Pochi ritocchi e un nuovo motore
La BMW ha lavorato di cesello per rinnovare la sua
BMW Z4: del resto, non serviva nulla più di una leggerissima rinfrescata, per un modello che vanta una personalità decisa, un grande fascino e forme che, a quattro anni dal debutto, sono ancora attuali. Oltre ai colori e ai relativi abbinamenti, sia negli interni sia di carrozzeria (l’auto che abbiamo guidato era arancio con il tetto nero), le innovazioni riguardano i fari (allo xeno, con luci diurne a led) e l’introduzione di mostrine cromate sui parafanghi anteriori, vicino al marchio BMW. Ampliata anche la possibilità di scelta per i cerchi in lega. Ma le novità più sostanziose riguardano i motori più piccoli: adesso il quattro cilindri turbo 2.0 è disponibile anche nelle versione da 156 cavalli, oltre che in quelle da 184 e 245 cavalli, e tutti sono omologati Euro 6. Nessuna variazione, invece, per i sei cilindri biturbo 3.0, con 306 o 340 cavalli; proprio quest’ultimo equipaggiava la
BMW Z4 sDrive35is protagonista del nostro test.
Fatta molto bene
Considerando il tipo di vettura, l’accesso alla BMW Z4 è abbastanza facile anche per chi non è agilissimo: una volta dentro, ci si ritrova seduti in basso, ben distesi e “incastonati” tra la porta e l’alto tunnel centrale. Lo spazio per testa e gambe è buono, mentre chi ha un fisico “abbondante” apprezzerebbe qualche centimetro in più in larghezza. La visibilità è ok in tutte le direzioni; due piccoli difetti riguardano il retrovisore esterno sinistro, che blocca un po’ la visuale nelle curve strette, e i tergicristallo, di vecchio tipo (hanno ancora il telaio di supporto a vista) e rumorosi. Impeccabili, invece, la finiture: sedili in pelle, plastiche gradevoli alla vista e al tatto e un ampio inserto in alluminio, sulla plancia, che include gli originali e comodi pomelli del climatizzatore (automatico, ma non bizona). Molto ben realizzata anche la capote in alluminio, che si apre e chiude al comando di un tasto: servono 19 secondi, e l’operazione può essere effettuata anche in movimento, fino a 40 km/h. Quando il tetto si ripiega va a occupare parte del bagagliaio, riducendone la capacità a soli 180 litri; altrimenti, lo spazio non è male (310 litri). Segnaliamo che si può avere anche un’utile botola di collegamento con l'abitacolo, per caricare gli sci: costa 240 euro.
Un sei cilindri che entusiasma
Chi ama la guida non può che rimanere deliziato dal sei cilindri biturbo della BMW Z4 sDrive35is. Sempre pronto a riversare cavalli in gran quantità sulle ruote posteriori, questo “3000” vanta una progressione dolce e facile da gestire quando si sta leggeri con l’acceleratore, ma sfodera un allungo molto deciso quando gli si chiede tutto; un cambio di ritmo sottolineato dal rombo che si alza di un’ottava e diventa un ululato rauco e metallico, da vera purosangue. Difficile trovare motori che “suonano” meglio di così. A fargli da ottima spalla c’è il cambio robotizzato a doppia frizione e sette rapporti, incluso nel prezzo: fulmineo sia negli innesti sia nel rispondere ai comandi del guidatore (due levette sul volante consentono di cambiare in “manuale”), quando si accelera a fondo lascia percepire le cambiate con un piccolo “calcio” nella schiena, che in realtà non è per nulla fastidioso e, anzi, accresce l’impressione di uno scatto fuori dal comune. E non è solo un’impressione: la casa dichiara 4,8 secondi per balzare a 100 orari partendo da fermi (oltre a 250 km/h di velocità massima, limitata elettronicamente). Nel caso foste interessati anche una valutazione sui consumi, sappiate che, a fronte degli 11,1 km/litro dichiarati, dopo il test il computer di bordo ne segnava circa 8: non un gran risultato, ma a un motore così si può perdonare una sete un po’ esagerata.
Buono il comfort
Prestazioni così elevate non devono far temere un comportamento adatto solo a fachiri: basta selezionare la posizione Comfort delle sospensioni elettroniche, premendo il tasto a fianco della leva del cambio, per ottenere una risposta abbastanza dolce quando si passa sullo sconnesso. E questo, nonostante la vettura che abbiamo guidato avesse i cerchi in lega di 19” (1.010 euro, di serie ci sono quelli di 18”). Anche la rumorosità è più che accettabile: a 130 orari, in autostrada, il sei cilindri gira buono buono a 2700 giri, praticamente senza far sentire la sua presenza; e i fruscii aerodinamici sono contenuti.
Aderenza elevata, ma feeling migliorabile
Per avere pienamente “in mano” la BMW Z4 occorre abituarsi al fatto di essere seduti così indietro rispetto alle ruote anteriori; passateci il paragone, ma sembra un po’ di essere al comando di un piccolo motoscafo. Basta qualche chilometro, comunque, per trovarsi a proprio agio. Sulle strade bagnate del nostro test abbiamo potuto apprezzare la notevole capacità delle gomme posteriori di trasmettere sull’asfalto i 340 cavalli, il fatto che le sospensioni riescano a mantenere ben “piatta” la vettura anche nella guida un po’ decisa e la notevole precisione dello sterzo; peccato, però, che diventi fin troppo duro quando si sceglie la modalità Sport, e che manchi di quella fluida “naturalezza” di risposta che caratterizza i servosterzi elettrici più recenti. Fastidioso, poi, l’attimo d’incertezza che si riscontra accelerando (anche molto dolcemente) in fase di inserimento di curva: prima di assestarsi, la vettura stringe un po’ la traiettoria, diminuendo la precisione di guida e la “fiducia” del guidatore.
Ricca, ma con qualche svista
La BMW Z4 sDrive35is ha di serie molti accessori di pregio, che abbiamo già citato: tuttavia, per i 61.280 euro del suo prezzo di listino, ci si aspetterebbe un po’ più di generosità da parte della casa tedesca. Per esempio, si pagano a parte gli specchietti sbrinabili e ripiegabili elettricamente (260 euro), i sensori di parcheggio (anche davanti: 810) e il navigatore (con schermo a scomparsa di 8,8”: 2.860 euro). I prezzi della Z4 partono dai 36.950 euro della sDrive18i, da 156 cavalli, e che ha di serie i fari allo xeno, la capote elettrica e i cerchi di 17”.
Secondo noi
PREGI
> Finiture. Di alto livello, sia per i materiali sia per le lavorazioni.
> Linea. Non ha perso il suo smalto, e rimane molto personale.
> Motore. Un agnellino o una tigre ruggente? Scegliere è un piacere riservato al piede destro del guidatore.
DIFETTI
> Dotazione. Si pagano a parte alcuni accessori ormai presenti anche su molte utilitarie.
> Spazio. In larghezza, i centimetri non sono tanti.
> Sterzo. Potrebbe dare un feeling più “naturale”.