Ricarica dell’auto elettrica: perché a volte è troppo lenta?

Tecnica
Pubblicato 13 ottobre 2023

Quando si acquista un’automobile elettrificata occorre pensare a come verrà ricaricata, dato che non sempre siamo in grado di sfruttarla al massimo.

QUANDO LA COLONNINA BATTE LA FIACCA - A volte la ricarica dell’auto elettrica è più lenta del previsto, ma non sempre si tratta di un malfunzionamento. Le cause possono essere diverse: se la batteria è già abbastanza carica, per esempio, il Battery Management System (BMS) limita la potenza di ricarica per non sovraccaricarla. Altre volte la spiegazione è più “sottile” e risiede nelle proprietà dell’elettrotecnica, nel gioco delle correnti e delle tensioni che definiscono la potenza della ricarica. 

Ricordiamo che la corrente, espressa in ampere, misura quante cariche elettriche passano in un conduttore in un secondo ed è quindi simile alla portata dell’acqua che scorre in un tubo. La tensione misura invece la differenza di potenziale fra 2 punti di un circuito: se la misurassimo fra i fili di una comune presa di corrente troveremmo 230 volt. La tensione è in qualche modo paragonabile alla pressione dell’acqua: se è troppo alta il tubo scoppia mentre se la tensione eccede i limiti scocca una scintilla, al limite lunga centinaia di metri come i fulmini. La potenza messa in gioco in un circuito dipende dalla tensione e dalla corrente: se la corrente è continua si tratta di una semplice moltiplicazione mentre se il circuito è in corrente alternata la questione è più complessa.

IL VALZER DELLE SINUSOIDI - La corrente alternata, il cui andamento è simile alle onde del mare, ha proprietà interessanti: immettendone 3 distinte in avvolgimenti separati e sfasandole simmetricamente si crea quel campo magnetico rotante che è alla base del funzionamento dei motori elettrici sincroni. La corrente trifase viene usata dalle utenze che assorbono potenze superiori ai 10 kW e quindi la troviamo nelle colonnine pubbliche di ricarica in alternata, le cui potenze tipiche sono 11 e 22 kW.

Può però capitare che la ricarica avvenga alla modesta potenza di circa 7 kW anche se i caricatori di bordo delle automobili elettriche arrivano anche a 22 kW in alternata: come mai il “rifornimento” avviene a questo ritmo blando
Il vantaggio dell’energia elettrica trifase è che con un solo filo in più rispetto alla corrente monofase a 230 volt si riesce a trasportare molta più potenza con meno perdite. In effetti la resistenza opposta dei cavi dipende dall’intensità della corrente e quindi a parità di potenza le perdite saranno minori aumentando la tensione e diminuendo l’amperaggio: con la corrente trifase il carico riceve energia da 3 conduttori e quindi l’intensità di corrente può diminuire. 

UNA FASE PUÒ NON BASTARE - Per ottenere corrente monofase a 230 volt basterà collegare il carico tra un fase della trifase a 400 volt e il neutro: abbiamo ora tutti gli elementi per capire come mai a volte la carica non sfrutta le potenzialità della colonnina e del caricabatteria dell’auto elettrica. Un punto di ricarica pubblico a 11 kW usa la trifase a 400 volt e in genere eroga una corrente massima di 16 ampere a fase ma se lo colleghiamo a una vettura con caricatore monofase - la cui potenza è tipicamente 7,6 kW - possiamo prelevare soltanto 16 ampere che equivalgono a circa 3,5 kW. In pratica la colonnina eroga 11 kW prelevando energia da tutte le fasi ma usandone solo una la potenza di ricarica crolla a meno di un terzo di quella nominale. Per sfruttare al massimo il caricabatteria monofase da 7,6 kW occorrerebbe quindi collegarsi a una colonnina a 22 kW dato che ogni fase è capace di 32 ampere. 

Quando si acquista un’automobile elettrificata occorre pensare a come verrà ricaricata e se si useranno le colonnine pubbliche allora sarebbe il caso di spendere qualcosa in più e prendere, se non è già di serie, un eventuale caricatore trifase optional a 11 o 22 kW in grado di usare al meglio le ricariche in alternata. 

