MARCIA INDIETRO? - Ha suscitato una vasta eco di critiche l’aumento della tassazione per le auto aziendali prevista nella Legge di Bilancio 2020, variabile in funzione delle emissioni di anidride carbonica del veicolo. Una manovra definita da più parti come depressiva, che inevitabilmente finirebbe per ridurre le vendite e quindi far diminuire il gettito previsto per lo stato. Sarà per questo che il presidente del consiglio Giuseppe Conte, nel corso di un incontro organizzato ieri a Melfi (nelle foto), ha annunciato che è intenzione del Governo rivedere la legge, arrivando ad una soluzione condivisa. “Ci siamo resi conto che una norma simile rischia di danneggiare il nostro sistema produttivo” le sue parole, riportate dall’Ansa. “Stiamo lavorando per rimodularla completamente fino a svuotarne l'effetto negativo su un comparto oggettivamente in difficoltà”.
IL MECCANISMO - Attualmente, ai fini fiscali, per capire il valore reddituale della vettura, il lavoratore che ne ha diritto deve considerare il costo al chilometro dell’auto (stabilito dall’Aci) e moltiplicarlo per 15.000, ovvero i chilometri percorsi convenzionalmente all’anno da chi guida un’auto aziendale. Il 30% del risultato è la somma da pagare in tasse: oggi è così per tutte le auto. Il meccanismo previsto nella Legge di Bilancio 2020 tuttavia prevede tasse al 30% solo per le auto ibride ed elettriche, che diventerebbero il 60% o il 100% per quelle con maggiori emissioni di CO2. L’obiettivo sarebbe quello sostenere il passaggio a quelle più “green” e disincentivare l’uso di quelle che emettono più anidride carbonica. Ora si attendono le modifiche annunciate dal presidente Conte.