DAL 15 al 25% - Mentre gli Stati Uniti hanno deciso di alzare, dal 1° agosto 2024, al 100% l’imposta su alcune merci provenienti dalla Cina, tra cui le automobili (qui la notizia), l’Europa sta ancora valutando un possibile aumento delle tasse, che tuttavia sembra sempre più probabile. Nel frattempo arriva una prima risposta da Pechino, che si dice sarebbe pronta ad alzare le aliquote dal 15 al 25% sulle auto con motori di grandi dimensioni (sopra i 2,5 litri) importate dall’Europa e dagli USA. Secondo la Camera di commercio cinese presso l’UE, le tasse colpirebbero le case automobilistiche occidentali e avrebbero un impatto “significativo” per l’Unione Europea.
SEGNALE FORTE - Le tensioni tra il Vecchio Continente e la Cina sono aumentate da quanto la commissione europea ha annunciato l’indagine sui veicoli elettrici cinesi per verificare l’eventuale ricorso agli aiuti statali (qui per saperne di più). La recente visita del presidente Xi Jinping in Europa, che ha provato a convincere il blocco a non seguire l’esempio statunitense, non sembra aver allentato le tensioni. “Le indagini e gli avvertimenti commerciali di ritorsione della Cina non stanno scoraggiando l’UE”, affermano gli analisti di Eurasia Group. Con l’indagine sui veicoli elettrici “Bruxelles è ansiosa di inviare un segnale forte a Pechino”, mostrando che “l’UE contrasterà i sussidi e la sovraccapacità cinese”.
I MARCHI TEDESCHI I PIÙ COLPITI - Lo scorso anno la Cina ha importato circa 250.000 automobili. In caso di aumento generalizzato dei dazi, le aziende più colpite sarebbero la Toyota, la Mercedes e la BMW, ma i marchi giapponesi potrebbero restare fuori da questa guerra dei dazi se la Cina dovesse decidere di imporre le nuove tariffe solo sulle spedizioni da Europa e Stati Uniti. E la ritorsione cinese potrebbe non fermarsi al settore automotive: dopo aver avviato un indagine sulle esportazioni europee di brandy, Pechino ha lasciato intendere che potrebbe imporre nuove tasse anche su vino e latticini europei.