La Skoda Enyaq iV è una suv elettrica imparentata con la Volkswagen ID.4 (qui il primo contatto). Rispetto a quest’ultima è più lunga di 7 cm (tutti a vantaggio del bagagliaio), ha un forme più squadrate e comandi più pratici. A prima vista pare enorme, ma in realtà è lunga 465 cm: 5 in meno della Kodiaq, che rimane la suv più grande della casa, e 4 in meno di una Octavia Wagon. È offerta in 3 versioni, che si differenziano per la potenza e la capacità della batteria. La “base” ha 148 CV, 361 km di autonomia e prezzi che partono da € 35.950. Quella guidata è la più costosa: la 80, offerta da € 46.350, con 204 CV e una batteria da 82 kWh (77 effettivamente disponibili). Attese nei prossimi mesi la 80x (258 CV e a trazione integrale anziché posteriore) e la RS (4x4 sportiva da 299 CV).
Tutte le Skoda Enyaq hanno di serie il “clima” bizona, i fari full led, la frenata automatica d’emergenza, l’accesso e avviamento senza chiave, il mantenimento in corsia, l’app per gestisce ricarica e “clima” a distanza, il sistema multimediale con schermo tattile, Android Auto e Apple CarPlay. La versione intermedia 60 (179 CV e 413 km di autonomia: da € 43.950) aggiunge i cerchi in lega, le luci d’ambiente, la regolazione in altezza e del supporto lombare dei sedili, sensori di distanza posteriori e altro. La 80 offre anche il selettore per le modalità di guida, la retrocamera, i sensori di distanza anteriori e il volante riscaldabile. Solo la 60 e la 80 possono poi avere le varianti Executive e SportLine: la prima costa € 2.100 in più e porta in dote parecchio (inclusi il cruise control adattativo, la vernice metallizzata e il navigatore connesso al web). La seconda (€ 4.000 in più) non ha gli aiuti alla guida della prima, ma aggiunge paraurti più aggressivi, sospensioni ribassate, sterzo a demoltiplicazione variabile, fari a matrice di led.
Uno dei punti di forza della Skoda Enyaq è l’abitacolo: i centimetri abbondano in ogni direzione e neppure il quinto posto è scomodo, perché il pavimento è praticamente piatto. Inoltre tutto è ben fatto, con rivestimenti morbidi della plancia e della parte alta dei pannelli porta anteriori. D’effetto la pelle color cognac dell’ambiente EcoSuite (€ 1.930) dell’auto provata, abbinata a inserti nero lucido. Ma non mancano altre varianti di colori e materiali, alcune perfino “eco” grazie a plastiche riciclate o lana (come il Lodge, € 650). Grande e di forma regolare il bagagliaio, rivestito con cura e dotato di ganci appendiborse a scomparsa e fermacarico riposizionabili col velcro. Uno stretto e profondo vano sotto il piano di carico, che si aggiunge ai 585 litri principali, fa comodo per riporre i cavi di ricarica.
Oltreché ben fatto, l’abitacolo della Skoda Enyaq è funzionale: ha molti e ampi vani, e quelli nelle porte sono interamente rivestiti di feltro. Come in tante auto recenti, quasi tutto si comanda dallo schermo principale, che qui è di ben 13” e dispone di un’interfaccia intuitiva e ben progettata: i comandi del “clima” sono sempre in primo piano e facili da usare. Inoltre, al centro della plancia non mancano grandi tasti fisici per richiamare i menù più importanti e i comandi al volante (di tipo tradizionale e non tattile) sono facili da usare. Ricco di funzioni, il reattivo sistema multimediale riceve aggiornamenti via internet grazie alla sim interna: confidiamo che uno di questi possa porre rimedio agli sporadici rallentamenti che abbiamo rilevato durante la prova.
La base meccanica della Skoda Enyaq è la MEB del gruppo Volkswagen, progettata per i veicoli solo a batteria: il motore è dietro (un secondo è fra le ruote anteriori per le varianti 4x4) e questa soluzione consente di avere un ridotto diametro di sterzata: sulla Enyaq è di soli 9,3 metri. Quanto una citycar, se non meglio, e 2,3 metri in meno rispetto alla “sorella” Kodiaq. E i pregi dello sterzo non finiscono qui: precisione e “peso” convincono. Sulla carta, 204 CV per muovere due tonnellate (a vuoto) possono non sembrare un granché, ma c’è da tenere conto che i motori elettrici rispondono con grande prontezza ed energia già in partenza, e in ripresa non si perde tempo a scalare le marce, dato che il cambio è assente. Questo si traduce in scatti briosi e nella possibilità di sorpassare più in fretta che con suv a motore termico di potenza simile.
