Quando il parco auto supera le poche unità si può rendere necessario prevedere in azienda una figura che si occupi stabilmente della gestione delle vetture e dell’assolvimento dei vari oneri collegati al loro utilizzo: dal pagamento delle tasse di circolazione alla stipula e al rinnovo delle assicurazioni, dalla contestazione delle infrazioni alla revisione dei veicoli, dalla manutenzione ordinaria a quella straordinaria, dall’assegnazione dei veicoli ai dipendenti per le trasferte fino al controllo della movimentazione dei mezzi. Il parco auto interno assorbe energie anche a livello amministrativo: è necessaria, per esempio, la contabilizzazione delle spese relative a carburante e autostrada, così come del pagamento dei canoni di leasing o dei finanziamenti, mentre anche i fringe benefit in busta paga vanno correttamente calcolati. Per tutti questi motivi può rendersi necessario disporre di una figura che si occupi a tempo parziale o pieno delle auto: è consigliabile fargli seguire corsi di preparazione e di aggiornamento. Poter contare su un riferimento unico nei rapporti con venditori e prestatori di servizi automobilistici (concessionari, meccanici, assicuratori ecc.) è un ulteriore vantaggio: il fleet manager è la persona più adatta a valutare meglio le diverse formule d’acquisto e di gestione dei veicoli (tagliandi programmati pagati anticipatamente, treni di pneumatici comprati in stock ecc.). Il suo costo viene talvolta considerato da alcune aziende come “improduttivo” (perché non direttamente connesso, in altre parole, ai meccanismi produttivi dell’azienda): per questa ragione, non poche società preferiscono esternalizzarne la figura rivolgendosi a società di outsorcing, oppure rinunciarvi del tutto ricorrendo, per esempio, al noleggio a lungo termine.