Cos’è il mega casting e perché cambierà il modo di fare le auto

Tecnologia
Pubblicato 13 giugno 2023

Realizzare grandi parti strutturali con un’unica “stampata” permette di risparmiare tempo e risorse.

È UNA TECNOLOGIA ITALIANA

Dalla seconda metà del 900, quando si è passati dal telaio separato alla monoscocca (una “cellula” di elementi metallici stampati e uniti fra loro, con compiti strutturali e di protezione dei passeggeri, che integra parte della carrozzeria) non ci sono stati veri cambiamenti nella costruzione delle auto. Tre anni fa, però, la Tesla ha introdotto una tecnica che taglia costi e tempi di produzione, oltre al peso delle vetture. La usa per le strutture anteriori e posteriori della Model Y. È il “mega casting”: la pressofusione (dall’inglese die cast: la fusione con metallo iniettato sotto pressione in stampi) di grandi parti strutturali in alluminio. Quelle finora realizzate unendo decine di pezzi con saldature, colle o rivetti. 

Col mega casting, inventato dalla Idra Group di Brescia, il processo dura pochi secondi ed è automatizzato: dei robot estraggono il pezzo finito, e si è pronti per una nuova “iniezione”. Dopo la Tesla, altre case hanno intuito i vantaggi di questa tecnica: la Volvo e le cinesi Nio e Xpeng ne hanno annunciato l’adozione.

RISPARMIO, VELOCITÀ E PRECISIONE

Il mega casting è stato messo a punto nel 2019 dall’italiana Idra Group, che chiama le sue macchine Gigapress. Queste sono enormi: la più piccola è lunga 20 metri e pesa 427 tonnellate, mentre la più grande (che può applicare una forza di 9.000 tonnellate) arriva a 26 metri per 590 tonnellate. Eppure, rispetto al tradizionale processo di stampa partendo da fogli di metallo, che necessita anche di reparti di saldatura, si risparmiano spazio, robot (la Tesla ne ha eliminati un terzo), manodopera e soldi (centinaia di milioni l’anno). 

Il processo è molto rapido (l’iniezione dura meno di un decimo di secondo) e non “stressa” il metallo: evita così i successivi trattamenti di rinforzo. Inoltre, tutti i pezzi sono identici: meno controlli di qualità e addio agli enormi scarti di lavorazione dell’alluminio attuali. Il limite? Non si possono realizzare parti più sottili di 2 mm.

IL SISTEMA SI DIFFONDERÀ

La Tesla Model Y non rimarrà certo l’unica vettura costruita secondo questa tecnica, che dovrebbe essere impiegata anche per la Model 3 (già col restyling, atteso a fine 2023). La prima a seguire la Tesla sarà la Volvo. Che, nel 2022, ha annunciato un investimento di 1,1 miliardi di euro per lo stabilimento svedese di Torslanda, la sua fabbrica più grande e antica: il primo modello totalmente elettrico che uscirà da questo impianto, nel 2025, avrà componenti realizzate tramite il sistema del mega casting.


Fino a due anni fa, le Tesla Model Y erano costruite in modo convenzionale: oggi, al posto di 171 piccole parti unite fra loro (colorate) ce ne sono due (in blu).

Anche la Mercedes sta guardando in questa direzione: ha realizzato così la parte posteriore del pianale della concept EQXX (un’elettrica con batteria da 100 kWh e 1000 km dichiarati di autonomia). La particolarità riguarda il disegno, ispirato a forme della natura come quelle di conchiglie e ossa. Questa progettazione, che la casa ha battezzato Bionicast, prevede la presenza di materiale solo dove si applicano delle forze. Il risultato? Maggiore leggerezza.

SEMBRAVA UNA BUONA IDEA

Sulla carta il mega casting offre solo vantaggi, risultando economicamente conveniente  perfino per poche decine di migliaia di pezzi l’anno. Ma alcuni mettono in guardia: nessuno sa ancora quale sarà la resistenza all’invecchiamento delle parti realizzate in questo modo, dopo anni “di lavoro” e decine di migliaia di chilometri all’attivo. 

Già in passato tecnologie rivoluzionarie si sono rivelate inadeguate nel lungo termine. Come le cellule abitative in fibra di carbonio prodotte con processo automatizzato, che la BMW ha usato solo per la i3 e la i8 (nelle foto qui sopra). Fogli di  fibre “asciutte” vengono pressati in stampi nei quali s’inietta una resina destinata a indurirsi (è il RTM, Resin Transfer Molding). Dei robot incollano poi il pezzo ad altri per formare una cellula. Costato decine di milioni, oggi è usato praticamente solo per rinforzi da applicare a scocche costruite in modo tradizionale.

