Pochi cambiamenti
Anche se in vendita da cinque anni, la carrozzeria con piglio da coupé dell’
Alfa Romeo MiTo non è invecchiata: l’aggiornamento, quindi, si è limitato a un ritocco dello scudetto Alfa Romeo nel frontale, reso più evidente dalla cornice cromata. Nell’abitacolo spiccano nuovi rivestimenti (di buona qualità) e l’impianto multimediale con schermo di cinque pollici nel centro della plancia. Per i motori, la novità è il 0.9 turbo a due cilindri (è quello della vettura del test), dalla notevole potenza (105 CV) in relazione alla modesta cilindrata e già a norma Euro 6, che sostituisce il 1.4 MultiAir aspirato, con quattro cilindri e di pari potenza.
Ampia scelta
Già in vendita, la rinnovata Alfa Romeo MiTo è proposta con motori a benzina, a gasolio e a Gpl. I prezzi sono compresi fra i 14.920 euro della 1.4 Impression a benzina (69 CV) e i 22.432 della Quadrifoglio Verde con il 1.4 turbo a benzina da 170 CV. L’Alfa Romeo MiTo 0.9 TwinAir Distinctive del test (18.803 euro) ha di serie sette airbag, il climatizzatore manuale, la radio con comandi al volante, le ruote in lega (con gomme 195/55 R 16), il sistema Dna (permette di cambiare su tre impostazioni la risposta di motore, sterzo e Esp), oltre al cruise control, ai fendinebbia e ai sensori posteriori di parcheggio, assenti nella meno cara (17.996 euro) Progression. Allo stesso prezzo della Distinctive, è disponibile anche la Sbk, che si differenzia per la caratterizzazione estetica con adesivi ispirati alle competizioni motociclistiche per la carrozzeria.
Dietro ha poco spazio
La gradevole impostazione sportiva dell’abitacolo dell’Alfa Romeo MiTo e la comoda posizione di guida con il volante regolabile anche in profondità restano quelli di sempre. I nuovi tessuti per i sedili e il rivestimento (morbido al tatto) di colore rosso (nella Distinctive del test) per la zona superiore della plancia, che sfuma verso il nero avvicinandosi alla base del parabrezza, aggiungono un tocco di modernità. Questo rivestimento è proposto anche in colore grigio o, con 50 euro, nero. Il navigatore (504 euro) integrato nel nuovo sistema multimediale è intuitivo nell’utilizzo e dotato di funzioni vocali (come la lettura dei messaggi ricevuti nel telefonino). Restano i limiti di spazio per chi siede sul divano (per via della forma affusolata della parte posteriore della carrozzeria) e il baule poco accessibile (la soglia di carico è a ben 84 cm dal suolo).
Piccolo ma allegro
Un bicilindrico sotto il cofano di un’Alfa Romeo potrà non piacere a tutti ma, forte di 105 cavalli, questa versione del TwinAir non manca di brio: rispetto ad altre unità di cui erano dotate vetture del gruppo Fiat che abbiamo provato, ci è sembrato migliorato. Le vibrazioni sono diminuite e l’erogazione ai bassi regimi è più fluida (anche se la risposta diventa consistente solo superati i 1500 giri). Oltre i 2500 giri, questo “875” sfodera un’inaspettata vivacità, accompagnata dalla caratteristica sonorità proveniente dall’impianto di scarico (a qualcuno potrà non risultare gradita), che si attenua solo all’intervento del limitatore a 6000 giri; alla portata della vettura il buon tempo di 11,4 secondi per lo “0-100” e la velocità massima di 184 km/h. Insomma, se si desidera guidare brillantemente l’Alfa Romeo MiTo, il motore c’è. Viceversa, la taratura morbida delle sospensioni (peccato non sia disponibile nemmeno come optional un assetto sportivo), lo sterzo che trasmette in modo troppo filtrato dove siano le ruote e gli inserimenti gommosi delle marce (oltre alla corsa lunga della leva) sono più consoni a una guida tranquilla. In ogni caso l’Alfa Romeo MiTo si conferma una vettura dal comportamento sincero e con un’elevata tenuta di strada. Restano anche i limiti in fatto di visibilità: dal piccolo lunotto si vede poco (i sensori di distanza sono solo parzialmente d’aiuto).
Assetata? Dipende
Quanto ai consumi dell’Alfa Romeo MiTo 0.9 TwinAir, stando ai riscontri del computer di bordo, risentono parecchio dello stile di guida. Se si seguono alla lettera i suggerimenti dell’indicatore di “cambio marcia” nel cruscotto, si deve passare al rapporto superiore già a soli 2000 giri (a questo regime il motore gira con apprezzabile scioltezza anche in sesta) e, nella modalità Normal del Dna, abbiamo tenuto la buona media di 16 km/l. Facendosi prendere dal brio del TwinAir, nella modalità Dynamic la percorrenza scende a 11 km/l.
Secondo noi
Pregi
> Grinta. Il motore è piccolo, ma sveglio.
> Posizione di guida. Comoda e ben regolabile.
> Tenuta di strada. Sempre sicura.
Difetti
> Baule. L’accessibilità al vano è modesta.
> Cambio. Migliorabile la manovrabilità della leva.
> Visibilità posteriore. Si vede molto poco.