Unica biposto del prestigioso marchio britannico (le altre sono 2+2 o a 4 posti), con i suoi 447 cm di lunghezza l’Aston Martin Vantage è anche il modello più compatto della gamma, oltre che quello più accessibile (tutto è relativo, sia chiaro). Meno costosa delle sorelle maggiori resta anche questa variante AMR (che sta per Aston Martin Racing, il reparto sportivo della casa) nonostante l’esborso richiesto lieviti di oltre 30.000 euro rispetto ai 158.772 euro della Vantage “base”. A giustificare la consistente crescita del conto finale c’è il fatto che si tratta di un’edizione speciale, allestita in sole 141 unità e “condita” con soluzioni tecniche che appaiono studiate su misura per gli appassionati più esigenti in termini di qualità di guida. Di peculiare, la AMR presenta anche le colorazioni, che sono quattro: blu Sabiro, nero Onyx, grigio China e bianco Stone.
Per un numero ancor più ristretto di incontentabili c’è la verniciatura Stirling Green, riservata agli esclusivi 59 esemplari - denominati Aston Martin Vantage AMR 59 - che si aggiungono ai 141 già citati, e completano la serie limitata di 200 pezzi di cui si compone l’intera tiratura della sportiva di Gaydon. In questo caso la livrea è resa ancor più appariscente dalla presenza di elementi decorativi e dettagli color verde Lime, quali la striscia che percorre longitudinalmente la parte superiore della carrozzeria partendo dal cofano, la cornice della presa d’aria frontale, l’estrattore aerodinamico posteriore e le pinze dei freni. A tutto questo, si aggiungono numerosi particolari in fibra di carbonio (come le calotte dei retrovisori esterni). Specifici anche gli interni, con raffinati rivestimenti in pelle Dark Knight e Alcantara per le poltrone e altri elementi, e finiture in color Lime. La Vantage AMR 59 celebra il sessantesimo anniversario della vittoria nella 24 Ore di Le Mans del 1959, che la Aston Martin conquistò con la DBR1, ed è a listino per 209.995 euro. Sappiate che ogni discussione sui prezzi non ha riscontri sul piano pratico, perché tutte le 200 Aston Martin Vantage AMR sono già state vendute: i fortunati acquirenti le riceveranno alla fine del 2019.
La Aston Martin Vantage riprende il motore dell’Aston Martin Vantage “normale”: sotto il suo affusolato cofano alberga il 4.0 V8 biturbo a iniezione diretta di benzina di origine Mercedes-AMG (provvisto di distribuzione con doppio variatore di fase), tutto in lega leggera; secondo il classico schema delle sportive a trazione posteriore, è montato in posizione longitudinale. Invariati i dati di erogazione: la potenza è di 510 CV a 6000 giri e la coppia massima pari a ben 625 Nm, fra 2000 e 5000 giri. La novità sta nel cambio: al posto del conosciuto automatico ZF a otto marce, la AMR porta al debutto un manuale che di rapporti ne ha sette, e che dal 2020 sarà offerto come optional per la Vantage standard. Sviluppato dalla torinese Graziano Trasmissioni, si propone come una vera chicca per i puristi della guida, e come in molte vetture da competizione ha il primo rapporto che si innesta spostando la leva a sinistra e poi giù (una manovra che gli anglosassoni chiamano “dog-leg”, zampa di cane): in questo modo i passaggi di marcia seconda-terza, quarta-quinta e sesta-settima, disposti secondo lo schema “a doppia H”, richiedono un più diretto movimento rettilineo.
