TUTTA DA GUIDARE - Quando arrivò, nel 2001, questa sfiziosa tre porte fece breccia nel cuore di tanti. La nuova Mini reintepretava il mito della citycar prodotta dal 1959 fino all’alba degli anni 2000, ereditandone lo stile e la grande agilità ma con consumi, sicurezza e comfort degni del nuovo millennio (anche pe rché è più lunga di 57 cm). Prodotta a Oxford dalla BMW (dal 1994 proprietaria del marchio Mini), la “prima serie” è la capostipite della famiglia di modelli attuale e, a detta di molti, rimane quella dal look più riuscito. Ne volete una? Sappiate che, bassa com’è, con due posti comodi più due “di fortuna” e un baule… “mini”, non è certo un’auto da famiglia. Ma guidarla è un vero piacere, su tutti i percorsi. Ampia la scelta, incluse una diesel e le cabriolet con il tetto in tela. Le personalizzazioni abbondano e in giro ne restano molte: trovare l’esemplare “giusto” non è difficile. In ogni caso, le versioni che meglio incarnano lo “spirito” del modello senza costare troppo sono la Cooper e la Cooper S, i cui 1.6, con una buona manutenzione, durano a lungo.
SPORTIVA, CABRIO O DIESEL? - Entrambe le versioni di lancio della Mini (definita dalla casa col codice R50) sono mosse da un 1.6 a 16 valvole a benzina, frutto di una joint-venture fra la Chrysler e la Rover. Il quattro cilindri era offerto in due livelli di potenza: 90 CV per la One (la casa dichiarava uno “0-100” in 10,9 secondi e 185 km/h di punta) e 115 CV per la Cooper (più rapida di 1,7 secondi nello scatto, sfiorava i 200 all’ora).
AGGIORNATA NEL 2004 - Nel 2002 arriva la più veloce Cooper S (siglata R53): con un compressore volumetrico il 1.6 tocca i 163 CV (170 con l’aggiornamento di fine 2004, quando arriva come optional il differenziale autobloccante). Il restyling comporta anche un cambio più robusto per la One e la Cooper e, per tutte le versioni, fari e paraurti leggermente ridisegnati. La cabriolet, lanciata quello stesso anno, riprende i motori della berlina, eccetto il 1.4 turbodiesel (lo stesso della Toyota Yaris) introdotto nel 2003 con 75 CV (88 dal 2005).
UNA S CHE SIGNIFICA SPRINT - La Mini Cooper S è una vera “peperina”: oltre i 3500 giri, i 48 CV in più rispetto alla Cooper si sentono tutti. E i cambi di traiettoria sono fulminei, tanto che nei curvoni veloci la macchina è un po’ “nervosa”. L’abbiamo sperimentato portandone una al Nürburgring (n. 10/2002), dove abbiamo girato in 9’44’’8 a una media di 122,5 km/h. Si trovano anche auto col kit ufficiale John Cooper Works: 200 CV (poi 211) con testa elaborata, iniettori, filtro dell’aria e scarico diversi e e centralina rimappata. Ma la vera “chicca” è la biposto GP da 218 CV: allestita in 2000 pezzi dalla Bertone, a Grugliasco (TO), può valere più di € 30.000.
LE VERIFICHE NECESSARIE
MINI COOPER S: LA SCHEDA TECNICA
Carburante/cilindrata cm3 | benzina/1598 |
N. cilindri e disposizione | 4 in linea |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
Potenza kW (CV)/giri | 120 (163)/6000 |
Coppia Nm/giri | 210/4000 |
Cambio | manuale a 6 marce + “retro” |
Trazione | anteriore |
Freni ant./post. | dischi autoventilanti/dischi |
Passo cm | 247 |
Peso in ordine di marcia kg | 1140 |
Pneumatici di serie | 195/55 R 16 |
Velocità max km/h | 218 |
0-100 km/h s | 7,4 |
Consumo medio km/l | 11,9 |