Arriva il 1.2 turbo
Dopo tre anni, la
Dacia Duster si rinnova senza stravolgimenti. Le parti in lamiera della carrozzeria, infatti, non sono state modificate, e a cambiare sono solo i fari (più complessi nella parte interna e dotati di luci diurne), le barre sul tetto e la mascherina: la forte personalità della precedente edizione è dunque intatta. Le vere novità della Duster sono di sostanza: gli airbag anteriori e laterali (che arrivano a proteggere la testa) e l'Esp sono ora di serie fin dalla versione meno costosa (la 1.6, offerta agli stessi 11.900 euro della “vecchia”). Purtroppo, però, ancora una volta non sono disponibili i “cuscini” a tendina a protezione della testa di chi siede dietro. Sotto il cofano, debutta il 1.2 TCe, turbo a iniezione diretta di benzina: ha 125 CV e affianca il collaudato 1.6 aspirato da 110 (rispetto al quale dichiara anche percorrenze medie superiori: 16,1 km/l contro 14,1). Sul fronte del gasolio, il 1.5 dCi da 110 CV (già visto sulle Dacia Duster 4x4) rimpiazza anche sulle 4x2 il precedente da 107 cavalli: oltre a essere più potente, secondo la casa consuma anche meno (permetterebbe 20,8 km/l contro 18,9). Invariato infine il 1.5 dCi da 90 cavalli, abbinato, come il 1.2 TCe, unicamente alla trazione anteriore. Tre gli allestimenti, il primo dei quali così essenziale nella dotazione da essere… pressoché virtuale, mentre il più costoso (il Lauréate che, con qualunque motore, rimane ben al di sotto dei 20.000 euro) ha di serie anche qualcosa in più dell'indispensabile: cerchi in lega, “clima” manuale, divano frazionato e fendinebbia.
Comandi da migliorare
Nell'abitacolo della Dacia Duster la novità più rilevante è la consolle centrale: ridisegnata, ora integra inediti comandi e il nuovo navigatore (di serie sulla Lauréate e optional, a 450 euro, sulla intermedia Ambiance, è lo stesso delle Dacia più recenti). Intuitivo da usare, fa però rinunciare al lettore cd (al suo posto ci sono le prese Usb e Aux) ed è incassato piuttosto in basso: il che obbliga a distogliere lo sguardo dalla strada per consultarlo. E anche le rotelle del “clima” presentano questo stesso difetto. Sempre a proposito di comandi, come già sulla vecchia versione il clacson è comandato da un poco intuitivo pulsante nella leva alla sinistra del volante. L'unico miglioramento dell'ergonomia riguarda i comandi degli alzavetro, ora “migrati” dalla consolle ai pannelli delle porte. Nuovi sono anche i vani aperti in cima alla consolle e sopra all'airbag davanti al passeggero, mentre una conferma arriva dalle finiture: abbonda la plastica rigida, però i materiali sono robusti e i montaggi non trascurati. Continuano, piuttosto, a mancare all’appello anche un semplice gancio per appendere una giacca, così come un portabottiglie nelle porte. Per il resto, l'abitacolo di questa Dacia è rimasto invariato e se ne apprezza l'abbondante spazio e il baule dalla forma regolare.
Un bel caratterino
Dal sedile di guida, in posizione sopraelevata, si ha sott'occhio il nuovo cruscotto, ora a tre elementi circolari (quello a destra è uno schermo multifunzione) anziché due. Trovare la corretta posizione di guida per alcuni potrà rivelarsi arduo: se, infatti, la poltrona e le cinture di sicurezza sono regolabili in altezza, il volante non è registrabile in profondità. La Dacia ha lavorato per ridurre la rumorosità a bordo (marcata, sulla “vecchia” Dacia Duster, già attorno i 100 km/h): complice il fatto che a 130 km/h il 1.2 TCe non arriva a 3000 giri al minuto, ora si viaggia in un discreto silenzio. Questo quattro cilindri è comunque poco rumoroso anche in accelerazione, pur avendo un "caratterino" che non fa rimpiangere i motori a gasolio. Dai 2000 a quasi 4000 giri, infatti, il motore spinge con decisione, e a smorzarne un po' la verve intervengono solo i rapporti piuttosto distesi (per ridurre i consumi) del cambio, non granché preciso negli innesti. Se dei 10,4 secondi dichiarati per passare da 0 a 100 km/h non c’è ragione di dubitare, l'impressione è che per toccare i 175 km/h "ufficiali" serva invece un lungo lancio... La Duster, comunque, non si compra certo per correre, e allora tanto vale premere il tasto “Eco”: agendo sull'elettronica del motore, cambia l'erogazione e il 1.2 TCe perde un po' di smalto per permettere di fare… visite meno frequenti dal benzinaio.
Secondo noi
PREGI
> Insonorizzazione. Il motore non alza mai la voce e anche fruscii e rumore di rotolamento non penetrano nell'abitacolo; almeno fino a 130 km/h si viaggia comodi.
> Motore. Il piccolo 1.2 turbo spinge con una discreta verve: anche a pieno carico ci si muove con fluidità.
> Prezzo. Difficile trovare un'altra suv a meno di 15.000 euro. Soprattutto considerando la modernità del motore.
DIFETTI
> Dettagli. I comandi del “clima” sono troppo in basso; il clacson a levetta non è proprio un esempio di praticità. E qualche attenzione in più alla praticità (vani e appendigiacca) non avrebbe guastato.
> Regolazione volante. Manca quella in profondità: ormai ci sono addirittura delle citycar che la prevedono...
> Trazione integrale. Col moderno 1.2 turbo a benzina non è disponibile: chi fa pochi chilometri, ma ha bisogno della 4x4, dovrà ripiegare sul non proprio moderno 1.6 aspirato.