Buoni l’assorbimento dello sconnesso e, come abbiamo potuto verificare in autostrada, anche l’insonorizzazione della Skoda Enyaq: fruscii e rumore di rotolamento rimangono fuori dall’abitacolo. E il recupero dell’energia in rilascio (quando il motore è trascinato dalle ruote e produce corrente) è “furbo”: la sua intensità è decisa attimo per attimo dall’elettronica, in base all’andamento della strada letto sulle mappe del navigatore e alla presenza di veicoli davanti a noi, rilevati dal radar. Questo vuol dire che, quando non si accelera, nei rettilinei senza traffico è come viaggiare “in folle”, mentre il freno motore aumenta quando ci si avvicina a una curva o all’auto che ci precede. Il livello si può inoltre impostare manualmente con le palette al volante, però manca la funzione “one pedal”: presente su molte elettriche e utile nel traffico, permette di guidare modulando solo il pedale destro, lasciando quello del freno quasi solo alle emergenze.
Luci e ombre sulla ricarica: di serie l’auto accetta fino a 11 kW dalle colonnine a corrente alternata (le più diffuse). Non poco, ma alcune elettriche arrivano a 22. Limitate invece le prestazioni dalle stazioni rapide a corrente continua: appena 50 kW, che salgono a 125 col caricatore Superfast opzionale (€ 540, deve essere montato in fabbrica e non si può aggiungere successivamente). A breve, comunque, sarà disponibile un aggiornamento del software che porterà questo valore a 150 kW. Ultimo capitolo, i consumi della Skoda Enyaq: dopo oltre 100 km su strade veloci e di montagna (lo scenario peggiore per un’elettrica), il computer di bordo riportava un consumo medio di 21,8 kWh/100 km. Fatti calcoli, l’autonomia complessiva sarebbe stata di oltre 350 km. Non male, ma ci riserviamo di dare il giudizio definitivo in una prossima prova strumentale.
PREGI
> Comfort. L’auto è ben molleggiata e insonorizzata. Tanto lo spazio offerto e i comandi sono intuitivi e a portata di mano.
> Finiture. Materiali e finiture sono di buon livello e gli interni EcoSuite valgono tutti i soldi richiesti.
> Guida. La Enyaq è agile e “gira in un fazzoletto”. Come tutti gli elettrici, il motore risponde subito: i 204 cavalli paiono molti di più.
DIFETTI
> Caricatore Superfast optional. Un’auto così comoda, che può anche affrontare lunghi viaggi, meriterebbe di serie quello da 125 kW per le colonnine a corrente continua.
> Niente “one pedal”. Comoda la frenata rigenerativa che regola da sola l’intensità, ma manca la possibilità di guidare usando solo piede destro.
> Reattività schermo. Generalmente il sistema multimediale è un “fulmine”, ma più di una volta abbiamo rilevato “blocchi” temporanei: confidiamo in futuri aggiornamenti del software.
Motore | elettrico trifase |
Potenza massima kW (CV)/giri | 150 (204)/n.d. |
Coppia max Nm/giri | 310/0-6000 |
Trazione | posteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | tamburi |
Batteria | ioni di litio |
Tensione - Capacità | 288 V - 77 kWh |
Potenza max ricarica dalla colonnine | |
in corrente alternata | 11 kW |
In corrente continua | 50* kW |
Tempo di ricarica | 11 ore (a 7,4 kW) |
Le prestazioni dichiarate | |
Velocità massima (km/h) | 160 (autolimitata) |
Accelerazione 0-100 km/h (s) | 8,6 |
Autonomia (km) | 537 (ciclo WLTP) |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 465/188/162 |
Passo cm | 277 |
Posti | 5 |
Peso in ordine di marcia kg | 2000 |
Capacità bagagliaio litri | 585/1710 |
Pneumatici (di serie) | 235/55 R19 ant. - 255/50 R19 post. |
*125 col caricatore Superfast (540 euro).