18’’ le sospensioni “incassano” con efficacia e il cambio a variazione continua di rapporto trasmette il moto alle ruote senza un sussulto. Quando però si insiste molto sul pedale destro, questa trasmissione fa sì che il motore salga rapidamente di giri senza che la velocità cresca di pari passo: un “effetto scooter” poco gradevole. Sfruttando, invece, la coppia del motore ai bassi regimi (185 Nm disponibili fra 1500 e 4000 giri), la C-HR “scivola via” senza sforzo, grazie anche ai comandi leggeri, e in un apprezzabile silenzio (solo in autostrada emergono fruscii e rumore di rotolamento delle gomme). Non manca infine il selettore delle modalità di guida (Sport, Normal ed Eco), che modifica il peso dello sterzo, la risposta del pedale destro e la strategia del cambio; ma è in Normal che la C-HR dà il meglio di sé.
PREGI
> Facilità di guida. Lo sterzo leggero, i comandi facili da individuare, il cambio automatico e la buona visibilità in avanti riducono di molto lo stress nel traffico.
> Motore. Il moderno 1.2 turbo a iniezione diretta di benzina è vivace e silenzioso.
> Sicurezza. Anche le versioni d’ingresso hanno dotazioni “importanti” come la frenata automatica d’emergenza.
DIFETTI
> Baule. La linea quasi da coupé, col lunotto quasi orizzontale, non aiuta: le migliori rivali offrono molto più spazio e praticità.
> Cambio. L’automatico a variazione continua di rapporto sarà anche efficiente, ma quando si sfrutta un po' la meccanica l’effetto-scooter dà fastidio.
> Gamma. In Italia la 1.2 turbo c’è solo col cambio automatico e, per avere le versioni più ricche, si deve prendere la 4WD a trazione integrale (che costa di più).
Cilindrata cm3 | 1197 |
No cilindri e disposizione | 4 in linea |
Potenza massima kW (CV)/giri | 85 (116)/5600 giri |
Coppia max Nm/giri | 185/1500-4000 |
Emissione di CO2 grammi/km | 134 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | automatico CVT + retromarcia |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi |
Le prestazioni dichiarate | |
Velocità massima (km/h) | 180 |
Accelerazione 0-100 km/h (s) | 11,4 |
Consumo medio (km/l) | 15,9 |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 436/180/156 |
Passo cm | 264 |
Peso in ordine di marcia kg | 1460 |
Capacità bagagliaio litri | 377/1160 |
Pneumatici (di serie) | 225/50 R18 |
Prezzo minimo | Prezzo medio | ||
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Toyota C hr usate 2019 | 13.990 | 17.920 | 65 annunci |
Toyota C hr usate 2020 | 16.750 | 19.030 | 62 annunci |
Toyota C hr usate 2021 | 17.299 | 20.520 | 107 annunci |
Toyota C hr usate 2022 | 17.300 | 21.390 | 71 annunci |
Toyota C hr usate 2023 | 19.400 | 24.080 | 24 annunci |
Toyota C hr usate 2024 | 13.800 | 33.010 | 26 annunci |
Prezzo minimo | Prezzo medio | ||
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Toyota C hr km 0 2022 | 30.348 | 31.120 | 2 annunci |
Toyota C hr km 0 2023 | 23.900 | 30.000 | 34 annunci |
Toyota C hr km 0 2024 | 28.490 | 31.330 | 19 annunci |
Toyota C hr km 0 2025 | 31.290 | 31.290 | 2 annunci |