La seconda generazione della Mini Countryman è un modello di successo, conquistato anche con l’affidabilità. La vettura utilizza gli stessi motori della berlina, ma ha debuttato tre anni dopo, quando i 2.0 (a benzina o a gasolio) non erano più afflitti da fastidiose criticità ai supporti dei cuscinetti di banco dell’albero a gomiti, e il 2.0 diesel era immune dalle noie alla valvola Egr. Tuttavia, quest’ultimo propulsore qualche grattacapo lo ha dato. Per il quattro cilindri a gasolio delle Cooper D e SD, si segnalano spegnimenti improvvisi: un richiamo prevede la sostituzione del sensore dell’albero motore, difettoso.
Anche la versione ibrida ricaricabile (SE) è stata oggetto di una verifica ufficiale: le batterie di 218 automobili prodotte da marzo ad agosto 2020 rischiavano di andare in cortocircuito e provocare un incendio.
L’elettronica di bordo dà pochi inconvenienti, anche se sono state segnalate anomalie del Bluetooth, mentre alcuni clienti non perdonano gli scricchiolii provenienti dai rivestimenti delle porte e dal soffitto (in particolare, per gli esemplari dotati del tetto apribile), oltre che dalla parte superiore della plancia.
2016 - Debutta a fine anno con due motori a benzina: un 1.5 a tre cilindri da 136 CV (sotto il cofano della Cooper) e un 2.0 (con un pistone in più) da 192 CV, riservato alla Cooper S. Il diesel è un 2.0 a quattro cilindri da 150 o 190 CV, per la Cooper D e SD (quest’ultima solo con il cambio automatico a otto marce). Tutti i motori sono disponibili in abbinamento alla trazione anteriore o integrale (versioni ALL4). Di serie, per tutte, sei airbag, cerchi in lega, “clima” e barre sul tetto.
2017 - Completano la gamma le varianti meno potenti delle gamme a gasolio (1.5 da 116 CV per la One D) o a benzina (1.5 da 102 CV per la One), entrambe a due ruote motrici. Debuttano anche il 2.0 turbo da 231 CV, riservato alla John Cooper Works ALL4, e l’ibrida plug-in Cooper SE ALL4 da 224 CV: un 1.5 a benzina da 136 CV muove le ruote anteriori, mentre al retrotreno c’è un motore elettrico da 88 cavalli (alimentato con una batteria da 7,6 kWh).
2018 - Esce di produzione, dopo solo un anno, il 2.0 turbo a benzina da 231 cavalli, che equipaggiava la sportiva John Cooper Works.
2019 - Ecco la nuova versione “vitaminizzata” della 2.0 John Cooper Works, solo col cambio automatico: 306 i CV abbinati alla trazione 4x4.
2020 - È tempo di restyling: cambiano le griglie nella parte bassa del fascione anteriore. Il 2.0 della Cooper S passa da 192 a 178 CV ed escono di scena il 1.5 e il 2.0, rispettivamente da 102 e 306 CV (rientrati nel 2021).
È un’auto di successo, che mantiene alto il suo valore nel tempo. Piacciono sia le versioni più tranquille sia quelle più sportive, e perfino l’ibrida Cooper SE (l’unica poco diffusa in Italia) è davvero ambita, specie al Nord.
La maggior parte delle vetture usate in vendita hanno il motore diesel, il cambio automatico e la trazione anteriore. Comunque, trovano in fretta un compratore anche le integrali ALL4. La tassa di possesso della 1.5 turbo a tre cilindri a benzina (in base all’aliquota nazionale più diffusa) è di 258 euro.