SEMPRE PIÙ TRACCIATE - La Arval, che si occupa di noleggio a lungo termine e di soluzioni di mobilità alternative come il car sharing, ha pubblicato il suo report annuale sulle tendenze nella gestione dei veicoli aziendali in trenta Paesi di tutto il mondo. È stato preso in esame un campione abbastanza eterogeneo, che comprende sia società di piccole dimensioni, sia le grandi compagnie. Il primo tema importante è che il 57% delle aziende intervistate sta già utilizzando (o pensa di usare) i dati provenienti dalle auto. Lo scopo è conoscere nel dettaglio il comportamento di guida dei dipendenti, interpretare i dati di funzionamento dei veicoli e mappare i consumi di carburante e di elettricità dei mezzi.
NUMERI IN AUMENTO - Si tratta d’indicatori che consentono alle società di programmare in maniera più accurata le decisioni strategiche. Quanto invece alle dimensioni della flotta, il 18% dei responsabili delle aziende ha detto che nei prossimi tre anni pensa di aumentare il numero di veicoli. Questo perché si conta su una crescita del business (nel 77% dei casi), ma anche per offrire soluzioni di mobilità interessanti e pratiche per i dipendenti; le auto aziendali o in car sharing sono viste sempre più come un benefit significativo.
ELETTRIFICAZIONE, LE AZIENDE CI DEVONO INVESTIRE - Sei società su dieci sono impegnate nella riduzione del loro impatto ambientale e l’elettrificazione del parco auto gioca un ruolo cruciale. Secondo l’indagine, il 66% delle aziende ha in flotta almeno un veicolo ibrido o elettrico. Pur se in Italia le vendite di auto elettriche sono a livelli molto bassi (a marzo siamo al 3,2% del totale), la crescita della quota dei mezzi a basse (o zero) emissioni è ormai data per scontata dalle imprese, sempre più vincolate a forme d’investimento “responsabile”, per motivi anche d’immagine. Il discorso vale a maggior ragione per i veicoli utilizzati dai dirigenti, che possono avere ricadute positive sulla percezione dell’azienda dall’esterno. Allo stesso tempo, abbracciare la transizione elettrica è intesa come un modo per mettersi al riparo da eventuali cambiamenti normativi (restrittivi) sulle auto a benzina o a gasolio.