A quattro anni dal lancio, è arrivato il momento di una rinfrescata per la Mini Clubman. La compatta wagon inglese sarà in concessionaria da fine settembre, con prezzi a partire da 23.950 euro e cinque allestimenti (base, Classic, Exclusive, Sport e Business); in più, c’è la sportiva John Cooper Works che abbiamo guidato in questa occasione. Le modifiche estetiche si concentrano nel frontale, con i fari a led o a matrice di led (410 euro per la John Cooper Works e 1.350 per le altre) circondati da un anello luminoso, la mascherina più grande e l’inedito paraurti, mentre dietro i fanali a led richiamano nella grafica la bandiera britannica. Piccoli tocchi, che tuttavia sono sufficienti per rendere più moderno l’aspetto della macchina, sempre molto personale con le forme tondeggianti e le due antine (non molto pratiche) invece del portellone.
Quasi invariati, invece, i ben rifiniti interni della Mini Clubman, che possono essere personalizzati con finiture e rivestimenti prima non disponibili (come la pelle Leather Chester nei colori marrone, blu e grigio) e scegliendo tra le opportunità offerte dal catalogo Mini Yours. L’intervento più importante è stato fatto sul sistema multimediale (l’impianto di base include lo schermo di 6,5”, il Bluetooth e la presa Usb per lo streaming audio), potenziando le funzioni del pacchetto Mini Connected Media (860 euro) che consente di accedere a vari servizi online dedicati. Il più completo sistema Connected Navigation Plus (2.150 euro) offre il display da 8,8” e la ricarica wireless per gli smartphone compatibili. Il sistema comprende una scheda dati Sim 4G che gestisce i servizi di Emergency Call e TeleServices, consentendo di ricevere informazioni sul traffico in tempo reale e di connettersi con la vettura attraverso la Mini Connected App (per esempio, per visualizzare sul cellulare la posizione del veicolo, il livello del carburante, e per attivare il lampeggiatore del faro, il clacson e il “clima”, e aprire e chiudere le porte). Peccato che non sia migliorata molto la dotazione dei sistemi di ausilio alla guida, che ancora non comprende gli avvisi di uscita involontaria di corsia e il monitoraggio dell’angolo cieco, ormai molto diffusi, anche su auto meno costose (di serie, ci sono la frenata automatica d’emergenza, gli abbaglianti automatici e la telecamera che legge i cartelli stradali, proponendoli nel cruscotto).
Le novità “di sostanza” riguardano la versione più sportiva, la Mini Clubman John Cooper Works, il cui nome è un omaggio a chi studiò le prime versioni “pepate” di quella che, negli anni 60, era una minuscola utilitaria. Nella storia delle Mini, mai ce n’era stata una così potente. Sotto il cofano, infatti, c’è il 2.0 turbo a iniezione diretta di benzina (già impiegato per le BMW 135i xDrive e X2 M35i xDrive), che eroga 306 CV di potenza e 450 Nm di coppia massima (ben 75 CV e 100 Nm in più rispetto alla precedente generazione del 2.0). Il quattro cilindri è abbinato a una trasmissione automatica a otto marce con le levette al volante, che include un differenziale autobloccante meccanico a controllo elettronico sull’asse anteriore. La sportiva inglese conta anche sul sistema di trazione integrale ALL4 rivisto (con un set di ingranaggi rinforzato, un pacco frizione con dischi più grandi montato al posteriore, e uno specifico albero di trasmissione che garantisce maggiore rigidità torsionale), su rinforzi addizionali per la struttura esterna della scocca e su un impianto frenante maggiorato. Inoltre, sono state irrigidite le sospensioni e l’assetto è stato ribassato di 10 mm.
Basato sul 2.0 della Mini Clubman Cooper S da 192 CV, il quattro cilindri della John Cooper Works ha il turbo maggiorato, l’albero motore rinforzato, con cuscinetti di banco, pistoni e bielle specifici e un nuovo smorzatore di vibrazioni. Il turbo è di tipo twin scroll, con il condotto che porta i gas di scarico nella chiocciola sdoppiato (si riduce il ritardo di risposta). Il 2.0 è dotato inoltre di un più efficiente sistema di raffreddamento, del filtro antiparticolato e del sistema per la fasatura variabile, che permette di variare i tempi di apertura e chiusura delle valvole di aspirazione e scarico. I tecnici hanno lavorato anche sull’impianto di scarico, dotato di un doppio sistema che confluisce in un unico elemento silenziatore di elevato volume.
Su strada la Mini Clubman JCW è divertente e sicura. Il 2.0 risponde con prontezza e vigore, garantendo una buona accelerazione fin dai 2000 giri, per poi mostrare una decisa progressione fin poco oltre i 6000. Il cambio automatico con convertitore di coppia è rapido salendo di marcia (un po’ meno in scalata, anche in manuale usando le levette al volante) e, grazie alla poderosa coppia del quattro cilindri (450 Nm, tra 1750 e 4500 giri) consente di riprendere molto rapidamente dopo un rallentamento o nei sorpassi. Piuttosto rigida di sospensioni (anche quelle attive, che costano 550 euro), l’auto è un po’ brusca sulle asperità della strada, ma ha una tenuta di strada davvero sicura: gli inserimenti in curva sono veloci e la trazione integrale (che fa intervenire le ruote posteriori solo quando le condizioni del fondo e la dinamica di guida lo richiedono) assicurano una buona motricità in percorrenza e in uscita di curva. Lo sterzo, preciso e diretto, esalta l’agilità della vettura. Potente l’impianto frenante maggiorato, che “morde” con decisione e mostra una buona resistenza all’uso intenso su strada.
PREGI
> Guida. Sulle strade tortuose questa wagon “pepata” sa dare grandi soddisfazioni, per la precisione dello sterzo, la rapidità del cambio e l’elevata tenuta di strada.
> Finiture. L’abitacolo e il baule sono realizzati con cura. Gradevoli i materiali dei rivestimenti.
> Motore. Il 2.0 spinge forte fin dai bassi giri. Ma se si va tranquilli, sa essere dolce e regolare.
DIFETTI
> Comfort. Con i cerchi di 18” e le sospensioni rigide, le imperfezioni della strada si sentono.
> Prezzo. È alto, anche per una “bomba” sportiva. E tra gli optional, mancano dispositivi di sicurezza come quello contro l’uscita involontaria di corsia e i sensori dell’angolo cieco.
> Visibilità posteriore. È ostacolata dal lunotto piccolo e dalla larga chiusura centrale del portellone a due ante.
Carburante | benzina |
Cilindrata cm3 | 1998 |
No cilindri e disposizione | 4 in linea |
Potenza massima kW (CV)/giri | 225 (306)/5000-6250 giri |
Coppia max Nm/giri | 450/1750-4500 |
Emissione di CO2 grammi/km | 169 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 8 (automatico) + retromarcia |
Trazione | integrale |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi autoventilanti |
Le prestazioni dichiarate | |
Velocità massima (km/h) | 250 |
Accelerazione 0-100 km/h (s) | 4,9 |
Consumo medio (km/l) | 13,5 |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 425/180/144 |
Passo cm | 367 |
Peso in ordine di marcia kg | 1550 |
Capacità bagagliaio litri | 360/125 |
Pneumatici (di serie) | 225/40 R18 |