In questi giorni di pioggia intensa e rischio allagamenti torna d’attualità il pericolo di trovarsi con l’auto sott’acqua. Si tratta di una situazione molto grave, ma uscire è possibile anche se è necessario restare calmi e sapere cosa fare. Non è facile stabilire una strategia di fuga, perché le situazioni possono essere le più diverse: basta che l’auto si capovolga o si “incastri” in un canale, per rendere tutto più difficile. Su una cosa gli esperti concordano: per cavarsela occorre agire in fretta (ogni secondo è di vitale importanza) e cercando di mantenere il sangue freddo.
Il problema è la forza dell’acqua, che, a mano a mano che l’auto affonda, agisce sulle porte e sui finestrini (premendoli contro le guarnizioni) rendendone impossibile l’apertura. Certo, quando l’abitacolo si riempie d’acqua la spinta interna equilibra quella esterna e le porte si aprono, ma a quel punto non è detto che sia rimasta aria da respirare. L’ideale è abbassare subito il finestrino (se l’impianto elettrico funziona ancora) e uscire al volo. Ma, per capire cosa conviene fare nei diversi casi, leggete i consigli qui a fianco.
Anche per coloro che non si sono trovati in pericolo di vita, ma hanno semplicemente trovato la vettura sommersa dall'acqua mentre era parcheggiata, la sola polizza assicurativa di responsabilità civile, la classica Rca, non dà diritto al risarcimento: serve la garanzia “Eventi naturali”, facoltativa anche per le compagnie (che, talvolta, la abbinano alla polizza “Atti vandalici” o alla “Furto e incendio”). L’indennizzo, però, scatta solo per gli eventi elencati nella lista del contratto. E a vostro carico, restano la franchigia (generalmente di 500 euro) e lo scoperto (una percentuale del danno, che di solito è del 15%): per esempio, su 7.000 euro di riparazioni, 1.050 non vi spettano. E nel caso la macchina sia andata distrutta, si fa riferimento al valore del mezzo il giorno dell’evento.
Per ottenere il rimborso previsto dalla polizza “Eventi naturali”, fornite quanto prima alla compagnia una dichiarazione delle forze dell’ordine o della protezione civile: attesta che l’alluvione, o qualsiasi altra calamità, c’è stata davvero. In mancanza di questo documento, avete diritto a riferirvi alle rilevazioni dell’Osservatorio meteorologico più vicino al luogo della calamità. Dopo aver fotografato tutti i danni all’auto, mettetela a disposizione del perito della vostra compagnia: seguiranno la valutazione del danno effettivo e, infine, l’offerta di rimborso.
Per ottenere il rimborso previsto dalla polizza “Eventi naturali”, fornite quanto prima alla compagnia una dichiarazione delle forze dell’ordine o della protezione civile: attesta che l’alluvione, o qualsiasi altra calamità, c’è stata davvero. In mancanza di questo documento, avete diritto a riferirvi alle rilevazioni dell’Osservatorio meteorologico più vicino al luogo della calamità. Dopo aver fotografato tutti i danni all’auto, mettetela a disposizione del perito della vostra compagnia: seguiranno la valutazione del danno effettivo e, infine, l’offerta di rimborso. Una calamità naturale ha messo ko l’auto? Rivolgendovi all’assicuratore, è vostro diritto sospendere la Rca da uno a 12 mesi.
A questo punto, avete tre possibilità: riparare la macchina, per poi riattivare la copertura, senza perdere nemmeno uno dei giorni di Rca in cui la vettura era ferma; riattivare la Rca per un’altra auto nuova (disfacendovi di quella vecchia); vendere o rottamare il veicolo chiudendo la polizza (vi spetta rimborso della Rca pagata e non goduta, senza le tasse, pari a circa il 25%).
Se si finisce in acqua con l’auto elettrica che succede? Di sicuro nulla di buono, ma di certo non si rimane folgorati. Finire in acqua con l’auto elettrica non avrebbe lo stesso effetto di far cadere un phon acceso in una vasca piena d’acqua. Infatti, le auto elettriche sono realizzate anche per essere totalmente sicure nel caso in cui dovessero entrare a contatto con l’acqua: di casi ce ne possono essere molti. Dalla semplice pioggia, a un violento acquazzone, dal restare bloccati in un sottopasso allagato, fino a finire direttamente nel fiume.
Il sistema che si compone del motore elettrico e del pacco batterie è isolato dal telaio e per questo motivo non innesca scariche elettriche. Le batterie e i singoli componenti che si trovano nell’auto elettrica, infatti, sono opportunamente isolati e se l’acqua finisce in acqua e si spegne, la batteria resta isolata dal resto del veicolo. In parole povere, un’auto elettrica è progettata per evitare di restare folgorati a contatto con l’acqua, anche nel caso in cui il veicolo dovesse venire sommerso.
Ora, ovviamente l’auto elettrica non è una barca, quindi danni ce ne saranno. Si rischia di restare folgorati, sì, ma dal prezzo che l’officina proporrà per la riparazione e i ricambi. Tuttavia, possono esserci dei rischi più importanti nel caso in cui l’auto venga sommersa dall’acqua: prima di tutto, il rischio è la fuoriuscita di liquidi della batteria, si tratta di sostanze tossiche, con tutto il pericolo che comportano. In secondo luogo, una sommersione prolungata potrebbe causare danni rilevanti ai componenti elettrici del sistema di alto voltaggio. Il rischio massimo generato da questa eventualità è un corto circuito, e quindi un possibile incendio quando l’auto viene fatta uscire dall’acqua.
Per evitare questi rischi, è bene che il conduttore di un’auto elettrica presti molta attenzione quando si tratta di attraversare un tratto di strada allagato. Generalmente, è meglio che il livello dell’acqua non arrivi alla scocca o sopra i cerchi, anche se alcune case automobilistiche, facendo forza sulla certificazione IP67 (impermeabilità) delle batterie, prolungano la durata della resistenza dell’auto elettrica in una sommersione non più profonda di 1 metro.
Naturalmente, meglio non rischiare, ma se si tema la folgorazione o fenomeni di elettrocuzione, questi non avverranno. L’entità dei danni, invece, dipende dalla profondità della sommersione e dalla sua durata: più profonda e più lunga saranno, maggiori saranno i danni da far riparare.