La ricarica fast in corrente continua non ha questo tipo di difficoltà perché l’energia arriva direttamente alle celle (la batteria eroga corrente continua) e le potenze accettate sono molto più alte perché non c’è bisogno di convertire l’alternata in una tensione continua che possa essere immessa nella batteria. È interessante notare che l’assenza del convertitore dall’alternata alla continua aumenta il rendimento della ricarica fast, compensando almeno in parte il costo maggiore di questa modalità di ricarica.



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Ritratto di forfEit
13 ottobre 2023 - 10:49
Se pure fosse, fa niente (a prescindere dai dettagli tecnici). Tanto all'utente medio bev o presunto potenziale imminente tale (""""almeno a leggere i loro commenti on line""") alla fine come viene-viene la cosa va sempre bene, alla fine (fatta pure la tripla rima)
Ritratto di Citty75
13 ottobre 2023 - 10:57
1
che poi è lo stesso approccio di chi ha comprato milioni di auto diesel da usare in città. Poco importa se si intasavano FAP ed EGR, tanto loro facevano i 20 con un litro....poi a mio cuggino fa un bel buco nel FAP e siamo tutti contenti così. Sarebbe bello se l'ignoranza fosse solo una questione di BEV o ICE....
Ritratto di Gryp100
13 ottobre 2023 - 11:08
Sante parole!
Ritratto di forfEit
13 ottobre 2023 - 11:10
Sono 2 questioni del tutto diverse, la prima (da me sottolineata) è nei limiti strettamente personali di uso e comodità/fruibilità del mezzo. Quella di cui parli tu è sul versante del tutto opposto: l'eventuale danno era """agli altri""", ma personalmente non si perdeva nessun vantaggio (nei termini che tu hai posto). Ciò detto da uno (intendo me) che non l'ha mai avuto un diesel (ma per altri motivi) e che poi quando si tratta di gente che se ne va a zonzo per il mondo in aerei e navi (per puro piacere o per aver mandato tipo i figli a studiare dall'altre parte del mondo) sono il primo a dire Non va bene essere consumisti (e quindi "emettitori") tanto indiscriminatamente, fregandosene del prossimo
Ritratto di JC
13 ottobre 2023 - 13:00
qui si pone (giustamente) il problema di come verrà ricaricata mentre la maggior parte delle persone si accontenterebbe di poter ricaricare in qualsiasi modo, senza parlare poi di quelli che postano qua i commenti che dimostrano non leggono nemmeno il manuale della loro auto elettrica che avrebbero già acquistato o che sostengono di ricaricare con il fotovoltaico situato a nord delle alpi
Ritratto di Alsolotermico
13 ottobre 2023 - 11:32
Immagino quando in futuro ci sarà una crisi energetica con milioni e milioni di veicoli elettrici da caricare...altro che a volte sarà troppo lenta e ricarica alla fast & furious... ci sarà da divertirsi!!.. :-))))))))
Ritratto di Citty75
13 ottobre 2023 - 11:58
1
Invece quando negli anni 70 c'è stata la crisi petrolifera le auto viaggiavano a sputo..... Se c'è una crisi "energetica" allora l'impatto riguarda qualsiasi forma di energia.
Ritratto di rv
13 ottobre 2023 - 17:48
Quando vi è stata la crisi del 1973 e 1974 i carburanti non sono mai mancati ; sono aumentati molto i prezzi e lo Stato ha cercato di contenere i consumi per non aggravare la bilancia dei pagamenti . Avendo ancora la Lira era importante mantenere costante , o aumentare , il rapporto tra esportazioni ed importazioni.
Ritratto di Polselli
15 ottobre 2023 - 21:54
Ma veramente siamo a questo punto ?? Denigrare immeginando una apocalittica crisi energetica in un futuro lontano, dove l'elettricità non sarà sufficiente per tutti e ci lascerà tutti a piedi...... Preferivo quando ve la prendevate con l'autonomia, eravate piu credibili...
Ritratto di Nonmenefreganiente Dellevostreopinioni
13 ottobre 2023 - 11:40
Le ricariche veloci portano ad un degrado anticipato delle batterie, da qui spiegato in sintesi il motivo primario dei tempi di ricarica lunghi.

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