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Lexus
LBX

da 39.000

Lungh./Largh./Alt.(cm)

419/183/155

Posti

5

Bagagliaio (litri)

247-332/909-994

Garanzia (anni/km)

3/100.000

In sintesi

Questa crossover lunga quanto un’utilitaria è la più piccola del marchio di lusso della Toyota. Solo ibrida full, usa la meccanica della Toyota Yaris Cross ma con quest’ultima non condivide neppure un particolare degli interni: sono lussuosi e ben rifiniti, come quelli delle Lexus più grandi, da cui l’auto riprende anche dettagli come il volante. Anche i contenuti tecnici sono “da grande”: ha il "clima" bizona, l’head-up display e altri sistemi poco comuni in auto così compatte. Bene anche la taratura dei comandi: l’auto si guida con facilità, specie in città. Qui il motore elettrico lavora spesso, consentendo al 1.5 a benzina di stare spento a lungo. Lo scatto breve è brioso e, anche insistendo col pedale dell’acceleratore, la voce del tre cilindri non penetra troppo nell’abitacolo. Lo spazio a bordo non è molto, ed è poco ampio anche il bagagliaio della Lexus LBX, specie nelle varianti a trazione integrale: un secondo motore elettrico da 6,4 CV sta sotto il piano di carico, rialzando pure il fondo.

Versione consigliata

Non costa poco ma già la “base” è ricca, specie per i sistemi di sicurezza: di serie c’è perfino il monitoraggio dell’angolo cieco che impedisce di aprire le porte se l’elettronica rileva qualcuno che sopraggiunge da dietro. Ma è vero anche che le più equipaggiate non costano molto di più… La AWD a trazione integrale sceglietela solo se avete davvero bisogno di un “aiutino” in partenza su fondi viscidi: il suo bagagliaio è poco più grande di quello di una citycar.

Perché sì

Comandi. Sono tutti fisici e quasi in gran parte comodi da usare. Ben tarati sterzo e freni.

Comfort. Le sospensioni “lisciano” l’asfalto e l’abitacolo è ben insonorizzato. In città si marcia spesso in silenzio in elettrico.

Finiture. Materiali e montaggi sono di qualità: non ha niente da invidiare alle Lexus più grandi.

Perché no

Bagagliaio. È piuttosto piccolo e privo di ganci appendiborse, piano di carico ad altezza variabile e doppiofondo.

Posti dietro. Per accedere al divano si deve chinare la testa. Dentro lo spazio non abbonda e mancano le bocchette d’aerazione.

Sedili con regolazione manuale. Sono un po’ stretti nella seduta e sostengono poco le cosce. Manca la registrazione lombare, e quella dello schienale avviene con una leva anziché con una più precisa rotella.

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