Il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza figura tra le prime tre violazioni del Codice della Strada. Le cinture di sicurezza rappresentano un sistema di sicurezza passiva che è fondamentale per proteggere il guidatore e i passeggeri in caso di incidenti, urti e collisioni. In questo articolo, dopo una breve parentesi storica e un’altra di carattere normativo, andremo a vedere perché è importante indossare sempre le cinture di sicurezza anche nei posti posteriori, ma anche le deroghe previste, ovvero chi può o non deve utilizzare le cinture mentre guida.
Le prime cinture di sicurezza nascono nel 1903, da un’idea del canadese Gustave Désiré Lebeau, che inventò delle bretelle in cuoio, denominate per l’appunto “bretelle di sicurezza”. In verità, l’invenzione non riscosse un grande successo, semplicemente perché all’epoca le auto non viaggiavano a grandi velocità e le bretelle di sicurezza davano una sensazione di soffocamento.
La prima auto dotata di questo dispositivo di sicurezza passiva fu la Tucker Torpedo prodotta nel 1948 in una tiratura limitata (solo 51 esemplari). Anche in questo caso, tuttavia, il dispositivo non riscosse il credito dovuto. La componente di protezione fu iniziata ad apprezzare nel 1957, quando le cinture di sicurezza comparvero su alcune auto da corsa, mentre lo sviluppo si diffuse maggiormente a partire dagli anni Sessanta.
L’articolo 172 del Codice della Strada è dedicato alle cinture di sicurezza e ai sistemi di ritenuta per bambini elencando i soggetti che hanno il dovere di indossare le cinture e i veicoli dove vige questo obbligo. Nell’articolo appena citato, infatti, leggiamo quanto segue: “Il conducente e i passeggeri dei veicoli della categoria L6e, dotati di carrozzeria chiusa, […] e dei veicoli delle categorie M1, N1, N2 e N3 […] muniti di cintura di sicurezza, hanno l’obbligo di utilizzarle in qualsiasi situazione di marcia”.
L’obbligo di indossare le cinture di sicurezza in Italia è entrato in vigore nel 1989, ma solo ed esclusivamente per le auto e solo per il conducente e il passeggero posto sul sedile anteriore. Successivamente, l’obbligo fu esteso anche agli altri tipi di veicoli, nonché a tutti i passeggeri, quindi anche quelli seduti sui sedili posteriori.
L’obbligo di indossare le cinture di sicurezza è un articolo del Codice della Strada: pertanto, la sua violazione comporta alcune sanzioni, come una multa e la perdita dei punti sulla patente (se è il guidatore a non averle allacciate).
Le cinture di sicurezza sono un dispositivo di sicurezza passiva e hanno lo scopo di proteggere il conducente e i passeggeri che si trovano all’interno del veicolo, per evitare lesioni e conseguenze più gravi determinate da un incidente stradale o da brusche e improvvise frenate. In queste circostanze, la cintura ha il compito di trattenere il corpo del passeggero al sedile, evitandogli sbalzi violenti, impatti e altre conseguenze fisiche, e di natura letale, causati potenzialmente anche da altri dispositivi di sicurezza, come può essere l’airbag che esplode in caso di impatto.
Vista la loro funzione salvavita, il conducente è tenuto periodicamente a controllare lo stato e il funzionamento di questo dispositivo, che deve essere omologato.
L’articolo 172 del Codice della Strada, cita i veicoli in cui deve essere rispettato l’obbligo dell’utilizzo delle cinture di sicurezza. Questi veicoli appartengono alle seguenti categorie:
Nel suddetto articolo è anche stabilito che i bambini di altezza inferiore a 1,5 metri devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta per bambini anziché con le cinture di sicurezza (che vengono comunque utilizzate ugualmente nella maggior parte dei casi per serrare la seduta), e che risulti adeguato e conforme al peso del bambino stesso.
La normativa prevede alcuni casi di esenzione dall’obbligo di uso delle cinture di sicurezza. Ecco chi può anche non metterle:
Com’è facile intuire, i motivi di queste esenzione sono da ricondursi prevalentemente a situazioni di carattere emergenziale, professionale o fisico-sanitario.
Casi di esenzione a parte, chi viola l’obbligo di utilizzo delle cinture di sicurezza, può andare incontro a sanzioni, che vanno dalla multa alla decurtazione dei punti dalla patente, se la violazione è stata effettuata dal guidatore.
Il già citato art. 172 del Codice della Strada è molto chiaro: “Chiunque non fa uso dei dispositivi di ritenuta […] è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 83 a € 332. Quando il mancato uso riguarda il minore, della violazione risponde il conducente, ovvero, se presente sul veicolo al momento del fatto, chi è tenuto alla sorveglianza del minore stesso”. Inoltre, se il conducente è incorso nella medesima violazione per due volte in due anni, può andare anche incontro alla sospensione della patente, da un minimo di 15 giorni a un massimo di 60 giorni.
Proseguendo, chi altera oppure ostacola il regolare funzionamento delle cinture di sicurezza, dovrà pagare una multa da 41 € a 167 €. Infine, chi commercializza, importa o produce dispositivi di ritenuta non omologati, dovrà pagare una somma da 866 € a 3.464 €.
Per quanto riguarda la decurtazione dei punti dalla patente, il conducente che commette questa violazione perde 5 punti. Inoltre, in caso di recidiva entro i due anni, è prevista anche la sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi.
Resta tuttavia confermato il principio che il guidatore è tenuto a esigere che i passeggeri a bordo indossino la cintura di sicurezza e se questi rifiutano, il conducente è tenuto a non farli salire a bordo. Se ciò non avviene e si decide di muoversi anche senza che i passeggeri abbiano tutti le cinture allacciate, ci sono due casi da distinguere:
Oltre alle sanzioni amministrative e alla decurtazione dei punti, c'è un altro rischio che si corre se uno dei passeggeri viaggia senza avere la cintura di sicurezza allacciata. In caso di incidente, il conducente viene infatti ritenuto responsabile civilmente e deve assumersi la responsabilità civile e penale dei danni, quindi è tenuto a risarcire il passeggero in caso di danni materiali, lesioni o decesso. In caso si morte del passeggero senza cintura, il conducente può essere incriminato per il reato di omicidio stradale: si richia la reclusione da 2 a 7 anni, con aggravanti in caso di guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti.