Granturismo a due posti, con un grosso V12 anteriore come protagonista assoluto e la trazione posteriore. Una ricetta che più classica non si può, dal sapore unico e intramontabile. Una “specie” che solo pochi anni fa sembrava a rischio estinzione e che invece viene reinterpretata con orgoglio, a partire dal nome, dalla Ferrari 12Cilindri. Il tutto, reso ancor più coerente da numeri impressionanti: la due porte di Maranello tocca quota 830 CV e 678 Nm di coppia motrice.
Il 6.5 della Ferrari 12Cilindri è l’edizione aggiornata di quello della 812 Superfast, rispetto al quale guadagna una trentina di cavalli. La massima potenza è erogata a 9250 giri, con la zona rossa addirittura a 9500. Vette alla portata di pochissime auto di serie, che, grazie anche a un impianto di scarico progettato per esaltare le note migliori, sono sinonimo di allunghi da brivido. Ma prima di arrivare allo scarico, c’è stato tanto lavoro: regimi di rotazione (e una potenza) così elevati sono il frutto della riduzione del peso dei componenti: le bielle sono in titanio (-40% di massa rispetto all’acciaio, a pari resistenza meccanica) e i pistoni in una particolare lega di alluminio che li rede più leggeri. È stato utilizzato inoltre l’acciaio rivestito in diamond-like carbon (DLC), che riduce l’attrito, nel “dito” usato per azionare le valvole. Ancora, è stata sviluppata una strategia software che modifica la coppia massima disponibile in funzione della marcia inserita, per una spinta sempre lineare e progressiva, oltre che estremamente corposa. Risultato: questo V12 è insieme “esplosivo” e fluido, assai generoso già a 3000 giri ma capace di entusiasmare, per rapidità nel prendere giri e “sound”, fino a 9500. A differenza dei turbo a cui siamo ormai abituati, magari supportati anche dall’elettrico, la progressività con cui viene erogata la potenza e l’ampiezza del campo dei regimi di rotazione utilizzabili permette di godersi al meglio il crescendo e, soprattutto, di dosare molto bene l’erogazione.
Da anni, le Ferrari utilizzano l’elettronica sia per aumentare la sicurezza, sia per estrarre il massimo potenziale dalla meccanica anche se non si è piloti. Un aspetto che in questo Primo Contatto, su strade bagnate e poi, per fortuna, sull'asciutto della pista, abbiamo avuto modo di apprezzare fino in fondo. Disarmante la facilità con cui si può guidare in modo allegro, anche su fondi scivolosi, una granturismo da oltre 800 CV: questo si spiega con il lavoro congiunto della parte meccanica e di quella elettronica. Il sistema software SSC 8.0 permette ai vari aiuti alla guida di dialogare tra loro molto rapidamente e include, fra le altre cose, la stima del grip istante per istante. La distribuzione dei pesi equilibrata (48,4% davanti e 51,6% dietro) è la base di partenza giusta per ottenere un comportamento in curva progressivo e gestibile. Qui, poi, c’è un passo (la distanza fra i centri delle ruote) accorciato di 2 cm rispetto a quello della precedente 812 Competizione, cosa che accresce l’agilità, come fa anche il retrotreno sterzante con le ruote posteriori non più vincolate fra loro, per cui possono assumere angoli differenti una dall’altra. Questa evoluzione ha un effetto positivo sulla dolcezza delle reazioni: con altre auto a ruote posteriori sterzanti, si sente distintamente il retrotreno che “lavora” in modo brusco. Non qui: le reazioni sono sempre progressive e “naturali”. Grazie a tutte queste soluzioni, basta girare pochissimo il volante per inserire l’auto in curva, senza che questo comporti problemi di stabilità; anzi, la Ferrari 12Cilindri sembra costantemente incollata alla strada.
Nella sicurezza della pista, ruotato il “manettino” sulla modalità TC Off (controllo di trazione disattivato), la Ferrari 12Cilindri regala un'illusione che il proprio ego trasforma in certezza: quella di essere abili piloti. Sì perché TC Off non significa che l'elettronica smetta di lavorare; solo, lo fa nell'ombra, consentendo sbandate di potenza facili da correggere. Si sente con largo anticipo in posteriore che allarga e in modo praticamente spontaneo viene da riallineare il volante. Si esce dalle curve a ruote dritte, velocissimi verso la curva successiva. Questo (anche) è il significato di piacere di guida.
Granturismo vuol dire andare forte senza eccessi, comodamente, avvolti nel lusso. Requisiti che la Ferrari 12Cilindri soddisfa pienamente: le sospensioni assorbono bene buche e avvallamenti, il motore si sente costantemente (per fortuna) ma diventa protagonista solo su richiesta, materiali e finiture sono di ottimo livello. A mettere un po’ a disagio, nella guida di tutti i giorni, sono le dimensioni, soprattutto la larghezza, e la visibilità quasi nulla verso il tre quarti posteriore, fastidiosa in particolare quando ci si immette su una strada (agli incroci). Non convincono nemmeno i troppi comandi “touch”, difficili da trovare; persino il motore si accende con un tasto a sfioramento.
Nella linea, la musa ispiratrice della 12Cilindri è palese: la 365 GTB/4 “Daytona” del 1968. La somiglianza è ancor più evidente dal vivo, per questo bolide dalle dimensioni importanti: 473 cm di lunghezza. I richiami si colgono soprattutto davanti, nella forma spiovente e appuntita del cofano motore, ma anche nella fascia che collega i fari. Allontanandosi, si colgono invece le proporzioni, con il grande cofano, ancora lui, che da solo si prende quasi metà della lunghezza (del resto là sotto ci deve stare un V12 messo longitudinalmente, montato dietro l’asse delle ruote anteriori) e l’abitacolo che pare “appoggiato” sulle ruote posteriori.
L’eleganza delle linee della Ferrari 12Cilindri è frutto anche dell’attento studio in galleria del vento. Al posto dell’alettone posteriore, ci sono due appendici mobili che consentono alla vettura di assumere una configurazione a basso o alto “carico”. La prima, con gli elementi non sporgenti, garantisce un migliore coefficiente aerodinamico Cx ed è sempre presente fino ai 60 km/h e al di sopra dei 300 km/h (per consentire di raggiungere una maggiore velocità massima). Anche fra 60 e 300 km/h gli spoiler si trovano normalmente in posizione di basso carico, ma, in base alle condizioni di condizioni di guida, l’elettronica può decidere se è necessario “alzare le ali”, premendo verso il suolo la vettura e aumentando di conseguenza l’aderenza delle gomme sull’asfalto. Importante è inoltre il ruolo del fondo, che genera carico verticale in modo efficiente, anche gestendo il flusso d’aria in uscita dai radiatori centrali; in sostanza, “risucchia” la Ferrari 12 Cilindri verso l’asfalto, senza aumentare la resistenza all’avanzamento come invece accade con gli alettoni.
Carburante | benzina |
Cilindrata cm3 | 6496 |
No cilindri e disposizione | 12 a V di 65° |
Potenza massima kW (CV)/giri | 610 (830)/9250 giri |
Coppia max Nm/giri | 678/7250 |
Emissione di CO2 grammi/km | 353 |
No rapporti del cambio | 8 (robotizz. doppia friz.) + retromarica |
Trazione | postariore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi autoventilanti |
Le prestazioni dichiarate | |
Velocità massima (km/h) | 340 |
Accelerazione 0-100 km/h (s) | 2,9 |
Consumo medio (km/l) | 6,4 |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 473/218/129 |
Passo cm | 270 |
Peso in ordine di marcia kg | 1560 |
Capacità bagagliaio litri | 270 |
Pneumatici (di serie) | 275/35 R 21 post. - 315/35 R 21 ant. |
Serbatoio litri | 92 |