UN LIMITE: NIENTE RIPARAZIONI

Con la costruzione convenzionale, le colle e i punti di saldatura si possono rimuovere per sostituire i pezzi danneggiati in un urto. Un processo lento, costoso e spesso antieconomico, ma fattibile. Invece le parti pressofuse sono monolitiche e lo rendono impossibile. Ecco perché nella Model Y sono previste (ma solo davanti) delle parti a deformazione programmata in acciaio, che s’innestano in alloggiamenti ricavati nella componente pressofusa: in caso d’incidente assorbono la forza d’urto e sono sostituibili.


La stessa Tesla avverte che, nella parte anteriore delle Model Y, non si possono riparare le aree in rosso.



Aggiungi un commento
Ritratto di Oxygenerator
14 giugno 2023 - 08:12
Si tesla, ok. Ma le parti in rosso si danneggiano in quale situazione ? Se tampono uno a 50 km/h o a 150 ? Perchè c’è differenza. Ormai riparare un’auto è antieconomico. Adas a nastro. Per un faro anteriore, con un piccolo buco laterale, ho pagato 1800 €, ( pre covid ) per la sostituzione.
Ritratto di Kappa18
14 giugno 2023 - 08:31
Vedendo il pezzo in 3D nella foto mi viene da pensare che in caso di urto laterale (sul frontale dell'auto) il pezzo sia molto delicato. Sopra si vedono gli attacchi sospensione (parte rossa col foro). A mio avviso, (dato che l'alluminio non si piega a differenza dei lamierati), sembra questo il suo punto debole.
Ritratto di deutsch
14 giugno 2023 - 08:45
4
beh in effetti se guardi come sono conciate le auto dopo i crash test dubito che sia economicamente conveniente riparale....
Ritratto di Volandr
14 giugno 2023 - 10:53
Accidenti, 1.800 euro per un semplice faro. Pensare che con questa cifra pago più di due anni di benzina, con la mia piccola ed economica Picanto, ancora molto tradizionale. Quando e se dovrò cambiarla per un'elettrica, penso che passerò ad un quadriciclo pesante il più semplice possibile.
Ritratto di giocchan
14 giugno 2023 - 18:02
OMG!!! 1800 euro!!! Su che auto???
Ritratto di Oxygenerator
14 giugno 2023 - 18:09
Lexus
Ritratto di Oxygenerator
14 giugno 2023 - 18:10
Prezzo finale ovviamente. Comprensivo di faro a led, smontaggio del vecchio, e rimontaggio del nuovo e calibrazione.
Ritratto di Snom 320
14 giugno 2023 - 09:57
Finalmente anche sull'automobile si iniziano ad intravedere innovazioni. Per assurdo le automobili in 150anni sono rimaste pressoché identiche. Dispiace per quelli che nell'automobile hanno intravisto un appendice del proprio ego.
Ritratto di frankbald
14 giugno 2023 - 16:59
ah ah, tanto amore per il commento che in pochi capiranno XD
Ritratto di otttoz
14 giugno 2023 - 11:28
non permette di risparmiare tempo e risorse a favore del consumatore ma solo a ingrassare i CEO infami

DA SAPERE PER CATEGORIA

listino
Le ultime entrate
  • Toyota Yaris
    Toyota Yaris
    da € 24.550 a € 31.750
  • Toyota GR Yaris
    Toyota GR Yaris
    da € 52.000 a € 75.000
  • Skoda Kodiaq
    Skoda Kodiaq
    da € 41.900 a € 58.900
  • Skoda Elroq
    Skoda Elroq
    da € 34.500 a € 45.650
  • Aixam Minauto
    Aixam Minauto
    da € 11.199 a € 12.699

PROVATE PER VOI

I PRIMI CONTATTI

  • Citroën C3 Aircross 1.2 Hybrid Max e-DCS6
    € 26.990
    Prezzi da 19.090 euro per la spaziosa crossover Citroën C3 Aircross, che in questa versione ibrida leggera convince anche per le rapide riprese e per il cambio robotizzato a doppia frizione, al contempo rilassante e fluido. C’è anche con sette posti, ma in terza fila si sta stretti.
  • Citroën C4 1.2 Hybrid 136 CV Max e-DCS6
    € 30.850
    L’originale berlina-crossover Citroën C4 si aggiorna nello stile, ma non solo: questa nuova 1.2 mild hybrid da 136 CV è fluida e briosa. Buono il comfort, se non per qualche fruscio in autostrada.
  • Nissan Ariya 87 kWh Nismo e-4Orce
    € 65.850
    La “cura” del reparto sportivo della casa ha reso la Nissan Ariya Nismo molto scattante e ben guidabile, con il comfort che resta valido. Peccato per alcuni comandi scomodi e per il baule “piccino”.