Cilindrata uguale, ma meno potenza
Già qualche mese fa avevamo presentato la
BMW Serie 5 Touring rinnovata, arrivata nelle concessionarie a metà estate. Adesso, però, abbiamo potuto “assaggiare” la novità forse più interessante: la 518d (nel nostro caso, nella versione famigliare Touring), che con il suo quattro cilindri turbodiesel 2.0 da “soli” 143 cavalli si pone alla base della gamma quanto a potenza e prestazioni, un gradino sotto la 520d, che ha lo stesso motore ma da 184 CV (e costa 2.521 euro in più).
Non esuberante, ma neppure asmatica
Andiamo subito al sodo: come si comporta questo motore su un’auto lunga 491 centimetri e che pesa 1730 kg? La BMW 518d del test montava il valido cambio automatico a otto marce (optional a 2.319 euro), con il quale la casa dichiara uno “0-100” di 10 secondi e 205 km/h di velocità massima. Rimandiamo la verifica di questi numeri a una prova approfondita sulla rivista; per ora possiamo fornire le nostre impressioni, sostanzialmente positive. Nelle partenze e nelle riprese da bassa e media velocità, dopo un istante di incertezza, il 2.0 tira fuori un bel vigore: merito della coppia massima elevata (360 Nm già a partire da 1750 giri). Dove il motore mostra meno smalto rispetto alla 520d (che avevamo guidato nella precedente edizione, praticamente invariata nella meccanica) è ai regimi medio alti: oltre i tremila giri, allunga con meno decisione. Il 2.0 della 518d ha una rumorosità poco evidente in piena accelerazione, e che scompare del tutto a velocità autostradali, dove il comfort è notevole (un po’ meno sullo sconnesso: le sospensioni “lisciano” piuttosto bene le buche, ma nel farlo diventano rumorose).
Con due cilindri in più, ecco le differenze
Avendo guidato, subito dopo la BMW 518d, una 530d xDrive (la versione 4x4), dotata di un sei cilindri turbodiesel 3.0 da 258 cavalli, ci pare interessante fare una comparizione. Oltre alla progressione decisamente più poderosa (addirittura esuberante, in gran parte delle situazioni), scompare il ritardo di risposta nelle accelerate brusche; il suono del motore si fa più “melodioso” e l’attivazione dello Start&Stop ai semafori diventa quasi impercettbile (mentre nella 518d le vibrazioni sono evidenti, per quanto di breve durata). Il piacere del sei cilindri, però, si paga caro sia al momento dell’acquisto (solo per il motore, servono circa 8.000 euro in più) sia in seguito: vanno considerati i maggiori costi di bollo e assicurazione, e il fatto che sul cruscotto abbiamo visto una percorrenza di 10,5 km con un litro di gasolio (16,9 dichiarati nel ciclo medio), mentre sullo stesso percorso e adottando una guida simile, con la 518d abbiamo sfiorato i 14 km/litro (19,6 il valore “ufficiale”, con il cambio automatico).
Eleganza e praticità
Quanto al resto, la BMW 518d Touring Luxury è identica alle versioni più prestanti. Wagon decisamente slanciata ed elegante, nella guida pone l’accento sulla sportività: ha uno sterzo preciso e comandi dalla risposta pronta (fin troppo per quanto riguarda i freni: spesso si “inchioda” senza volerlo). L’abitacolo è riccamente rifinito, ma non particolarmente spazioso: anche per via del tunnel ingombrante (davanti e dietro), questa wagon è comoda al massimo per quattro adulti di media statura. Il bagagliaio, invece, ha dimensioni buone per la categoria (560/1670 litri) e una notevole praticità. Oltre alla soglia di carico vicina a terra (60 cm) e a filo col piano, citiamo il portellone e il tendalino ad azionamento elettrico, il lunotto apribile separatamente e le levette vicine al portellone, per reclinare più facilmente lo schienale. Quest’ultimo, poi, è diviso in tre parti; abbassando quella centrale, si può viaggiare in quattro caricando anche una tavola da sci o le ante di un armadio.
Qualche pecca nella dotazione
La BMW 518d Touring Luxury ha di serie i cerchi in lega di 18 pollici, il selettore che varia la risposta di motore, sterzo e cambio su tre livelli (Sport, Comfort ed EcoPro), i fari bixeno e gli specchietti esterni sbrinabili e ripiegabili elettricamente. Non mancano i sensori di parcheggio (davanti e dietro), il regolatore di velocità con frenata automatica, il “clima” bizona, la radio cd con prese Aux e Usb e il navigatore (scenografico, ma un po’ lento nel fornire le informazioni) con schermo di 10,2” e connessione a internet. Inoltre, a differenza della Modern (che costa 2.067 euro in meno) la Luxury ha anche i sedili in pelle e gli inserti interni in legno. Complessivamente non ci si può lamentare, anche se accessori importanti per comfort e sicurezza, quali la regolazione lombare dei sedili (373 euro) e l’indicatore di presenza di veicoli nell’angolo cieco degli specchietti laterali (645 euro) avrebbero potuto essere inclusi nel prezzo.
Secondo noi
Sì
> Bagagliaio. Piuttosto ampio, è facilmente e comodamente sfruttabile.
> Finiture. Materiali e lavorazioni sono di notevole livello.
> Guida. Per essere una grossa wagon, se la cava bene anche tra le curve.
No
> Abitabilità. In rapporto alle dimensioni esterne, l’abitacolo non è spazioso.
> Dotazione. La casa avrebbe dovuto essere più generosa.
> Navigatore. A volte fornisce le informazioni all’ultimo istante.