Toyota Prius: briosa e parca, ma il baule…

È la quinta generazione della prima ibrida prodotta in serie. Solo plug-in, la Toyota Prius è più aggressiva e slanciata pur restando “pulita” ed elegante; mantiene la linea ad arco, dal frontale fino alla coda, ma è più bassa di ben sei cm. Il design, però, penalizza l’abitabilità (dietro c’è poco spazio in altezza) e il bagagliaio: 284 litri sono un valore da utilitaria, non quello che si aspetta da un’auto lunga 460 cm. Con 223 CV invece dei 122 di prima, la giapponese è davvero scattante, molto più di prima: nello “0-100” abbiamo impiegato 7,2 secondi (erano 11,8). Portando la batteria da 10,2 kWh al 100%, si viaggia senza bruciare benzina per 66 km in media (e per 81 km in città); niente male.

Peccato, però, che la ricarica avvenga al massimo a 3,3 kW: per un “pieno” servono circa quattro ore. A differenza di altre ibride ricaricabili, beve poca benzina anche se non ci si ferma mai a rigenerare la batteria: i quasi 20 km/l in media (e 15,9 in autostrada) sono un risultato molto buono. Agile tra le curve grazie anche alla prontezza dello sterzo, la Prius si corica poco di lato, assorbe bene buche e avvallamenti ed è anche ben insonorizzata, fatta eccezione per il forte rumore di rotolamento delle gomme. Il prezzo è alto e le finiture non sono proprio il massimo; in compenso, di serie c’è davvero tanto, compreso il tetto a pannelli solari che aiuta a ricaricare (un po’) la batteria di trazione. Le due versioni meno costose hanno gli stessi (numerosi) aiuti alla guida e i fari full led.