In molti territori del nostro Paese le strade sono purtroppo molto dissestate, tanto da far pensare a uno scenario di guerra nei casi peggiori. In molte zone, i Comuni hanno preferito ovviare a questo problema abbassando notevolmente i limiti di velocità “per strada dissestata”, invece che riparare il problema: una soluzione decisamente più economica, ma che comunque non basta a evitare incidenti e danni alle auto. Il danno a gomme, cerchi o sospensioni per buca stradale è un caso più frequente di quanto si pensi, e soprattutto è un caso in cui si può chiedere il risarcimento. Attenzione, però: bisogna seguire una procedura specifica per ottenere l’indennizzo e non venire beffati oltre che danneggiati.
In questo articolo andremo a vedere cosa fare quando buchiamo le gomme della nostra auto per una buca stradale che non avevamo visto, a chi rivolgersi e cosa dicono la normativa e la giurisprudenza a riguardo.
I danni che una buca stradale può fare alla nostra auto se ci finiamo dentro possono essere molteplici, di varia tipologia e gravità.
Ad esempio, una buca stradale può danneggiare la spalla dello pneumatico, rompendo le fibre interne: quando questo avviene, si crea un rigonfiamento interno, ma il danno può avere conseguenze molto pericolose, perché continuando a viaggiare con lo pneumatico in questo stato, c’è il serio rischio che la gomma esploda da un momento all’altro.
La buca stradale può fare male anche al cerchione, deformandolo: questo danno è altrettanto pericoloso perché possono esserci serie conseguenze anche alle gomme, i quali possono a loro volta danneggiarsi, ad esempio riportando dei tagli oppure deformandosi anche loro.
Oltre a questo, la buca può provocare danni seri alle sospensioni: finalizzate ad attutire gli impatti e a rendere il più possibile agevole la guida, potrebbero venire disallineate da un duro colpo e quindi non assorbire più gli urti e i rimbalzi, rendendo la guida molto meno confortevole. Ovviamente, la velocità alla quale si viaggia aiuta ad aggravare il danno causato, confluendo anche in altre parti e componenti importanti, come ad esempio la coppa dell’olio o il sistema di scarico.
Non mancano infine problemi alla carrozzeria, in genere causati dal rimbalzo di sassi e parti di asfalto sgretolato sulla vettura stessa al momento in cui quest’ultima prende la buca.
Insomma, i danni che una strada dissestata e in particolare una buca, più o meno profonda, possono causare alla vettura sono davvero tanti e in base alla loro gravità il conto delle spese di riparazione dal meccanico, gommista o carrozziere può essere davvero salato e superare anche tranquillamente i 1.000 euro.
Come abbiamo anticipato, se la gomma della nostra auto è danneggiata da una buca stradale si può chiedere il risarcimento. Non sempre, però, viene erogato e per avere una via più agevole e aumentare le probabilità di indennizzo, occorre seguire una procedura ben precisa, che andremo a vedere nel paragrafo successivo.
In questo paragrafo, invece, andremo a vedere cosa dice la normativa, ovvero a chi bisogna chiedere il risarcimento, chi è il vero ed effettivo responsabile di quanto accaduto.
Il testo di riferimento è l’articolo 2051 del Codice Civile, che recita quanto segue: “Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito”. La custodia si definisce in base al potere di vigilanza e controllo esercitato sulla cosa, che può essere sia diritto, ma anche solo di fatto. Nel nostro caso, il custode è l’Ente proprietario della strada, che pertanto può essere il Comune, la Provincia, la Regione o un altro gestore che è “custode” di quella strada, risultando quindi responsabile anche delle sue condizioni.
Restando sempre in tema normativo, un altro testo a cui bisogna fare riferimento è il Codice della Strada. Qui, all’articolo 14, leggiamo che gli enti proprietari delle strade devono garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione e pertanto devono provvedere alle seguenti azioni:
Inoltre gli enti devono provvedere alla manutenzione straordinaria della strada.
Quando guidiamo, dobbiamo prestare molta attenzione al tratto stradale percorso, alla segnaletica e ai limiti di velocità. Infatti, è possibile che la gomma della nostra vettura si danneggia se, saltando su un dosso, un chiodo di fissaggio rialzato squarcia lo pneumatico. Questo è solo un esempio di quello che può accadere e sarebbe da addurre alla mancata manutenzione della strada, tuttavia è molto difficile accorgersene subito e, di conseguenza, risulta più complicato chiedere e ottenere il risarcimento.
Più evidente è l’eventualità di una gomma bucata perché è “precipitata” in una buca stradale. In genere, visto il rumore e lo sbalzo che faremmo, di questo incidente ce ne si accorge subito. In caso di danno alla gomma, quindi, per ottenere più facilmente il risarcimento, dobbiamo seguire questa procedura:
Infatti, in questi casi, spetta al conducente dell’automobile dimostrare il danno subito e la responsabilità dell’ente, e non al Comune o all’ente proprietario della strada: a quest’ultimo viene richiesto il risarcimento del danno, ma spetta al conducente munirsi di prove e per fare ciò dovrà eseguire le azioni sopra elencate.
Più materiale c’è, maggiore sarà la facilità nell’ottenere il risarcimento: per questo sono molto importanti il verbale di constatazione redatto dalle autorità di pubblica sicurezza o l’intervento dei testimoni o l’eventuale referto medico se i danni subito sono anche di natura fisica.
Oltre ai documenti da allegare che abbiamo riportato sopra, la richiesta di risarcimento dovrà contenere i seguenti dati e informazioni:
Si precisa che il risarcimento potrebbe non avere tempi brevi, quindi si raccomanda di effettuare le spese di riparazione prima dell’arrivo del rimborso da parte dell’Ente responsabile.