Essendo installato al retrotreno (secondo lo schema Transaxle), il nuovo “sette marce” della Aston Martin Vantage AMR contribuisce a ottenere una ottimale ripartizione dei pesi (50:50) fra i due assi, che avvantaggia l’aderenza. II cambio permette anche l’attivazione del sistema Amshift, che, in scalata, attua la “doppietta” automatica facendo salire di regime il V8 ed evitando, in tal modo, slittamenti delle ruote motrici dovuti a eventuali eccessi di freno motore; inoltre, per abbreviare le interruzioni di coppia in accelerazione, è possibile “tenere giù” il piede destro quando si passa al rapporto superiore: a escludere l’iniezione al momento opportuno ci pensa l’elettronica. Completa il quadro “racing” il differenziale posteriore autobloccante, dispositivo utile nella guida al limite perché ripartisce la coppia privilegiando la ruota motrice con maggiore aderenza, velocizzando la vettura nelle curve e in accelerazione. A proposito di quest’ultimo aspetto, il costruttore dichiara un tempo di 4 secondi netti nel passaggio da 0 a 100 km/h, mentre la punta massima ufficiale – credibilissima – è di 314 km/h.
Il raffinato telaio della Aston Martin Vantage AMR, derivato da quello della più “corpulenta” DB11 (475 cm di lunghezza), è basato su una struttura in alluminio estruso e pannelli d’acciaio uniti per incollatura; conta su sospensioni anteriori con schema a doppio quadrilatero e posteriori multilink, in entrambi i casi completate da una barra stabilizzatrice. Gli ammortizzatori sono di tipo adattativo a controllo elettronico (tecnologia denominata Skyhook): adeguano la loro taratura alla modalità di guida impostata (disponibili la Sport, la Sport+ e la Track, quest’ultima dedicata alla guida in pista). Nello sviluppo della AMR i tecnici anglosassoni hanno lavorato sulla riduzione della massa, impiegando specifici cerchi in lega di 20” ottenuti per forgiatura e un impianto frenante con dischi carboceramici (materiale che incrementa anche potenza e resistenza all’affaticamento, con consistenti vantaggi nell’impiego al limite), il cui diametro è di 41 cm all’avantreno e di 36 cm al retrotreno. Complice il vantaggio offerto dal cambio manuale, che è più leggero dell’automatico, la massa complessiva della vettura è stata portata a 1499 kg (la casa parla di un risparmio di 95 kg). “Pistaiola” anche la taratura dello sterzo con un ridotto grado di demoltiplicazione (2,4 giri del volante da un estremo all’altro); la vettura impiega pure il Dynamic Torque Vectoring, che migliora il comportamento in curva attraverso l’azione sui freni delle ruote interne.
A bordo della Aston Martin Vantage si è accolti - anzi, meglio sarebbe dire avvolti - da sportivissime poltrone rivestite in pelle, con poggiatesta integrato e fianchetti molto pronunciati: sono disegnate per trattenere al meglio quando si affrontano velocemente le curve, eppure non risultano troppo costrittive nei lunghi viaggi. Sull’alto e largo tunnel fra i sedili, nella Aston Martin Vantage AMR spicca la corta leva del cambio manuale, con pomello e cuffia in pelle cucita a mano. Non altrettanto azzeccata l’ergonomia dei comandi nel tunnel e nella consolle: ci riferiamo ai parecchi tasti piccoli e simili fra loro, con i quali occorre fare pratica, e alla leva delle frecce così distante dal volante che si è costretti ad azionarla con la punta delle dita. Bene in vista al centro della plancia lo schermo a sbalzo di 8” che serve il sistema multimediale con navigatore (di serie); mancano, però, Android Auto e Apple CarPlay. Il cruscotto, di tipo digitale, è molto sportivo e riserva il pannello centrale al contagiri, dalla grafica che simula quella di uno strumento analogico, e che ospita pure il tachimetro alfanumerico; lo affiancano altri due schermi – anch’essi incassati e protetti dalla luce da ampie palpebre – nei quali possono essere richiamate varie informazioni sulla vettura.
