Il filtro antiparticolato è una componente molto importante per i veicoli con motore diesel, perché contribuisce a depurare i gas di scarico e quindi a ridurre le emissioni inquinanti. Il filtro antiparticolato, noto anche con il suo acronimo Fap, può tuttavia andare incontro ad alcuni problemi: cosa bisogna fare quando si accende la spia? Quando occorre cambiarlo e quanto può costare?
Il filtro antiparticolato, noto anche come Fap o Dpf (Diesel Particulate Filter), è una sorta di catalizzatore la cui funzione è quella di determinare un minore impatto ambientale riducendo le particelle di Pm10 e quindi le emissioni nocive e inquinanti nell’atmosfera e al tempo stesso garantendo l’efficienza del motore.
Questo sistema di depurazione dei gas di scarico è montato sui veicoli diesel Euro 4 e successivi (divenendo obbligatorio dai modelli Euro 5) e si trova nei pressi del sistema di scarico.
Il Fap è stato introdotto sulle vetture diesel a partire dal 2000 in Europa. Il suo ingresso nel mercato si deve al Gruppo PSA (Peugeot-Citroen), che lo produsse e diffuse nel 1999.
Il filtro antiparticolato agisce per mezzo di un filtrante composto in carburo di silicio che presenta una struttura alveolare formata da canali e celle, le quali hanno lo scopo di trattenere le particelle. Il filtro si avvale anche di un additivo in cerina, che ha il fine di formare agglomerati di Pm10 più grandi, in modo tale da agevolarne la filtrazione.
Abbiamo detto che il filtro antiparticolato è simile a un catalizzatore come struttura, ma a differenza di quest’ultimo, i canali di cui è composta sono chiusi a una delle due estremità: il motivo alla base di questa chiusura è molto semplice, visto che in tali canali vengono trattenuti gli agglomerati di Pm10, mentre i gas fuoriescono tramite le pareti, sfruttandone la porosità. Quando l’accumulo di particelle raggiunge un determinato livello (ovvero un quantitativo prestabilito di chilometri percorsi), avviene la rigenerazione, vale a dire un processo automatico di pulizia del filtro.
Quindi, possiamo dire che il funzionamento del Fap avviene in due momenti distinti:
La rigenerazione avviene tramite un incremento della temperatura dei gas di scarico, innescato da un’aggiunta di carburante la cui infiammazione determina la combustione del residuo intrappolato. Il livello di temperatura che si raggiunge durante questo processo, infatti, è tale (oltre 600 gradi) da bruciare i residui che sono andati a formarsi e che, se dovessero permanere, ridurrebbero gradualmente l’efficienza e le prestazioni del motore.
Un problema che può intervenire durante il processo di rigenerazione sta proprio nel raggiungimento di queste temperature. Infatti, può accadere che se l’auto è in città anziché su strade a scorrimento veloce, la temperatura dei gas di scarico fatica a raggiungere il livello sopra scritto, pertanto il processo rischia di essere molto più lungo.
Normalmente, nei modelli più datati, quando iniziava il processo di rigenerazione ma le temperature elevate non erano state ancora raggiunte, si accendeva l’apposita spia del Fap, che poi si spegneva a processo completato. Per far sì che il processo avvenisse nella maniera più efficiente, era necessario che l’auto viaggiasse costantemente a una velocità oltre i 60 chilometri orari per quei pochi minuti in cui avveniva l’operazione, ove ovviamente questo fosse possibile. A oggi, per evitare ulteriori problemi, le case produttrici lanciano sul mercato nuovi modelli con la spia del Fap che si accende solo in caso di malfunzionamento.
Nel caso in cui la spia del filtro antiparticolato dovesse accendersi, questo significa che c’è un’anomalia del filtro e pertanto è necessario forzare la procedura di rigenerazione. Se questa spia resta accesa, oppure si accende in contemporanea con quella che indica un problema al motore, bisogna recarsi presso un’officina specializzata dove ci si occuperà di forzare la rigenerazione.
Altri segnali che indicano che c’è qualcosa che non va nel filtro antiparticolato, oltre all’accensione della spia, sono l’aumento dei consumi e il calo delle prestazioni o la perdita di potenza del motore. Se queste anomalie continuano nel tempo, il filtro antiparticolato potrebbe finire per essere intasato, rompersi e quindi portare a problemi più gravi.
Infatti, un filtro intasato può compromettere il rendimento del motore e causare problemi al sistema di iniezione, causando un calo delle prestazioni e della potenza del motore e aumentando in modo considerevole il consumo di carburante.
Come per ogni intervento meccanico, i costi per la riparazione o sostituzione del filtro antiparticolato dipendono da alcuni fattori. Mediamente, il costo di una semplice rigenerazione forzata non supera i 150 euro, mentre per la revisione del Fap ci si aggira attorno a una somma pari a 500 euro. Il costo s’impenna se si rende necessaria la sostituzione del Fap: in questo caso, mediamente e a seconda del veicolo, la forbice di prezzo varia tra 1.500 e 5.000 euro.