CON L'ACQUA COMINCIANO I GUAI
Poche ore di pioggia e alcune strade diventano un acquitrino, un paio di giorni e si rischia l’allagamento. Le auto non vanno d’accordo con l’acqua: già una pozza profonda 10 cm mette in difficoltà chi guida e, se il livello sale, si rischiano danni per migliaia di euro (oltre a situazioni di pericolo). In molti casi i problemi si possono evitare prendendo qualche precauzione. Per esempio, una pozzanghera molto grande può trasformarsi in un “guado senza uscita”: meglio fare dietrofront e perdere magari mezz’oraallungando la strada. Se invece si vive vicino a un fiume e piove forte, non conviene parcheggiare in un box sotto il livello stradale. Superati gli argini, l’acqua corre più veloce di quanto si pensi, e spesso si scopre troppo tardi che non c’è tempo di spostare l’auto.
I CONSIGLI PER NON AFFONDARE
I problemi possono iniziare già dopo mezz’ora di pioggia battente. Basta entrare in una pozza alta 10 cm a 50 km/h per determinare un “effetto motoscafo”: le ruote galleggiano, togliendo la possibilità di sterzare, e l’acqua sul parabrezza azzera quasi la visibilità. La soluzione è rallentaremolto prima di un “lago” (si riconosce dall’acqua sollevata dalle altre auto).
Lontani dalle trappole
Se diluvia da ore, è ancora più importante “guardare lontano”, per scorgere eventuali auto bloccate nell’acqua alta (cosa probabile nei sottopassi e nelle cunette). Nel caso, meglio fermarsi prima (attivando le “quattro frecce”) e, quando l’acqua sembra più alta di una spanna, cercare una strada alternativa. Se si decide di passare comunque, bisogna andare a passo d’uomo per evitare che il “muso” crei un’onda, e ridurre il rischio che il motore aspiri acqua (con gravi danni).
Appesantire l’auto
La pozza è più profonda del previsto? La prima cosa da fare è provare una “retro”. Per non andare “alla deriva” nel caso l’auto iniziasse a galleggiare, aprire la porta e far entrare l’acqua (il suo peso riporta a terra le ruote). Prima del guado, comunque, è meglio abbassare un finestrino: è una via di scampo se la situazione sfuggisse di mano.
Un amico da cinque euro
Mai entrare veloci nelle pozze: non si può sapere quanto siano profonde. Nei casi estremi (quando l’acqua arriva ai finestrini) un martelletto a punta (4-5 euro) può addirittura salvare la vita: permette di rompere un vetro per uscire dall’auto.
ALLAGATA SÌ, MA QUANTO?
Un meccanico può fare un preventivo di massima per “recuperare” un’auto “allagata”, ma non è detto che durante la riparazione, o in seguito, non si trovino “sorprese”. In ogni caso, i danni variano in base all’altezza dell’acqua.
Sopra i finestrini
L’abitacolo va ripulito a vapore, e si cambiano airbag e pretensionatori. Da verificare: centraline, strumenti e motorini elettrici: non si può dire in anticipo se l’acqua li ha danneggiati. Infine, il motore va smontato. Se l’auto è vecchia (vale poco) conviene rottamarla.
A filo delle ruote
Prima di avviare il motore, si verifica che non sia entrata acqua nel collettore di aspirazione. Si puliscono la moquette e i sedili con un getto di vapore, facendoli poi asciugare accuratamente.
Sotto le porte
Se il livello è rimasto così basso, si può stare tranquilli: la parte inferiore dell’auto non subisce danni a contatto con l’acqua.
OGNI POLIZZA HA I SUOI... LIMITI
I “danni da immersione” sono coperti dalle polizze per “eventi atmosferici” o calamità naturali” (costano circa 20 euro l’anno ogni 10.000 euro di valore dell’auto). L’assicurazione pagherà solo se c’è stata una calamità (a stabilirlo è l’Ufficio meteorologico dell’aeronautica) del tipo indicato sul contratto (“bufera”, “tempesta” e così via); niente rimborso se, ad esempio, l’allagamento è dovuto a tombini intasati, né se si danneggia il motore entrando in una pozza profonda (la si poteva evitare). L’indennizzo non è mai totale; va decurtato il valore più alto tra la franchigia (per esempio, il 10% del danno) e lo scoperto (per esempio, 500 euro). Chi non è assicurato può chiedere i danni al Comune, ma l’indennizzo sarà parziale (e non è detto che arrivi). Se l’auto era in cortile o in garage, invece, a volte ci si “salva” con l’assicurazione dello stabile.
E SE SI FINISCE LETTERALMENTE SOTT'ACQUA?
In tal caso è anche difficile stabilire una strategia di fuga, perché le situazioni possono essere le più diverse: basta che l’auto si capovolga o si “incastri” in un canale, per rendere tutto più difficile. Su una cosa gli esperti concordano: per cavarsela occorre agire in fretta (ogni secondo è di vitale importanza) e cercando di mantenere il sangue freddo.
L’acqua spinge forte
Il problema è la forza dell’acqua, che, a mano a mano che l’auto affonda, agisce sulle porte e sui finestrini (premendoli contro le guarnizioni) rendendone impossibile l’apertura. Certo, quando l’abitacolo si riempie d’acqua la spinta interna equilibra quella esterna e le porte si aprono, ma a quel punto non è detto che sia rimasta aria da respirare. L’ideale è abbassare subito il finestrino (se l’impianto elettrico funziona ancora) e uscire al volo. Ma, per capire cosa conviene fare nei diversi casi, leggete i consigli qui sotto.
Riemergere è possibile
✔ Cercate subito di abbassare il vetro, e nel frattempo slacciate la cintura di sicurezza.
✔ Se non siete soli in macchina, però, prima premete il tasto che sblocca le altre porte.
✔ Se l’auto è già sott’acqua, cercate di sfondare il finestrino col gomito o con un oggetto a punta.
✔ È molto meglio un martelletto con la punta in acciaio temperato; si compra dai ricambisti a pochi euro. Tenetelo nel cassetto: in caso di forte urto, può diventare un... proiettile.
✔ Invece del solo parabrezza, alcune auto di lusso hanno tutti i vetri a tre strati, impossibili da rompere; si può solo aspettare che l’acqua riempia l’interno per aprire la porta.
✔ Prima di rompere il vetro, respirate a fondo e preparatevi ad aggrapparvi: l’acqua vi investirà con violenza.