L’Aston Martin Vantage AMR non si guida solo con mani e piedi, ma anche col sedere e con la schiena: il sedile fa sentire completamente agganciati alla vettura, con la quale si fa “corpo unico”. Anche le altre parti dell’abitacolo non creano ostacoli, e non mancano finezze come il cuscinetto imbottito nel fianco del tunnel, utile per “puntellarsi” con il ginocchio destro nella guida in pista. Peccato che, in tanta ben studiata ergonomia, la leva del cambio (ruvido e rumoroso negli innesti) risulti un po’ troppo in alto, e che la “gabbia” delle marce sia ben fruibile solo fra terza e settima: il secondo rapporto si rivela, infatti, un po’ difficile da inserire già nella guida sportiva; figuriamoci nell’uso concitato in pista… La trasmissione contribuisce anche, con un sibilo abbastanza evidente, all’atmosfera sonora da auto da competizione che caratterizza l’abitacolo. Ma il V8 non si fa sentire solo con la sua voce possente e gutturale: regala una spinta poderosa già da 2500 giri, si incattivisce verso i 4000 e si distende in un crescendo esaltante fino a 7200 giri, dove interviene il limitatore.
Per via della scarsa aderenza dovuta all’asfalto umido (sulle colline dell’Eifel, in Germania, teatro del nostro test) e dell’erogazione talvolta violenta della coppia motrice, l’Aston Martin Vantage AMR ha mostrato una netta tendenza al sovrasterzo di potenza: abbiamo sentito la coda partire per la tangente persino nei curvoni da quarta marcia! Il motore “ne ha sempre”, ed estrae con veemenza dalle curve anche in settima, persino nei falsipiani. Maneggevole, leggera e compatta, la sportiva inglese ha uno sterzo che impone un certo sforzo fisico nelle rapide variazioni di traiettoria, ma garantisce sempre una confortante precisione, col supporto di sospensioni dalla taratura veramente a punto. C’è da dire, però, che su fondo umido a elevata andatura non si ha un’impeccabile sensazione di aderenza, tanto che spesso nei curvoni veloci abbiamo avuto l’impressione di sentire l’avantreno “galleggiare”. In compenso la frenata è da promuovere su tutti i fronti, per potenza, progressività, modulabilità e tenacia sotto sforzo.
Perché sì
> Bagagliaio. Il baule consente di stivare l’occorrente per una vacanza in coppia: i 350 litri di capacità del vano sono molti per una sportiva.
> Guida. La AMR è efficacissima e comunicativa anche nella guida al limite. Ottimi i freni.
> Prestazioni. Di cavalli ce n’è da vendere, sempre e a tutti i regimi: il V8 sa esaltare chi guida.
Perché no
> Accessibilità. Con il tetto ad appena 127 cm dal suolo occorre una certa agilità per “scendere” all’interno della vettura e accomodarsi sulle sagomate poltrone; in compenso le cose non peggiorano al momento di uscire.
> Cambio. Forse la AMR che abbiamo avuto a disposizione necessitava di maggior rodaggio, ma la trasmissione manuale è un po’ rumorosa e non ha una manovrabilità agevole.
> Prezzo. D’accordo che si tratta di un modello in serie limitata, ma la AMR costa ben 30.000 euro in più della Vantage dalla quale deriva, e il divario cresce di altri 25.000 euro nel caso dell’ancor più esclusiva 59 Edition.
Carburante | benzina |
Cilindrata cm3 | 3982 |
No cilindri e disposizione | 8 a V di 90° |
Potenza massima kW (CV)/giri | 375 (510)/6000 giri |
Coppia max Nm/giri | 625/2000-5000 |
Emissione di CO2 grammi/km | 285 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 7 + retromarcia |
Trazione | posteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi autoventilanti |
Le prestazioni dichiarate | |
Velocità massima (km/h) | 314 |
Accelerazione 0-100 km/h (s) | 4 |
Consumo medio (km/l) | 9,7 |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 447/194/127 |
Passo cm | 270 |
Peso in ordine di marcia kg | 1499 |
Capacità bagagliaio litri | 350 |
Pneumatici (di serie) | 255/40 R20 ant. - 295/25 R20 post. |
Prezzo minimo | Prezzo medio | ||
---|---|---|---|
Aston martin Vantage coupe usate 2018 | 139.000 | 139.000 | 1 annuncio |
Aston martin Vantage coupe usate 2021 | 184.480 | 184.480 | 1 annuncio |
Aston martin Vantage coupe usate 2022 | 169.000 | 169.000 | 1 annuncio |
Aston martin Vantage coupe usate 2024 | 289.800 | 289.800 | 1 annuncio |