LE CONCESSIONARIE E I REGOLAMENTI EUROPEI - La conferenza stampa di Federauto (Federazione italiana dei concessionari auto) dal titolo “Automotive, transizione energetica, concorrenza e inflazione” ha trattato anche l’argomento della riorganizzazione delle reti di vendita che dovrà avvenire entro il 31 maggio 2023, quando scadrà la Block Exemption Regulation (BER) europea numero 1400/2002 ed entrerà in vigore la nuova BER 461/2010. Le BER sono norme che hanno lo scopo di aumentare la concorrenza in particolari settori “accompagnando” però con gradualità le aziende lungo i cambiamenti implicati in questo cammino. Una delle BER più importanti per l’automotive fu quella promossa da Mario Monti che - fra le altre cose - eliminò l'obbligo di effettuare tagliandi e riparazioni presso un concessionario ufficiale della casa produttrice durante il periodo di garanzia.
LA PRESA DELLE CASE - La BER 461, in vigore dal 1 giugno 2023, distingue tra la vendita dei veicoli, il commercio dei ricambi e i servizi di riparazione/manutenzione e quindi i costruttori potranno proporre alle loro reti contratti per una, due o tutte queste funzioni. Altro cambiamento della 461 è il venir meno delle esenzioni provvisorie che hanno lasciato alle Case alcuni poteri, quali imporre alle reti di vendere solo i loro prodotti e decidere la localizzazione delle sedi. L’intervento del presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino, parte dalle nuove norme comunitarie che, a suo parere, offrono ai costruttori un aumento del loro potere sui venditori e non la diminuzione, che è nello spirito della nuova BER. Cosentino ritiene infatti che la “volontà della maggioranza delle case automobilistiche e quella di incrementare la propria marginalità modificando i rapporti contrattuali con i propri concessionari ed entrando direttamente nel mercato B2C, ossia rivolgendosi al cliente finale attraverso la vendita online”. L’indice è puntato sul cosiddetto contratto di agenzia che applicherà il gruppo Stellantis (qui per saperne di più), ma che diversi altri marchi potrebbero adottare (Polestar e Genesis lo usano già mentre Volkswagen e Audi lo applicano alle elettriche) sulla spinta della nuova BER. Il nuovo regolamento europeo permetterà alle case automobilistiche, secondo Federauto, di trasferire nella loro potestà molte funzioni oggi appannaggio dei concessionari, annullando quelle possibilità negoziali che permettono ai concessionari di rispondere alle esigenze del consumatore, dal ritiro dell’usato al finanziamento del nuovo.
CONCORRENZA IN AUMENTO… O NO? - La tesi di Federauto è quindi che la discesa in campo delle Case con la vendita diretta delle auto online “permetterà ai costruttori di mettere fuori gioco i concessionari, per poi acquisire il controllo della domanda grazie a condizioni non negoziabili. Il risultato sarebbe una concentrazione della domanda nelle mani dell’oligopolio dei costruttori e quindi una diminuzione della competizione, l’esatto contrario del principio di salvaguardia della concorrenza che ha ispirato il regolamento europeo in vigore nel 2023”. Secondo la Federazione dei concessionari questo si tradurrebbe in una evidente tendenza alla rigidità dei prezzi e al loro aumento, unito al peggioramento della qualità del servizio, anche a causa della probabile “rarefazione” delle reti distributive e della minore possibilità, da parte dei concessionari, di offrire risposte efficaci alle esigenze dei clienti. La riduzione dei margini dei concessionari li spingerà, secondo il presidente di Federauto, ad un drastico taglio della forza lavoro, che l’associazione ha stimato in 60-70.000 unità. Si chiede perciò un intervento del legislatore che possa riequilibrare il crescente potere delle case automobilistiche sul sistema distributivo e anche misure dall’Antitrust per assicurare un apprezzabile livello competitivo.
QUALE INTERFACCIA PER IL CLIENTE? - Federauto ritiene che un prodotto complesso come l'automobile, che implica anche servizi importanti e questioni riguardo la sicurezza dei passeggeri e della circolazione stradale, abbia bisogno di un rapporto diretto con chi rappresenta il marchio dell’auto acquistata, cioè il concessionario. Se venisse a mancare si potrebbero avere risvolti negativi perché il cliente si interfaccerà con l’impersonale Casa automobilistica e non una figura fisica e presente quale il concessionario. Le questioni sono quindi molto controverse: Stellantis, per esempio, fa presente che a fronte di margini dimezzati anche le spese (comprese le tasse) dei concessionari diminuirebbero grandemente, riequilibrando il tutto e avendo prezzi più trasparenti e quindi adatti a un modello multicanale.
IL MODELLO TESLA - Il “modello Tesla” appare comunque molto diverso da quello classico: questo marchio vende direttamente ai consumatori, online o tramite showroom di sua proprietà, e il personale è dipendente dell'azienda. Il costruttore nato in California ritiene che questo sia vantaggioso anche per la reattività nello sviluppo dei suoi prodotti. Un altro beneficio della vendita diretta sarebbe una migliore esperienza di acquisto per il cliente perché gli showroom Tesla non hanno potenziali conflitti d’interesse. In ogni caso ci aspettiamo che le questioni sollevate da Federauto portino ad un ampio dibattito e prese di posizione forti: si tratta infatti di cambiamenti profondi in un modello che era cristallizzato da tempo.
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