La famiglia delle Mini a tre porte si sdoppia: i modelli a benzina sono versioni profondamente aggiornate (nella carrozzeria e negli interni) delle precedenti, mentre quello a batteria è del tutto inedito e basato su una nuova piattaforma fatta apposta per le auto elettriche. La Mini Electric del test è realizzata in collaborazione con la Great Wall Motor, che la produce in Cina (almeno fino al 2026, quando aprirà la fabbrica in Gran Bretagna) ed è proposta in due versioni. La Mini Cooper E ha un motore a corrente da 184 CV (collegato alle ruote anteriori), alimentato da una batteria da 36,6 kWh netti: promette 305 km di autonomia media. La Mini Cooper SE del test ha 218 CV e una “pila” da 49,2 kWh, che dovrebbero bastare in media per 402 km. La ricarica avviene fino a 11 kW in corrente alternata, mentre dalle colonnine in continua la E accetta al massimo 75 kW e la SE 95: non sono molti, ma, secondo la casa, in condizioni ideali basterebbero per passare dal 10 all’80% in circa 30 minuti.
La nuova Mini Electric è già in vendita e sarà dietro le vetrine delle concessionarie dalla seconda metà di maggio 2024. I prezzi partono da 32.300 euro per la Mini Cooper E e da 36.300 euro per la Mini Cooper SE. Di serie per le “base” Essential ci sono i principali aiuti alla guida (per esempio, la frenata automatica d’emergenza), il climatizzatore bizona e il sistema multimediale con le connessioni per i telefonini Android Auto e Apple Car Play. Ci sono poi i più ricchi e costosi allestimenti Classic, Favoured e John Cooper Works; la Favoured del test include nei 42.700 euro di prezzo anche il cruise control adattativo, i retrovisori regolabili elettricamente e il navigatore. Come da tradizione per le Mini, ci sono molte possibilità di personalizzazione.
Sempre compatta con i suoi 386 cm di lunghezza, la nuova Mini Electric mantiene le forme e la personalità inconfondibili dei precedenti modelli, ma con un aspetto più essenziale, privo di dettagli come la cornice lucida intorno ai fari tondi e i profili in plastica nera intorno ai passaruota. Inoltre, i paraurti sono lisci, con prese d’aria o inserti ridotti al minimo (sono presenti solo nella grintosa John Cooper Works). Ne risulta un’auto più “pulita”, che richiama in modo ancora più esplicito la semplicità della prima Mini, quella del 1959. Fra i particolari che più si distaccano da quelli del modello precedente ci sono i fanali, che da rettangolari diventano triangolari.
Nel solco della tradizione, ma anche assai moderno, l’abitacolo della Mini Electric. Invece dei comuni materiali plastici, la plancia e le porte sono in gran parte rivestiti di tessuti ricavati da materiali riciclati: danno un tocco sartoriale e di originalità agli interni, ma possono risultare più “sporchevoli” e di difficile pulizia; una finezza le luci d’ambiente che filtrano dalla trama del tessuto. Come in tutte le Mini, anche qui c’è uno strumento circolare al centro della plancia. Ma la tecnologia è all’avanguardia: si tratta di uno schermo Oled con ben 24 cm di diametro, dai colori particolarmente brillanti. Di serie ci sono quattro grafiche (assai elaborate e non sempre chiare) collegate alle modalità di guida, ma altre se ne possono aggiungere come optional. Si scelgono con la levetta denominata Experience sul lato destro della consolle.
Fra le configurazioni del display c’è quella “vintage” ispirata alla strumentazione delle auto anni 50, quella della modalità Eco che evidenzia i consumi e la sportiva Go Kart con tachimetro bene in evidenza. Da questo schermo si gestiscono (non sempre con immediatezza) praticamente tutti i servizi di bordo. Manca il cruscotto, sostituito da un raffinato head-up display che replica la grafica del display centrale, di serie per tutte (Essential escluse). Accanto alla levetta Experience ci sono gli unici comandi fisici: quello per l’avvio del motore (superfluo in un’elettrica) e per scegliere fra marcia avanti e indietro: sono pratici. La posizione di guida bassa e, nell’auto del test, con regolazioni elettriche e rivestimenti in finta pelle per il soffice sedile, è comoda. Sufficiente lo spazio per chi siede davanti, mentre dietro è scarso (e l’auto è omologata solo per quattro). Piccolo anche il baule: la casa parla di 210 litri a divano in uso.
La Mini Electric Cooper SE ha l’agilità e lo sterzo diretto che ci si aspetta da una Mini, con inserimenti in curva svelti e precisi. Minimo il rollio, ma, complice il peso elevato (circa 1600 kg a vuoto), non è difficile raggiungere i limiti di aderenza; l’auto resta comunque equilibrata (anche perché, se necessario, l’Esp interviene prontamente) e, a patto di non esagerare, si può mantenere agevolmente una guida brillante. I freni ben modulabili ci sono sembrati all’altezza della situazione, e dalla levetta del “cambio” si può inserire la funzione B (Brake) che accentua in modo significativo la frenata rigenerativa, arrivando fino ad arrestare l’auto senza toccare il pedale sinistro. La Mini Electric Cooper SE non è rumorosa e ha uno sterzo “consistente”, ma non troppo pesante; lo sconnesso si sente, ma i sobbalzi diventano davvero fastidiosi solo sui dossi. In base alla modalità scelta con la levetta Experience, viene emesso un rombo che cresce all’aumentare della velocità, come una colonna sonora “da videogame”: può non piacere a tutti e si può escludere.
Motore elettrico anteriore | |
Potenza massima kW (CV)/giri | 160 (218)/n.d. |
Coppia max Nm/giri | 330/n.d. |
Batteria | |
Tipologia | ioni di litio |
Capacità kWh | 49,2 |
Tensione volt | 400 |
Potenza max ricarica dalle colonnine | |
in corrente alternata | 11 kW |
in corrente continua | 95 kW |
Tempo di ricarica | 5 ore e 15' a 11 kW |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi |
Le prestazioni dichiarate | |
Velocità massima (km/h) | 170 |
Accelerazione 0-100 km/h (s) | 6,7 |
Autonomia (km) | 402 (ciclo WLTP) |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 386/176/146 |
Passo cm | 253 |
Posti | 4 |
Peso in ordine di marcia kg | 1605 |
Capacità bagagliaio litri | 210/800 |
Pneumatici (di serie) | 205/50 R 17 |