Diversa in lunghezza e passo

Della Seat Leon, la SC eredita il frontale e la plancia, mentre il resto è nuovo. Questa Seat (ordinabile da fine mese ma in consegna da giugno), infatti, non è solamente una versione a tre porte della berlina spagnola, ma adotta soluzioni che le danno un aspetto quasi da coupé: rispetto alla berlina è più corta di 3 cm, più bassa di 1,3 e ha il lunotto più inclinato. Tutto ciò, però, non ha compromesso la capienza del baule (di 380 litri, come nella berlina) e, dietro, anche chi è alto 190 cm non rischia di toccare il soffitto con la testa. Un'altra modifica (che, però, non si vede a occhio nudo) riguarda il passo, diminuito di 3,5 cm. Si nota di più, invece, il taglio diverso dei vetri laterali, che ora scendono verso la coda invece di risalire verso lo spoiler sopra il lunotto. Questa modifica comporta, rispetto alla Leon a cinque porte, anche un miglioramento nella visibilità (che, comunque, rimane non granché in retromarcia).
Costosa (ma offre) di più
Con la Seat Leon berlina, la SC condivide allestimenti, motori e dotazioni. A parità di versione, però, costa circa 250 euro in più ed è più ricca: la “base” Reference ha i cerchi in lega di 16'', i fendinebbia e i vetri scuri dietro, mentre la meglio dotata Style al “clima” bizona aggiunge le ruote più grandi di un pollice e lo schermo multifunzione a colori. Infine, la più sportiveggiante FR ha di serie i cerchi in lega di 18'' e i sensori di distanza posteriori. Per tutte, comunque, ci sono sette airbag, l'Esp e il sistema antiarretramento in salita, oltre che sedili specifici: più profilati di quelli della cinque porte (pur offrendo un buon comfort), sono dotati di una fascia centrale tipo Alcantara. Inoltre, all'altezza delle spalle integrano un pratico comando per ribaltare lo schienale e accedere ai posti dietro e sono dotati di memoria della posizione.
Ha un bel baule

Una volta a bordo, si ritrova la plancia della Leon, curata negli assemblaggi e nei materiali (il rivestimento è morbido e i comandi intuitivi e gradevoli al tatto) e di linea rigorosa. Anche se più grintosa nelle forme, la Seat Leon SC non rinuncia alla praticità: offre, per esempio, molti portaoggetti (alla base della consolle, alla sinistra del volante, nei pannelli porta, sul tunnel e nel bracciolo centrale), benché nessuno rivestito all'interno. La riduzione del passo ha provocato la “sparizione” di qualche millimetro per le gambe di chi siede dietro, ma lo spazio sul divano rimane buono soprattutto per due: le sedute laterali sono profilate e c'è spazio per gambe e testa. Chi siede al centro, invece, deve fare i conti con l'ingombrante tunnel sul pavimento (largo 17 cm e alto 20, oltre che sovrastato dalle bocchette del “clima”) e con la seduta sporgente. I vetri laterali ampi rendono luminoso l'abitacolo. Il baule, di 380 litri (largo da 110 a 120 cm, lungo 84 e alto 53), è più grande di quello delle principali rivali (Opel Astra GTC, Renault Mégane Coupé e Volkswagen Scirocco) e di forma regolare.
Solo sulla FR il cambio DSG

Le brillanti prestazioni che la Seat dichiara per questa vettura (8,4 secondi da 0 a 100 km/h e 215 km/h di velocità di punta) ci sono sembrate verosimili, anche se, quando si viaggia con le marce alte, la Seat Leon SC non sfodera una ripresa particolarmente vigorosa: anche perché il rapido cambio robotizzato DSG a doppia frizione, che scala marcia da solo quando si affonda il piede sul pedale del gas, è riservato alla più sportiva versione FR (più grintosa nelle forme, con un assetto ribassato di 1,5 cm e più cara di 2.800 euro). Ottimistici, invece, i 24,4 km/l “ufficiali” di percorrenza media: al termine del test, sulla base delle indicazioni del computer di bordo, i circa 17 rilevati ci sono sembrati più realistici. Convincenti comunque lo sterzo e l'assetto: il primo è preciso nel comunicare cosa fanno le ruote, anche sui percorsi più tortuosi, mentre il secondo è correttamente rigido, pur conservando un discreto assorbimento delle asperità del fondo. Elevata anche la tenuta di strada, e questo senza ricorrere a “gommoni” esagerati: pure nei curvoni autostradali (a 130 km/h, il motore in sesta gira a soli 2100 giri) ci si sente l'auto “in mano”. Peccato solo che a queste velocità nell’abitacolo si facciano sentire una certa rombosità e il rumore di rotolamento delle ruote. In ogni caso, grazie anche alla discreta visibilità agli incroci (i montanti anteriori sono piuttosto sottili), la Leon SC è un'auto che dà subito confidenza e che, dopo pochi metri, sembra di conoscere da tempo.
Secondo noi
PREGI
> Guida. Lo sterzo è preciso, la visibilità discreta (per una “quasi coupé”) e i comandi sono leggeri.
> Praticità. Il baule ha una forma regolare ed è ampio quanto quello della berlina. E l'abitacolo non manca di portaoggetti.
> Spazio. Solo il posto centrale del divano è sacrificato: le poltrone sono profilate ma comode e, dietro, c'è spazio anche per la testa di chi è alto 190 cm.
DIFETTI
> Cambio automatico. Per avere il pratico cambio robotizzato DSG a doppia frizione occorre passare alla versione FR: più vistosa, sportiveggiante e costosa (di 2.800 euro).
> Insonorizzazione. A velocità autostradali emerge una certa rombosità e il rumore di rotolamento delle ruote si fa evidente.
> Ripresa. Il turbodiesel non è avaro di cavalli ma, nelle marce alte, riguadagna giri con un po' di pigrizia.