Abbiamo detto che l’onere della prova spetta al conducente dell’auto, anche se l’articolo 2051 del Codice Civile spiega bene che “ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito”. Insomma, la normativa imputa la responsabilità oggettiva al custode della cosa, in questo caso il custode della strada, ma all’automobilista che ha bucato per causa di quella cosa mal custodita spetta l’onere della prova. È un paradosso? No, non lo è, perché secondo quanto riportato sopra, spetta al conducente dimostrare il danno e imputare la responsabilità dello stesso alle cattive condizioni della strada e al Comune o all’Ente gestore della strada risarcire il danno, perché oggettivamente responsabile.
Tuttavia, le cose non sono così semplici e la giurisprudenza si è rivelata spesso conflittuale in merito.
Abbiamo detto che il conducente ha bisogno di prove e indizi per chiedere il risarcimento del danno causato dalla buca stradale. Le foto, il verbale delle autorità e la presenza di testimoni sono 3 elementi fondamentali che possono aiutarlo a ottenere il risarcimento.
Abbiamo anche citato più volte cosa dice l’articolo 2051 del Codice Civile, per il quale la responsabilità oggettiva decade nel momento in cui si prova il caso fortuito. Ma cosa s’intende per caso fortuito? Quest’ultimo è da imputare all’automobilista: se si viaggia veloce, ad esempio, o si è distratti alla guida e non si vede la buca, allora la responsabilità è del conducente, in particolar modo quando vi è apposita segnaletica che indica la strada dissestata (e contestualmente la riduzione del limite di velocità).
Non è una cosa di poco conto, perché la giurisprudenza ha dato spesso torto all’automobilista, in virtù di questa “fortuità”, che deresponsabilizza l’Ente.
Se la buca è molto grande e sul tratto di strada ci sono le giuste condizioni di visibilità (ad esempio, una efficiente illuminazione di notte), la richiesta di risarcimento rischia molto probabilmente di risultare inevasa.
Un altro caso che potrebbe far perdere la causa all’automobilista potrebbe risiedere nel fatto che questi abbia scelto consapevolmente di scegliere il percorso più dissestato per arrivare a destinazione, invece di prendere una eventuale strada alternativa e in buono stato che avrebbe condotto ugualmente allo stesso punto.
Ora, a chi spetta la dimostrazione di questo “caso fortuito”? Anche qui la giurisprudenza entra in conflitto: secondo alcuni giudici, se all’automobilista spetta l’onere della prova per imputare all’Ente la responsabilità del danno subito, parimenti spetterà all’Ente stesso dimostrare la propria ragione e la responsabilità del conducente.
Tuttavia, secondo alcune sentenze della Corte di Cassazione risalenti al 2015 (nn. 4661 e 18865), l’automobilista è tenuto a prestare attenzione alla strada e alle sue condizioni e quindi sarebbe lui stesso il principale responsabile del danno subito per buca stradale, a causa della sua inavvedutezza. Allo stesso tempo, un’ulteriore sentenza della Suprema Corte risalente al 2018 (n. 7887) ha stabilito che “se l'evento lesivo è causato da una buca poco profonda e di modeste dimensione, tale da poter essere evitata presentando semplice attenzione, l’insidia stradale deve ritenersi esclusa”.
Viene quindi confermato il principio sopra riportato secondo il quale spetta all’automobilista tenere il giusto comportamento di guida per evitare le insidie stradali.
Andiamo a riepilogare tutti i casi nei quali non è possibile ottenere il risarcimento:
Per prevenire danni alle gomme, prima di tutto bisogna capire come sono fatti i pneumatici: questi sono composti da una carcassa in acciaio e da una copertura in gomma, che protegge la prima dall’intervento di agenti come aria e umidità che hanno un effetto negativo sulla tenuta della gomma stessa.
Quando si cambiano le gomme a ogni cambio di stagione, bisogna prestare la necessaria attenzione alla conservazione degli pneumatici, non mantenerli in verticale e poggiati sullo stesso punto, né conservarli in luoghi umidi o notevolmente luminosi. Il modo migliore per conservare i pneumatici è quello di tenerli in posizione orizzontale, oppure, se possibile, appesi al muro, in un luogo con scarsa luminosità, asciutto ed efficacemente ventilato. Questi semplici accorgimenti aiutano la conservazione delle gomme e prevengono la creazione di microfratture che potrebbero generare l’ingresso di aria e danneggiare nel tempo la carcassa e lo pneumatico in generale.
Certamente, i consigli sopra riportati possono aumentare l’efficacia e il livello di resistenza delle gomme che cambiamo ogni 6 mesi, ma non possono fare miracoli. Per evitare danni se incontriamo buche (e le incontriamo più spesso di quanto crediamo), è bene tenere sempre d’occhio la pressione degli pneumatici, che deve essere sempre al giusto livello.
Inoltre, è necessario rallentare in prossimità di tratti di strada allagati, magari perché il terreno è più basso, e soprattutto evitare le buche e in particolare quelle piene di acqua, che formano pozzanghere la cui profondità è praticamente indistinguibile e che potrebbe danneggiare gravemente l’auto e le sue componenti.
Infine, ogni volta che prendiamo una buca, sarebbe bene fermarsi dove possibile per controllare se l’impatto abbia avuto delle conseguenze. In caso affermativo, bisognerà valutare la possibilità di richiedere il risarcimento del danno ed eseguire la procedura che abbiamo indicato in precedenza.