“COSÌ SI PRODURRANNO SEMPRE MENO AUTO” - Lo stop alla vendita di auto nuove con motori termici nel 2035 “non è più realistico e rischia di colpire al cuore l’industria automobilistica europea”. Il monito, direttamente dai padiglioni del salone di Parigi, arriva dall’amministratore delegato della BMW, Oliver Zipse (nella foto qui sotto). Che avvisa: “Con i presupposti attuali, le misure decise dall’Unione europea porteranno a una massiccia riduzione della produzione di automobili”.
IL MESSAGGIO È CHIARO - La BMW a Parigi ha svelato quindici nuove auto elettriche. Eppure Zipse sull’auto a “pila” come unico scenario futuro per l’industria dell’auto resta molto scettico. E lancia un messaggio molto chiaro a Bruxelles: l’unico modo per ridurre la dipendenza dalla Cina per le importazioni delle batterie è rivedere “l’obiettivo del 100% di veicoli elettrici a partire dal 2035”.
I DAZI SULLE AUTO CINESI - Allineati alla posizione della BMW, anche i gruppi Renault e Stellantis hanno sottolineato l’importanza di ricalibrare (o quantomeno posticipare) i piani stabiliti dall’Ue per ridurre le emissioni inquinanti connesse all’industria dell'auto. Anche perché l’elettrificazione rischia di essere un’arma a doppio taglio, e non è l’Europa ad avere il coltello dalla parte del manico: i dazi proposti dalla Commissione ai danni delle auto prodotte in Cina, in particolare, secondo l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, non avranno altro effetto che accelerare la chiusura delle fabbriche in Europa e spingere i cinesi a spostare la produzione nel Vecchio Continente. Rendendo la concorrenza ai marchi europei ancora più feroce. Non è la prima volta che i costruttori suonano il campanello d’allarme. Cosa risponderà Bruxelles?